INCONTRO CON L'AUTORE

#IOLEGGOTUSCRIVIIOSCRIVOTULEGGI

Lavori realizzati dagli alunni della QUARTA

Scuola Primaria di CRODO


IC "INNOCENZO IX" - BACENO (VB)


Insegnante referente: Sig.ra ELISA ALBERTI 

Ciccio e Tino 

Di Sally Pesenti

 

Un bel giorno d’estate l’allegro computer Tino stava facendo la colazione quando vide nascosto dietro un cespuglio il malefico e antipatico pasticcino Ciccio.

Qualche anno fa Ciccio aveva spintonato dagli scalini della scuola Will l’amico di Tino che riuscì a salvarlo.

Quando il computer vide il pasticcino gli chiese perché lo spiava ma lui faceva finta di niente.

Tino andò in bagno e vide dalla finestra Ciccio che metteva una sostanza nociva all’interno della sua tazza . 

Tino chiese a Ciccio perchè stava facendo tutto ciò e il pasticcino rispose con un ghigno maligno.

Ad un certo punto il maligno pasticcino prese per sbaglio la tazza di Tino e iniziò a bere la sostanza che pochi minuti prima aveva inserito, ma non gli successe nulla.

Tino aspettò solo un’ora e pum!!!!!!  Il pasticcino esplose.

Tutti ringraziarono il computer per il gesto da eroe che aveva fatto e da quel giorno il paese venne chiamato “TINO IL SALVATORE “.  



LA FORTUNA DELLA CAROTA TOSY

Di Giorgia Sacchetto

 

Nel giardino di un bravissimo giardiniere viveva una carota vanitosa di nome Tosy, di un arancione intenso e con delle striature nere. 

Inoltre aveva un bellissimo ciuffetto verde che le scendeva sulla parte sinistra sfiorando il terreno, per questo tutti i suoi amici la chiamavano cappellino.

Proprio in quel momento, Tosy stava crescendo, spuntando nel campo dell’orto!

Invece sull’albero del giardino viveva il pappagallo Adro, amico del giardiniere ma nemico della carota Tosy perché non sopportava tutte le arie che si dava.

Una mattina il pappagallo, furbo, sapendo che il suo amico giardiniere era andato a comprare dei nuovi attrezzi da lavoro era uscito dalla gabbia per mangiare Tosy, ma vedendo una carota più bella si era scordato di lei.

Tosy era molto arrabbiata perché credeva di essere lei la più bella di tutto il giardino, ma dopo tutto ognuno ha i suoi gusti, e lei era felice di essere ancora viva!

Il giardiniere era tornato puntuale dopo mezz’ora, il pappagallo Adro nel momento che il suo amico aveva aperto la porta si mise dentro alla gabbia così lui non avrebbe sospettato di nulla, tranne trovare il becco di Adro di un certo colore verde-arancione.   



IL CANE E LA PULCE

Di Anna Scaciga Della Silva


Un giorno di primavera il cane Tappy si trovava in giardino a correre avanti e indietro inseguendo una palla da tennis, poi una volta stanco si mise sotto un albero per riposare un po’.

Poco dopo, un terribile prurito lo svegliò, si sentiva come se si fosse tuffato in una piscina piena di pulci.

Proprio non riusciva a togliersi quell'orrendo prurito, nonostante, per provare a stare meglio, si strofinasse sopra ogni oggetto del giardino.

Dopo tanti tentativi si liberò dal fastidio, ma dal suo pelo saltellò fuori la terribile pulce Alonza che gli fece un incantesimo chiamato “prurito infinito”.  Alonza disse a Tappy che sarebbe riuscito a liberarsi solo se avesse creato tante piccole tane per le sue altre amiche pulci.

Tappy, per liberarsi dal terribile prurito, capì che doveva farlo per forza e così ogni giorno, quando veniva spazzolato dalla sua padrona, metteva da parte un po' del suo immenso pelo con l'idea di creare le tane delle pulci.

Tappy fece contento così tutte le pulci, si liberò dall'incantesimo e non sentì più il prurito.



IL REGALO NASCOSTO

Di Sofia Spirito


Una cioccolataia di nome Tonina era in una giocattoleria per cercare un regalo per sua nipote perchè a breve sarebbe stato il suo compleanno.

Quando scelse il regalo la commessa le disse che al momento non era disponibile, ma che avrebbe provveduto a consegnarglielo entro tre giorni direttamente a casa sua!

Tre giorni dopo un postino consegnò il pacco all’indirizzo della signora Tonina.

Il portinaio del palazzo Antonio ritirò il pacco ma, essendo rivale della signora Tonina da anni, lo nascose in cantina e non disse nulla.

La vicina della signora Tonina però era lì nell’ingresso quando arrivò il postino così, quando la sua amica le disse che stava ancora aspettando il pacco per sua nipote, capì che Antonio non le aveva consegnato nulla.

La vicina allora andò da Antonio e gli disse di andare a prendere il pacco che aveva nascosto e di portarlo alla signora Tonina perchè era un regalo molto importante per il compleanno della nipote.

Il portinaio si sentì molto dispiaciuto per il dispetto, andò subito a prendere il pacco e lo portò alla signora Tonina senza però dirle che era arrivato il giorno prima.



I TRE AMICI INSEPARABILI

Di Martino Folchi

 

Un giorno un coniglio bianco di nome Tinto sta correndo in giardino e intanto che corre vede avvicinarsi il suo nemico, un pappagallo rosso, verde e blu di nome Alì, che stava scappando da un grosso cane randagio con grosse zampe e un muso lungo. 

Tinto e Alì sono nemici perchè il pappagallo fa apposta a graffiare con gli artigli affilati il povero coniglio, perchè pensa che sia una pelosa e morbida coperta da portare nella sua gabbietta. 

Tinto corre ad aiutarlo prendendo il cibo adatto per i cani, i croccantini di pollo, al negozio di animali sotto casa sua facendosi aiutare da Tino, il coniglio che abita nel negozio in una grande gabbia con piscina. 

Tinto mette sul tetto di una legnaia il cibo, così il cane Senzanome invece di correre dietro ad Alì, fiuta l’odore del pollo e salta sul tetto. Dopo aver mangiato quei deliziosi e profumati croccantini di pollo, Senzanome è sazio fino alla gola e non riusciva più a scendere dalla tettoia.

Tinto e Alì da quel momento diventano amici e decidono di salvare il cane perchè un amico grande come lui poteva proteggerli dagli altri cani, allora prendono la scala del nonno, l’ appoggiano alla tettoia, ma Senzanome non sapeva come scendere, quindi Alì lo prese per la schiena e lo portò giù in volo. 

Tinto per convincerlo ad essere loro amico gli regala una gigantesca carota delle sue e Senzanome acconsente.

Così tutti e tre diventano amici e vanno in giro per la città uno sopra l’altro, Senzanome sotto, Tinto a cavallo di Senzanome e Alì in spalla a Tinto e diventano inseparabili.

 

 

ALLARME IN GIARDINO 

Di Vera Giannattasio

Il cane di nome Tina piccina e carina sta camminando nel suo splendido e colorato giardino dove annusa i fiori profumati e osserva le canne di bambù molto alte e verdi, dietro le quali c’è un panda di nome Alci, cicciottello e un batuffolo di colore nero e bianco. Siamo in piena estate a metà pomeriggio Tina vede una farfalla di mille colori, vuole vederla da più vicino si mette a rincorrerla però esce dal cancello.

Alci sbircia da lontano, appena vede che è uscita, salta fuori dal suo nascondiglio, ha progettato un piano, la farfalla di mille colori è un robot, quindi è finta. Il piano crudele è che deve distruggere il giardino di Tina.

Al ritorno di Tina il giardino è distrutto, lei è triste, ma non perde tempo e si mette all'opera, così fa ritornare il giardino come prima. Alci invece è tutto contento del suo piano diabolico. A una certa ora finisce di sistemare, Tina decide di mettere nelle piante di bambù l'allarme e di andare a dormire. 

Nella notte il panda vede quelle canne di bambù, affamato si lancia dentro, subito suona l'allarme. Tina corre a vedere e trova Alci, capisce che è un panda ad averle distrutto il giardino. Tina chiede con gentilezza ad Alci di entrare in casa. Dopo essere entrati, il panda confessa tutto. 

Tina è un pò arrabbiata, ma accetta le scuse. Alci deve promettere che aiuterà Tina a curare il giardino per tutta l’estate. 

Giorno dopo giorno Tina e Alci diventano amici ed ogni primavera decidono insieme cosa piantare nel giardino di Tina.

 

 

UNA PAPERA GOLOSA

Di Nicole Marullo

  

Il ciambelliere Tommaso (il migliore della città) è in giardino che sta cucinando delle ciambelle ai mashmallow e cioccolato al latte per la festa di compleanno di Giulia.

Mentre posa la glassa sui suoi dolci, dietro ai pacchi di zucchero, si nasconde e lo spia la papera più golosa e furba della città: Agata, dalle penne nere, il corpo bianco e un becco che mangia ogni dolce che incontra. Tommaso sale sul furgone con il pacco di ciambelle e si avvia a consegnarle fischiettando un’allegra canzone; la papera di soppiatto ruba una ad una le squisite ciambelle. Arrivato a casa di Giulia, Tommaso apre il furgone e rimane a bocca aperta: sono spariti i suoi dolci!!! Accanto a dove erano stati appoggiati trova due piume nere e capisce subito che era stata la papera a rubarglieli.

Arrabbiato inizia a cercarla per tutto il quartiere e ad un certo punto la intravede dietro ad un cespuglio che si abbuffa velocemente, con una rete la acciuffa e per vendicarsi la ricopre di pasta di zucchero. Decide così di portarla alla festa di Giulia, ornandola di perline e ricami tutti colorati, in questo modo sarebbe stata una sorpresa stupenda per i bambini e soprattutto la giusta vendetta per lui.

Peccato che il sole cocente di quel pomeriggio inizia a sciogliere tutta la pasta di zucchero, Agata vola via leccandosi il becco, felice e contenta pronta per la sua prossima golosa avventura!!!

 

 

“Un nuovo parco naturale…quello del fiume Toce”

Di LORENZO PAGANI

 

In una piccola località di montagna, circondata da larici e faggi che profumavano l’ambiente, viveva un cercatore d’oro di nome Teresio: questo paesino si chiamava Gaiola. 

Tutti i giorni si svegliava in compagnia del suo gatto Geremia e, munito di piccone e lanterna, si recava alla miniera che aveva scavato vicino al fiume Toce per cercare pepite d’oro.

Aiutato dal suo fedele amico, setacciava le acque del fiume sperando di trovare qualche pietra preziosa...Però lì vicino abitava un pescatore di nome Adelmo…

Ogni primavera seminava gli avannotti, ossia pesci molto piccoli, nelle acque fresche del Toce.

Esasperato dai due cercatori di pepite d’oro, si appostò dietro un masso e iniziò a strillare: “Via di qua, questo è il mio fiume! Andatevene…” e minaccioso mostrò loro il bastone.

Mentre Teresio e il gatto Geremia si stavano allontanando, sentirono un urlo: era il pescatore che era scivolato in un dirupo.

Impietositi, lo aiutarono e per riconoscenza il pescatore diede loro il permesso di continuare a cercare l’oro.

Fu così che dopo qualche anno il cercatore d’oro e il suo fedele amico realizzarono il loro sogno: costruire lungo tutto il fiume Toce un parco naturale dove tutti gli animali, compreso il gatto Geremia, potevano vivere felici e indisturbati.

 

 

Tania la Cagnolina

Di Alessandro Cheula

 

C’era una volta una cagnolina di nome Tania che viveva a Gabiano una cittadina dell’America vicino a New York. Come ogni mattina Tania e la sua padrona di nome Francesca uscirono a fare un giretto per la città, andarono al porto per incontrare il marito di Francesca che lavorava.

Tania andò vicino alla nave che trasportava bambù, incuriosita del lavoro che stavano svolgendo. Nel frattempo Francesca si mise a parlare con suo marito e non si accorse che Tania si fosse allontanata. La nave stava per salpare e Francesca non vide più Tania, così iniziò a chiamarla e cercarla da tutte le parti, ma non la trovò.

Francesca era disperata non sapeva cosa fare, l’unico posto dove poteva essere era la nave, così aspettò che rientrasse al porto.

Nel mentre, Tania arrivò all’isola Galapo, scese per dare un’occhiatina e vide un panda un po’ grassottello, andò a conoscerlo. Tania si presentò, lui con il boccone in bocca farfugliò il suo nome, Andrea. Tania cercò in tutti i modi di poter conversare con lui, ma era troppo impegnato nel riempirsi la bocca di bambù, Tania era nauseata e infastidita per il suo comportamento, quindi iniziò ad ignorarlo.

Francesca, nel mentre, riuscì ad arrivare sull’isola con un passaggio di fortuna, perchè la nave che aspettava non sarebbe tornata al porto prima di domani e sapendo che la sua cagnolina era sola e indifesa doveva fare qualcosa.

Arrivata si mise a cercare Tania, la vide subito, era in mezzo a dei pezzi di bambù, Francesca era felicissima, si avvicinò e si spaventò quando vide il grosso panda e dallo spavento perse i sensi.

Tania iniziò a leccare il viso di Francesca che si svegliò riconoscendo le coccole della sua cagnolina. Andrea, il panda, se ne andò prima che la padrona di Tania si svegliasse, la cagnolina non ci rimase male perchè aveva capito che era un solitario e che non sarebbero mai stati amici.

Tania e Francesca salirono sulla nave aspettando con ansia il loro rientro a casa. Francesca felice di aver ritrovato Tania e la cagnolina contenta di una nuova esperienza, anche se un pò strana.

 

 

Il cane e la pulce fastidiosa

Di Sally Farouq

 

Una bella giornata di giugno il cane Totò era nel suo giardino a cucinare salamelle e costine. Dopo un po’ arrivò una pulce fastidiosa che iniziò a punzecchiare il cane, Totò sembrava che ballasse la tarantella.

Supplicò la pulce di non morderlo più, ma lei continuava, ridendo e saltando dappertutto sul povero cane. 

Totò, sfinito, corse a prendere la paletta scaccia-mosche e iniziò a picchiarsela addosso tentando di colpire il fastidioso animaletto. Alcide, la pulce, non smetteva di dare fastidio al povero Totò. Il cagnone tutto sudato fece una proposta ad Alcide: dividere con lui la sua grigliata.

La pulce golosona accettò la proposta, quindi si fecero un bel pranzetto e diventarono amici.

 

 

Le scorte di Tommaso

Di Emma Di Tullio

 

C’era una volta, in un bosco lontano, un camoscio di nome Tommaso che abitava da solo in una grotta, dove aveva molto spazio per raccogliere cibo prima che arrivasse la neve. 

Amava molto correre e correndo riusciva a racimolare tante scorte in poco tempo.

Un giorno una puzzola di nome Arianna, saltellando di qua e di là per il bosco, si trovò davanti alla grotta di Tommaso, che non era in casa. Entrò e con stupore scoprì una montagna di roba da mangiare. Cominciò ad assaggiare qualcosina, ma era tutto talmente squisito che non riuscì più a fermarsi.  Ad un tratto il camoscio, correndo come al solito, tornò a casa e con grande sorpresa trovò la puzzola con la pancia bella piena tra le sue scorte ormai finite.

Tommaso era un animale molto paziente, quindi si avvicinò a lei e, con tanta calma, le disse se cortesemente poteva andarsene. Arianna capì di aver commesso un grande errore e dispiaciuta se ne andò. Il giorno seguente si presentò alla grotta con tantissimo cibo da restituire a Tommaso, che, molto emozionato la perdonò. Da allora diventarono migliori amici.

Quell’anno il camoscio ebbe così tante scorte per l’inverno, che invitò a vivere con lui la sua nuova grande amica puzzola.  

 

 

IL FISCHIO DI TITO

Di Davide Cappelletti

 

C’era una volta un camoscio di nome Tito che viveva tra le montagne dell’alta Val Formazza, precisamente al passo San Giacomo, passava le sue giornate a cantare e a brucare le stelle alpine, i suoi fischi si sentivano fino alla più alta vetta del Blinnenhorn.

Qui viveva una maestosa e cattiva pernice bianca di nome Anastasia alla quale piaceva stare nel silenzio più totale, tanto che si costruiva profondi tunnel nella neve per rifugiarsi da qualsiasi rumore.

Ogni giorno Anastasia sentiva sempre il fischio fastidioso di Tito, esasperata per tutto quel frastuono una notte partì in volo alla ricerca del camoscio canterino, sorvolò il lago del Gries e in poco tempo atterrò nelle vicinanze del Passo San Giacomo.

Alle prime luci dell’alba sentì cantare il famoso camoscio e appena lo trovò Anastasia iniziò ad attaccarlo e con il suo beccaccio gli strappò tutti i peli della sua maestosa pelliccia.

Da quel giorno Tito non riuscì più a cantare perchè aveva talmente freddo che la voce non gli usciva dalla gola ma batteva soltanto i denti.

Un giorno il triste camoscio chiese alla sua amica marmotta Gina di aiutarlo, voleva vendicarsi di quella cattiva pernice, così in una fredda giornata invernale, insieme ad alcune marmotte, andò sulle alte vette del Blinnenhorn e iniziò a distruggere qualsiasi rifugio che Anastasia si era costruita, tanto che dovette emigrare nella vicina Svizzera e lì potè costruirsi una nuova casa tutta silenziosa.

Tornata vittoriosa, Gina volle aiutare anche Tito e gli regalò una nuova pelliccia bianca e nera che aveva cucito insieme a tutte le sue amiche marmotte.

Da allora Tito per ricambiare il favore alla sua amica Gina iniziò a insegnare alle marmotte a fischiare e cantare.

I loro canti ancora oggi si sentono in tutta la Valle.

 

 

Il cacciatore e la papera

Di Sebastiano Bini

 

Una bella giornata d’autunno un cacciatore di nome Thomas decide di andare a caccia di papere in un bellissimo giardino di una casa dove di fianco c’è un grande fiume con un piccolo e bellissimo laghetto, dove le papere ci stanno sempre.

Il cacciatore decide di incamminarsi per andare a vedere se magari c’era qualche uccello, allora va al laghetto e vede tante di quelle papere da non riuscire più a contarle…erano troppo belle che non riusciva neanche a sparare, tutte le papere scappano via, ne resta solo una, la più bella.  Allora Thomas si avvicina alla papera, la quale non scappa, ma comincia anche lei a muoversi verso di lui. Thomas riesce a prenderla in braccio e pian pianino va alla sua macchina, sale e guida fino a casa sua. Una volta arrivati a casa Thomas comincia a scavare una buca non tanto profonda, la riempie d’acqua, crea una specie di stagnetto per la sua nuova amica, decide di chiamarla Alessia.

La papera appena vede lo stagno si tuffa dentro starnazzando dalla felicità, Thomas corre in casa a prendere la macchina fotografica e scatta ad Alessia qualche foto.

Infine Thomas entra in casa per fare un sonnellino, quando si risveglia esce correndo di casa e vede che Alessia è scappata. Thomas triste triste ritorna in casa a riguardarsi le foto che aveva scattato con lei e per ricordo di quella stupenda e magnifica giornata decide di far fare un quadretto con la foto più bella.

 

 

Un signore sospettoso

Di Alice Benoni

 

In un giardino di un ristorante cinque stelle, un cameriere di nome Tiziano serviva con molta attenzione i suoi clienti.

Uno strano signore era appena arrivato, sembrava un pilota da corsa, ordinò tutto quello che c’era, aveva molta fame, intanto guardava in giro come se cercasse qualcuno.

Gli portai un piatto di pasta al ragù, il signore guardava una foto di una persona, vedendo quella foto mi sembrava qualcuno che io avevo già visto, allora gli chiesi : < Buona sera signore sta cercando qualcuno?>. Lui mi rispose : < Sì, sto cercando Tiziano, so che lavora qui, è un tuo collega giusto? Comunque io mi chiamo Accione, lo so che è un nome strano, ma ho voluto chiamarmi così>.  Io mi spaventai, pensavo che mi voleva portare via! Allora mi sono presentato anche io : < Io mi chiamo Tiziano, cosa succede perché mi cerca, non ho fatto niente di male?!>    

Però lui mi rispose che non mi voleva fare male, ma che un mio vecchio amico mi stava cercando per darmi una lettera con scritto:  “Caro Tiziano, mi dispiace per quella cosa che ti ho detto, spero che mi perdonerai.

Vieni alle 08:30 sulla collinetta dove da bambini andavamo ogni giorno.

Dal tuo caro amicone Chicco”.

Quella sera andai sulla collina e trovai un piccolo set da pic nic e trovai Chicco e insieme ci siamo divertiti un sacco. 

Avevamo invitato anche Accione, io e lui da quella sera siamo diventati migliori amici e l'avevo costretto a lavorare con me.