CONCORSI DI SCRITTURA CREATIVA

CREAZIONE DI UN FUMETTO

Lavori realizzati dagli alunni della Classe

QUARTA A

Scuola Primaria "MARCONI"

ALBIGNASEGO (PD)


Insegnante referente: Maestra VALENTINA BOZZA 

APORTI LISA


FARRO          

Tanto tempo fa, nella cucina di casa Arcigni viveva del pane di nome Farro.

Quel giorno stava giocando con un coltello: lo lanciava in alto per poi riprenderlo al volo.

Al quinto lancio, a Farro scrocchiò la crosta e perciò non lanciò bene il coltello perchè si era fatto male, ma quello non si fermò e continuò a salire per poi scendere.

Siccome il lancio era stato eseguito male, il punto di atterraggio non era quello pianificato, infatti la lama brillante stava per dividere Farro in due pezzi di cui la parte davanti era una fettina con la sua faccia.

Il pane si accorse solo dopo un tonfo che il coltello lo aveva diviso.

All'inizio era impaurito ma poi, piano piano, si accorse di essere più leggero e che ora riusciva a camminare.

Però non sapeva come fare e quindi cadde a terra con un "pluff" ma non si fece molto male.

Attila, il cane degli Arcigni, guardacaso era in cucina e sentì Farro cadere sul pavimento di legno.

Allora si avventò contro la preda, ma quella ovviamente non stette lì ad aspettare di essere mangiata.

Infatti, con un'agilità notevole, Farro si arrampicò sugli scaffali fino a raggiungere il bancone di marmo, dove era poggiato il tostapane.

Lui si era arrampicato lì per realizzare il suo sogno: quello di essere mangiato.

Però, quando ci ebbe messo i piedi dentro, si accorse che non poteva tostarsi subito perchè poi avrebbe dovuto spalmarsi la marmellata sopra e sarebbe stato più difficile muoversi perchè sarebbe stato tutto rigido.

Allora decise che prima avrebbe portato la marmellata vicino al tostapane e poi si sarebbe tostato.

E così fece: si arrampicò sulla mensola dove stavano tutte le marmellate.

Doveva trovare quella all'albicocca, cioè quella preferita dagli Arcigni.

Riuscì a trovarla gazie al suo colore arancione chiaro, allora allentò l'etichetta e si infilò nel piccolo spazio tra il vasetto e la striscia di plastica appicicosa.

Sicuro che il contenitore fosse agganciato alla sua schiena, si lanciò dalla mensola e, con una capriola, atterrò sul bancone.

Attila che lo stava ancora osservando, cominciò ad abbaiare appena Farro appoggiò i piedi sul ripiano in marmo: voleva attirare l'attenzione della padrona di casa per mettere in difficolta il suo nemico.

Per fortuna Farro ebbe il tempo di tostarsi e di spalmarsi la marmellata addosso, quando arrivò il figlio degli Arcigni che lo mangiò ed esaudì il desiderio di quella piccola fetta di pane.

 


BARBIERI LORENZO


IL PROBLEMA DELLA POLPETTA

C’era una volta una polpetta di nome Fork che aveva un problema: il suo problema era che correva sempre in cerchio per tutta la città, dove viveva.

La cosa strana è che non gli girava mai la testa.

Lui all’asilo era migliore amico di un cane di nome Astro, però in un gioco litigarono per una scommessa con qualcuno.

Fork era dispiaciuto di averlo sgridato e in seguito lo chiamò, ma Astro non rispose mai.

Diventarono grandi, Astro tornò da Fork per vendicarsi.

Fork credeva che Astro fosse tornato per scusarsi, ma si sbagliava, stava arrivando saltando per schiacciare la polpetta che girava.

Infatti il problema della polpetta non era passato con il tempo. Questo però gli diede anche un enorme vantaggio.

Il suo amico, adesso nemico Astro, era diventato enorme crescendo, quindi arrivò saltando per schiacciarlo con una zampa.

L’enorme vantaggio di Fork era che girando in tondo il cane si confuse.

A forza di guardarlo girare ad Astro venne mal di testa e svenne.

Quando si risvegliò si era dimenticato tutto: il loro litigio e il desiderio di vendetta.

Tornarono a essere amici, super amici!!!

 


BERTO DAVIDE


LA PIZZA MAGICA                                                                           

Un tempo c’era una famiglia che viveva in Calabria e volevano mangiare una pizza. Decisero allora di andare in una pizzeria e la comprarono, ma, mentre andavano a casa, la pizza Fabiola cadde a terra e una strana luce la colpì e diventò vivente. Si guardò attorno, le spuntarono gambe e braccia e imparò anche a volare.

Ad un certo punto incontrò un cavolfiore di nome Alberto.

Alberto voleva eliminare tutte le pizze del mondo perché era geloso: le pizze erano amate dai bambini, lui no. Così i due iniziarono a scontrarsi. Erano entrambi feriti e la pizza Fabiola fece finta di scappare mentre il cavolfiore se ne andò via nel suo covo segreto. La pizza lo seguì e scoprì dov’era il suo nascondiglio e decise che l’indomani mattina, quando non se lo aspettava, l’avrebbe assaltato.

La pizza Fabiola la mattina seguente lo attaccò: la battaglia durò circa cinque ore e il cavolfiore morì mentre la pizza Fabiola vinse.

Però si sentì in colpa per la famiglia che era rimasta senza pizza. Decise allora di travestirsi da umano e comprare la pizza per loro.

Andò quindi a trovarli e regalò loro la pizza che fu mangiata in pochi minuti.

 


CANOVESE LEONARDO


IL CINGHIALE E IL POLLO

C’era una volta un Pollo che si chiamava Fernando che viveva in una collina. La collina era alta e mostrava un panorama meraviglioso che piaceva molto a Fernando. Un giorno mentre Fernando ammirava il paesaggio, spuntò, dai cespugli, il cinghiale Ostolo. Il cinghiale desiderava tanto mangiarsi il pollo e con discrezione gli si avvicinò. Fernando reagì sfidando il cinghiale al “ballo del pollo”, un ballo dove vinceva chi avrebbe ballato meglio. Come previsto vinse Fernando. Il cinghiale, aveva perso la gara, promise che non gli avrebbe più dato la caccia. Così il pollo Fernando visse per sempre sereno e contento, mentre il cinghiale Ostolfo, deluso e arrabbiato, si ritirò in una caverna.

 


CATTELAN ALICE


IL PICCOLO PIRATA

Mi chiamo Fabian e vi racconterò la mia storia.

Tutto è cominciato quando avevo cinque anni e stavo giocando con mio padre a nascondino.

Mi ero nascosto in mezzo all’orto proprio vicino alla corte.

Sfortunatamente mi trovò subito.

Mi diceva che era il pirata mangia soldini e che se mi trovava rubava i bottini.

Ad un certo punto dissi: ”Ma che cosa sono i pirati?”

“Cosa sono i pirati?” mi disse mio padre.

“I pirati sono degli agili e forti ladruncoli che navigano giorno e notte con la loro barca e combattono con le loro spade fatte d’oro e d’argento”.

Poi mi fece vedere una spada d’argento vero.

Era bellissima e ancora scintillante.

Poi mi diede una spada di plastica e mi disse: ”Combatti!”

Io ero anche un po'  confuso, ma era molto divertente, cosi tanto che quando era ora di andare a dormire mi rannicchiai sotto le coperte con la spada.

Alla mattina mi svegliai tutto agitato perché volevo andare ad esercitarmi con mio padre, ma non lo trovai.

Ero veramente confuso, allora andai a chiedere a mia mamma perché il papà non ci fosse più.

Lei mi disse che era andato a prendere le pastiglie e che il negozio era distante circa tre ore.

Mi disse anche che l’orto andava innaffiato per bene perché in quei giorni non aveva piovuto e allora si che mi incavolai!

Non potevo dire nessuna cattiveria alla mamma perché diventava cattiva come una iena.

Allora andai senza discutere nell’orto ad innaffiare le verdure.

Ma ad un certo punto vidi una capra mangiare le verdure.

Allora le dissi:Sciò sciò!”

Ma la capra non si mosse.Poi mi venne in mente di darle uno schiaffo sul fondoschiena e in quel momento successe una cosa strana.

La capra si mise a parlare:”Cosa cerchi di fare?”mi disse

Io non riuscii neanche a dire il mio nome ma non potevo lasciarla là a mangiare tutto quello che voleva, anche perché i miei genitori mi avrebbero sgridato.

“Io sono il pirata Fabian”.Risposi.

Le avevo detto che ero un pirata solo per farle prendere paura, ma lei non c’era cascata.

Allora mi disse:”Io sono la capra Alberta e non ci casco ai tuoi trucchetti!”

Allora io le risposi:”Facciamo una gara di corsa!”

Se vincevo io la capra se ne sarebbe andata via per sempre, pensai ,se invece vinceva lei si sarebbe persa tutta la frutta e la verdura.

Ma io avevo un idea per sconfiggere quella maledetta capra.La mia idea era quella di mettere una corda tra due alberi, cosi la capra sarebbe inciampata.

Quando arrivò il tempo della gara ,la capra inciampò come previsto e io ero felicissimo perché avevo vinto.

Ma ad un certo punto la capra si mise a piangere e mi disse che a casa sua aveva sei cuccioli e le serviva tanto cibo per sfamarli.

Allora ero molto dispiaciuto.

Pensai che la capra si poteva prendere metà verdura e frutta ogni martedì cosi tutti eravamo felici.

Spero che vi sia piaciuta la mia storia!

 


CODOGNO MATILDE


LA PRINCIPESSA FRANCESCA

Tanto tempo fa, una principessa di nome Francesca viveva in un regno molto lontano. Il suo castello era tutto dorato.  Siccome i genitori della principessa erano molto affezionati a lei, non la facevano uscire dal castello; la lasciavano andare solo nella sua stanza e dove si recavano per mangiare.

Tutti i giorni Francesca guardava fuori dalla finestra il bel giardino che circondava il castello e si chiedeva perchè non la facessero uscire. Un giorno si travestì da domestica e riuscì ad uscire dal castello; visitò tutto il villaggio e si addentrò nella foresta della luce, dove il sole non tramonta mai, e pensava fosse  solo  una foresta come le altre.  Così si addentrò e rimase tutto il giorno a fare ghirlande e braccialetti con i fiori che trovava a terra e a giocare con gli uccellini, ma dopo un po' si arrampicò su di un albero e fece un riposino tra i suoi rami. Quando si svegliò scese dall'albero e si incamminò per tornare al castello ma purtroppo non sapeva come ritornare, si era persa. Provò a tornare indietro ma nulla da fare c'erano solo alberi alberi e alberi. La principessa Francesca era disperata finchè incontrò un criceto, era solo magrolino e dall'aspetto malaticcio, così pensò di aiutarlo. La principessa si appoggiò ad un tronco di un albero e con la mano toccò un ramo e questo si spostò e all'improvviso comparve un sentiero dietro all'albero. Seguì il sentiero ed arrivò ad una grotta dove nella pietra c'era inciso qualcosa, ma la principessa non capiva cosa; si ricordò di quando suo padre le aveva insegnato la lingua degli Elfi e là c'era scritto: “ Se entrerete qui dentro, troverete una soluzione a tutto, avete a disposizione bene tre desideri, ma ci sarà un prezzo da pagare.” Quella scritta era in un'altra lingua proprio perchè non si voleva far sapere che c'era un prezzo da pagare. Così la principessa e il suo cricetino entrarono e trovarono un mago che gli disse: “ Puoi esprimere tre desideri” poi disse “ Vieni Francesca, accomodati pure!”. Francesca balbettando rispose: “ Co-co-co-come fai a sapere il mio nome!?” e il mago rispose: “ Sai Francesca  io so molte più cose di quanto tu possa immaginare, ora esprimi i tuoi desideri, accadranno nell'ordine che tu mi dirai.” Va bene disse Francesca << Desidero che il mio criceto stia meglio, poi vorrei riuscire a ritrovare il sentiero per ritornare al castello e per ultimo, che i miei genitori mi permettano di andare in giardino>>  Bene ogni desiderio è un ordine ! gli rispose il mago. Poi recitò una formula magica e scomparve. La principessa non sapeva cosa fare allora disse: “ E ora cosa facciamo mio piccolo criceto? Anzi ti darò un nome,  ti chiamerai Alexander.” In quel momento il criceto da malato com'era prima guarì in un istante. Francesca era felicissima perchè il suo primo desiderio si era avverato. Sentì un fruscio e si girò; c'erano quattro sentieri, uno di questi si illuminò e la principessa lo seguì, poi  si ricordò le parole del mago e pensò “ Chissà quale sarà il prezzo da pagare!” Il prezzo da pagare era che il suo criceto sarebbe diventato malvagio. Il criceto poco dopo che la principessa aveva imboccato il sentiero luminoso, saltò giù dalla sua mano e corse dalla direzione opposta. La principessa esclamò: “ Alexander fermati!! Perchè scappi?!” e cominciò a rincorrerlo ma essendo piccolo e veloce presto lo perse di vista. Il criceto in realtà non era scappato per caso, ma proprio per ostacolare la principessa a ritrovare il castello. Così Francesca continuò a correre per cercare di ritrovarlo, ma poi si stancò e si sedette su di una roccia per riposare. Intanto il criceto era andato a chiamare il suo amico serpente e gli aveva detto: “ ostacola la principessa, ti indicherò io la strada! Tu seguimi di nascosto.” Il serpente annuì e così fece. Il criceto si presentò davanti alla principessa e lei lo abbracciò forte e gli chiese: “ Perchè eri scappato? Ti potevi perdere! Non importa, adesso incamminiamoci per tornare al regno.”

 A metà strada trovò il serpente davanti a lei con uno sguardo minaccioso e anziché abbattersi si arrampicò su di un albero e mise il suo criceto in tasca. Salì fino alla cima e scorse in mezzo alle foglie degli alberi il suo castello. Sapeva di essere ormai vicina, allora scese dall'albero e prese il sentiero più corto e presto arrivò al castello, ma prima che varcasse la soglia del cancello, il criceto con una bacca magica che gli mise dentro al cappuccio, la fece diventare invisibile. La principessa non capiva cosa stesse succedendo; nessuno la vedeva o la sentiva allora corse nella biblioteca magica di suo padre, dove solo chi conosceva il codice segreto poteva entrare. Lei lo conosceva era 1 2 3 4 7. Quando entrò prese il libro proibito degli incantesimi e recitò una formula magica e finalmente ricomparve. Quando ricomparve il criceto scomparì e quando il Re e la Regina rividero sua figlia furono felicissimi e decisero che da quel momento in poi,sarebbe potuta andare dapertutto ma sempre accompagniata da un soldato.

La principessa grazie a questa avventura riconquisto per sempre la sua libertà!

 


FABIAN REBECCA


L'AVVENTURA MAGICA DI FATA TURCHINA

C'era una volta una fata di nome Fata Turchina.

Un giorno andò nella foresta magica a guardare gli unicorni che correvano vicino alle cascate arcobaleno piene di caramelle. Lei gridava per fare i complimenti ai pegasi e ai cuccioli di pegasi per le belle giravolte che facevano nel cielo azzurro. All'improvviso il cielo azzurro non fu più così.

Per un attimo diventò grigio con grossi nuvoloni grigi che rimbombavano ogni dieci secondi; a quel punto, un grosso pastore tedesco di nome Andrea si avvicinò verso Fata Turchina e poi dopo aver fatto un bel po' di chiacchiere, il grosso cane aspirò la magica polvere della fata che le permetteva di volare. La fata provò a reagire, ma era troppo tardi. La fata si disse “devo fare immediatamente qualcosa per riprendere la polvere magica al più presto possibile”.

Quindi si avviò, e mentre camminava continuava a dire “sei solo un brutto cagnaccio cattivo, e la pagherai cara per quello che hai fatto su di me. Arrggh!!”

Andrea arrivò al castello e mise la polvere su un barattolo di vetro con un'etichetta che diceva “POLVERE DI FATA TURCHINA”.

Andrea si disse: “Ha,ha,ha. Ora mi manca una polvere di fata”.

Mentre Fata Turchina camminava attorno alla montagna per arrivare in cima, dove c'era il castello di Andrea, vide una fata di nome Sara. Era una fata del Sole.

Sara disse a Fata Turchina “aiutami, aiutami, sono intrappolata”.

La fata Turchina le andò subito in soccorso e le disse “Ma che cosa è successo? Perché sei intrappolata?”.

Sara disse a Fata Turchina “Bé, non è colpa mia se sono intrappolata. È stato un grosso pastore tedesco di nome Andrea che mi ha intrappolata per prendere la mia polvere magica che mi permetteva di volare”.

Fata Turchina disse a Sara che anche a lei avevano preso la polvere che le permetteva di volare. Turchina la liberò dai massi su cui era bloccata.

Sara e Turchina andarono al castello con dei sacchi per metterci dentro tutti i vasetti con le polveri, le raccolsero e le misero nei sacchi.

Sara prese la sua e anche fata Turchina prese la sua. Andrea si svegliò (perché si era addormentato sul divano) e quando sentì la porta aprirsi corse verso di loro, ma era troppo tardi, e lui si ruppe tutti i denti sbattendoci contro.

Le due fate volarono nella foresta magica e restituirono alle altre fate le polveri e da quel giorno non si vide Andrea, cane senza denti.

E vissero tutti allegramente felici e contenti.

  

 

FAHMANE REDA


UN BRUTTO SCHERZO

In un paese chiamato Carpanedo vive un parrucchiere di nome Francesco.

Come ogni domenica, Francesco si trova in giardino.

Sta scrivendo a computer una mail al suo capo.

Ad un certo punto, si accorge che il computer è rotto!

È stato quell’antipatico di Andrea, non felice del suo ultimo taglio.

Andrea ha guastato il computer.

Non è un problema! Francesco conosce Giuseppe e lui lo aggiusterà!

 


FAVARO ELIA


I DUE MONDI PARALLELI

C’era una volta un principe intrappolato in due mondi paralleli a causa di un mago che gli aveva tirato una maledizione per 50anni.

Il primo mondo era quello della pace dove c’era Francisco e l’altro mondo era quello dell’inferno.

Il principe Francisco abitava in un castello un po' diroccato.

Aston un cavaliere nemico decise di fare una guerra perché pensava che il suo mondo, quello dell’Inferno, fosse troppo brutto e noioso perché c’erano sempre le stesse cose.

Francisco se la passava bene, però non sapeva che Aston voleva fare la guerra e per questo non si era preparato. Uno non aveva armi, due non c’erano cose che volavano.

Aston aveva anche degli scagnozzi, schiavi e perfino diavoli volanti.

Iniziò la guerra e Francisco era preoccupato ma non si tirò indietro. Quindi provò a combattere con un asse di legno ma non riuscì a fermare le centinaia e centinaia di demoni volanti.

Ma a un certo punto Francisco spinse una leva, di cui non si era accorto e sentì che si apriva qualcosa.

Vide un portellone aprirsi e al suo interno c’era una specie di carro volante. Francisco si mise a ridere!

Disse: “e ora… arriva la cavalleria!!!”.

Aston a bocca aperta disse: “come fai ad avere scoperto quella macchina volante? Sicuramente non la saprai manovrare!”.

Francisco provò a metterla in funzione: clic, clac  e finalmente la fece partire, sempre con l’asse di prima in mano.

La tirò in testa al suo nemico e disse :” se smetti di fare la guerra ti faccio venire dal lato della pace”.

Lui accettò era quello che in fondo desiderava.

Alla fine diventarono anche grandi amici.

 


ALESSIA BENEDETTA GAVIN


LA PANTERA NASCOSTA

Due giorni fa una pantera rosa di nome Ferdinanda si aggirava per la campagna giocando a calcio. Ad un tratto si accorse che c’ era un piccolo ristorante

messicano, e si infilò dentro nessuno la vide. Ferdinanda era assetata e affamata però doveva trovare un modo per trovare cibo e acqua senza essere disturbata, perciò cominciò ad infilarsi sotto i tavoli.

Sotto i tavoli c’erano i piedi delle persone e ad un tratto una persona le pestò la zampa; Ferdinanda sobbalzò e si fece male alla testa.

La signora alzò la tovaglia per vedere se c’era qualcuno, ma non vide niente perché

Ferdinanda si era nascosta in un vaso .

Ferdinanda sentì un odorino proveniente dalla cucina, e vide il pollo arrosto con patatine fritte.

Appena mise la zampa fuori il cuoco Aglio con il mestolo picchiò la zampa di Ferdinanda e perciò la pantera tirò dentro la zampa. Il cuoco Aglio aprì la pentola dove era nascosta, ma non vide nulla.

Però Ferdinanda era dietro il cuoco Aglio e lo spinse dentro la pentola e il cuoco si rialzò e cominciarono a rincorrersi per tutta la cucina. Ad un tratto strinsero un patto e da quel giorno cominciarono a darsi un aiuto se in caso non sapessero che cosa fare.

 


JUAN VICENTE HURTADO


IL PROTETTORE FRALER E IL CREEPER AROLAR

Tutto  è iniziato quando il Creeper Aralar invase la terra di Fraler.

Dieci giorni prima era iniziata la guerra contra l’isola dei Creeper e la terra di Fraler. Arolar vide lo scheletro che si univa con la folla dei creeper e attaccava Fraler.

Venne lo scheletro con l’arco a tirare frecce di veleno, e tre aiutanti di ferro aiutarono a Fraler, un creeper scoppia come una bomba, ma un aiutante quasi distruggendosi il braccio uccise il creeper e dopo Fraler alla fine della lotta lo curò con l’ossidiana, poi si costruì un’armatura  de Creeper e uccise lo scheletro con la spada di nederita; ma aveva scoperto che queste scheletro aveva sette cuori.

Ad un certo punto arrivò un devastatore ad aiutare Fraler e quasi riuscirono a sconfiggere i Creeper. In quel momento i Creeper si fecero amici dei protettori per non fare più la lotta.

 


MIGLIETTA ISABELLA


UN MISTERO PER UNA PARTITA

Mancano solo nove giorni alla partita. Sono molto agitato, non ho potuto nemmeno allenarmi a casa perché vivo in un appartamento a Cartura, non in un campo. Domani chiederò dei consigli ad Alice (lei non parla molto ma è brava a dare consigli).

OK, ora non devo più pensare alla partita ma a dormire.

Oggi Alice non sa proprio dare consigli che non siano: “stai tranquillo”. Lei è una brava calciatrice, non si è mai agitata per le partite. Strano. Stavo per andare in classe quando sento il mio nome. Era Lia, la mia migliore amica, ed è anche la secchiona della classe.

È strano chiamarla secchiona perché non ha due trecce e gli occhiali ma un caschetto biondo. Mi ha chiamato per farmi vedere Alice che veniva soccorsa. Io chiesi cos’era successo. Lia mi rispose: “Alice mi ha detto che un ragazzo l’ha spinta.”

In classe la maestra ci ha comunicato che la partita verrà annullata. Io dalla tristezza dissi con decisione: “Lia, io e te dobbiamo indagare su chi possa aver spinto Alice”, “Ok” disse decisa lei, e iniziammo. Io mi feci molte ipotesi come: Luca, Andrea, Ettore, Matteo ecc, Lia era a fare le sue ipotesi in giardino.

Io le parlai delle mie ipotesi ma lei mi disse: ” Non può  essere perché : Luca stava giocando a calcio , Andrea  pure, Lara  era in classe ecc.” Poi tornammo a casa.

Noi poi andammo (con le nostre mamme perché abbiamo nove anni.) a vedere come stava Alice.

Alice non sembrava per niente triste, per la partita, sembrava felice. Poi Lia mi disse: Domani a scuola guardiamo le telecamere!”. “Ok” le risposi.

Il giorno dopo quindi guardammo le telecamere, e restammo a bocca aperta, Alice si era spinta da sola. Ora spiegato il mistero io dissi: andiamo a chiedere delle risposte a Alice. Lei stranamente ci rispose: “ Io so che tu (Filippo) sei un grande portiere, so che tu avresti parato tutti i miei gol, quindi, ho deciso di rimandare la partita per avere la possibilità di allenarmi. Io le dissi: “Ma sapevi che ti saresti rotta una gamba vero?”, “No” disse lei, “Io volevo solo fingere di farmi male”.

Io capii allora che era un complimento verso la nostra bravura, quindi ci abbracciammo e la perdonammo.

Quando guarì fummo tutti felici perché finimmo in squadra insieme e poi vincemmo.

Questo anno (cioè il duemilaventidue) è stato molto bello!

 


NEGRU ALESSIO


IL PINGUINO E IL CANE

C'era una volta un pinguino di nome Federico,che aveva quattro anni e amava viaggiare in aereo.

Un giorno mentre stava volando, all'improvviso,l'aereo precipitò ed esplose.

Il pinguino si salvò perchè era dentro uno scatolone,prima cadde su un albero,dopo rotolò sul marciapiede.

Aveva con sè il suo orsacchiotto di nome Pingu,con cui ci giocava sempre.

Federico era piccolino,aveva molta paura quindi spiava dallo scatolone senza farsi scoprire dalle altre persone.

Ad un tratto arrivò un cane grande che aveva dieci anni e si chiamava Artico.

Il cane sentì l'odore del pinguino,e si avvicinò allo scatolone.

Il pinguino era sempre più spaventato e pianse,per finta,per non farsi mangiare.

Quando finì di piangere il pinguino Federico si alzò e uscì dalla scatola senza farsi scoprire dal cane.

Ma il cane si accorse e cominciò ad inseguirlo.

Loro corsero tantissimo e il cane sfinito rinunciò a prendere il pinguino Federico.

Federico non era ancora stanco quindi decise di inseguirlo fin quando svenne.

Il pinguino Federico trovò la strada per andare a casa e ritornò felice perchè si sentiva fiero di aver superato la sua paura.

 


PASQUETTO EMMA


FLOPPER E IL LAGHETTO ANTI ALFREDO

Un giorno di primavera, a casa Vifferman, il piccolo paperotto Flopper se ne stava in cantina a guardarsi intorno per cercare qualche briciola di pane.

Rimase li per un po’ di tempo finché, dalla finestrella della cantina, vide un cane passare annusando un po’ di là e un po’ di qua.

All’ improvviso si mise ad abbaiare contro la finestrella e Flopper capi subito abbaiando contro di lui.

Tutto agitato, Flopper decise di uscire di nascosto da casa e poi andare a tuffarsi nel laghetto vicino perché sapeva che i Vifferman lasciavano sempre la porta aperta, da quanto erano sbadati.

Quindi se il cane di nome Alfredo lo avesse scoperto Flopper sarebbe stato nei guai [e poi, diciamocelo, tutti sanno che i cani odiano l’acqua].

Quando Flopper si mise davanti la porta, nella sua testa parti un conto alla rovescia  3… 2… 1… VIA!

Si mise a correre, a più non posso, ma Alfredo lo stava per raggiungere e allora Flopper, per darsi un po’ di spinta, cercò di volare ma non ci riuscì.

Appena vide il laghetto vicino si preparò a tuffarsi, nel mentre Alfredo abbaiava arrabbiato.

Puff! Splasch!

Flopper si era tuffato e, sguazzando di qua e di là, pulì il suo manto che, da sporco e impolverato, diventò pulito e lucente.

Il cane Alfredo  ormai se ne era andato perché non voleva bagnarsi , sapendo di avere dei padroni molto severi. Era tornato tutto alla normalità!

 


PELLEGRINI JACOPO


SUPER PANDA  CONTRO IL COCCODRILLO ALESSANDRO

Nella cima del monte c'era un cucciolo di panda di nome Fernando.

Un giorno stava giocando con i suoi amici finchè non sentirono un esplosione provenire dalla foresta di bamboo là vicina. Era il coccodrillo più malvagio del mondo, il coccodrillo Alessandro.

Il panda coraggioso entrò nella foresta fitta e trovò Alessandro a pochi passi da lui. Il coccodrillo aveva un laser gigante e voleva distruggere il bamboo . Il panda saltò alla scoperto e chiese:" Perchè vuoi distruggere il bamboo?". Il coccodrillo allora rispose:" Da piccolo mi incastravo sempre sul bamboo e gli altri mi prendevano in giro, lo distruggerò e cosi non avrò mai più problemi!".

Il panda aveva paura ma ricordò le parole di suo padre:"Ricorda casomai si presenti un cattivo usa questo ciondolo ti darà dei super poteri".

Sapeva cosa fare . Il cucciolo prese quel ciondolo che portava sempre al collo e un fascio di luce lo investì. Magnifici guanti rossi e blu apparvero una maschera con gli stessi colori dei guanti gli si poggiò sul viso. Appena il fascio di luce terminò si senti sospeso in aria e cominciò a volare.

Il coccodrillo malvagio iniziò a sparare con il laser.

Schivò tutti i colpi e con un fiato congelante ghiacciò l'attrezzo letale e il coccodrillo fu sconfitto. 

Il panda cosi disse:"Non distruggere il bamboo perchè serve anche per nutrirsi, prova ad assaggiarlo."Ne prese un pezzo e lo mise in bocca:" Mhmm è veramente buono!". Disse Alessandro.  Da quel giorno non lo minacciò più e quando rimaneva

incastrato lo mordicchiava e tornava tutto ok.

 


QOSIJA EMI


IL CANE ASTRO, FRANCESCA E LA COLLANA

C'era una volta, in un paese di campagna, una pastorella di nome Francesca che non poteva uscire di casa perchè glielo proibivano. In una leggenda si diceva che là fuori c'era un cane, Francesca, sentendo quella leggenda, di notte si incamminò verso le montagne e trovò una collana, la raccolse e se la mise in tasca. I suoi genitori erano preoccupati, ma non potevano uscire di casa perchè se la leggenda era vera, potevano morire, infatti quella notte il cane di nome Astro era uscito dalla montagna. A quel punto Francesca si nascoste dietro una pietra della montagna e si mise a dormire. Il giorno dopo Francesca voleva capire a cosa servisse quella collana, allora visto che sulla montagna non c'era nessuno, Francesca si incamminò giù a valle e trovò una biblioteca. Lei entrò e trovò il linguaggio dei simboli, perchè quel giorno si era accorta che dietro alla collana c'era un simbolo strano, tipo così: ^. Allora trovò un libro che diceva: "Chiunque veda questo segno è destinato a trovare colui che l'ha inciso". Poi Francesca ha letto anche: "Può essere inciso in una collana, medaglione, bracciale...". Allora Francesca prese la collana e ella vide quel simboo, il simbolo sparì e apparve una scritta: "Ti offrirò aiuto quando ne avrai bisogno". Il giorno dopo Francesca si era persa in mezzo alle montagne e sentì un fine a voce: "Ti mostrerò la strada per arrivare dal cane Astro, quando lo troverai devi toccarlo con la collana, lui morirà e non ci sarà più terrore, sarai libera". Passò una settimana a cercare il cane, alla fine lo trovò, lo toccò con la collana e lui morì.

Finalmente Francesca fu libera.

 


RAMPAZZO ANNA


FIOCCO E ALESSANDRO

C’era una volta un pastello di nome Fiocco che vive a in un castello. Un  giorno si mise a guardare fuori dalla finestra e vide un bel prato verde,  allora decise di andare a giocare lì. Scese le scale e si fermò davanti alla  porta e disse “Sono pronto “e andò sul prato verde. Su un ramo di un albero  c’era un corvo tutto nero, con le ali grandi, il becco arancione, lungo e  affilato, e con una voce strillante di nome Alessandro. Il corvo Alessandro  era molto affamato quindi si fiondó su Fiocco e se lo mangió in un boccone  “Mmm che buono “disse. Dopo qualche minuto vide di nuovo uscire Fiocco  e Alessandro disse “Ma come è possibile? l’ho mangiato prima! “. Il corvo Alessandro non aveva capito che Fiocco scappava sempre da lui, e quindi  non se lo mangiava mai.

“Va bé adesso me lo mangio di nuovo “. Allora Alessandro si fiondó su  Fiocco. Alessandro disse “Eh si adesso me lo sono mangiato “.

Dopo qualche minuto vide di nuovo uscire Fiocco e disse “No non è  possibile, pazienza ora vado da qualche altra parte così potrò  sgranocchiare qualcosa “e il corvo Alessandro se ne andò via.

E Fiocco si poté divertire sul bel prato verde in santa pace.

 


ROSSETTO  ELEONORA


L’ASSO DI PICCHE

Tanto tempo fa viveva in montagna una pecora chiamata Favola. Favola possedeva una gemma che aveva il potere del ghiaccio.

Un giorno mentre galleggiava nella sua piscina in cortile ad un certo punto arrivò una chioccia che viveva in un pollaio lì intorno con i suoi pulcini.

La chioccia si chiamava Agnese.

Era gelosa di lei perché aveva la gemma dell’asso di picche.

Agnese mentre Favola dormiva le rubò l’asso di picche e lo mise sopra il tetto del pollario; Favola se ne accorse e vide che la chioccia lo stava pulendo.

Si arrabbiò moltissimo, allora mise al posto dell’asso di picche il miele, perché così la gallina si appiccicava.

Agnese rimase appiccicata lì mentre Favola si riprese la gemma.

Ad un tratto i pulcini si misero sotto al pollaio.

I pulcini aiutarono Favola perché la loro mamma Agnese gli faceva mangiare le lenticchie, e non la volevano più vedere; e scapparono con l’asso di picche.

Andarono fino la casa di Favola.

Dopo un po’ la gallina riusci a staccarsi dal miele.

Agnese andò alla casa di Favola, e disse: “ Cosa ci fai con i miei pulcini?”. “I tuoi pulcini sono voluti venire con me perché non ti volevano” rispose Agnese; mentre le due litigavano i pulcini presero l’asso di picche e le congelarono.

Per fortuna Favola aveva il phon in tasca; scongelò Agnese e Agnese per farsi perdonare scongelò la pecora e fecero pace e andarono in piscina a festeggiare.

 

 

VOLPI ETTORE 


UNA BRUTTA VISITA                                                               

C’era una volta un panino di nome Fabio che cenava e guardava la tv e ascoltò una notizia:-un cappuccio di nome Andrea sta girando per Padova a piede libero! -.-Oh mamma!-. Esclamò Fabio.-Dai,ma secondo te viene proprio a casa nostra?!? E poi siamo muniti di telecamere e allarmi! Disse il padre con molta sicurezza.- Vai a letto Fabio, è già tardi! – Escalmò la madre-. – Ok mamma-. Disse Fabio…

Alle quattro del mattino Fabio sentì dei rumori dalla porta d’ ingresso.

Andò a controllare e quello che vide fu incredibile…

Vide il Cappuccio Andrea! Fabio si precipitò in camera dei genitori e disse: - mamma,papà, c’è il Cappuccio Andrea!- Il padre guardò le telecamere e vide il Cappuccio Andrea rubare tutto. Dopo pochissimo tempo si trovarono il Cappuccio Andrea davanti. Scapparono tutti dalla finestra. Fabio, rientrò in casa,prese il telefono e chiamò la polizia spaventato, che arrivò in un lampo e arrestarono Andrea.

Stettero un’ ora a pensare all’ accaduto e poi dormirono.

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