LAVORO DI CLASSE

Quinta B - Scuola Primaria "PESTOLAZZI"

Istituto Comprensivo "BERTACCHI"

Chiavenna

CATEGORIA D

(incipit concorso)

Erano trascorsi pochi mesi dal matrimonio tra Daniel e Camilla e dalla loro incoronazione. Tutto era ritornato alla normalità nel regno. Ma un giorno, alle prime luci dell’alba, a corte arrivò Giovanni uno dei giovani cavalieri del collegio che volle parlare con il re. Era stanco e molto provato, riuscì solo a dire “Daniel… Diego De Villamar è in pericolo, al collegio abbiamo bisogno di te”. Daniel incrociò lo sguardo spaventato di Camilla che senza indugio gli disse: “Vai!”.

Daniel e Giovanni non persero tempo e si diressero verso il collegio.

Arrivati quasi a destinazione, Giovanni condusse il compagno nel bosco dove c’era una casetta di legno.

Aprirono la porta e Daniel trovò Diego De Villamar disteso sul letto.

Era stato avvelenato.

Rendendosi subito conto della gravità della situazione, il re pensò che le uniche persone in grado di guarirlo fossero due suoi vecchi amici che vivevano in Francia, molto colti e preparati su questo argomento.

Una volta giunti sul posto, i due effettuarono numerosi esami così riuscirono a individuare con che cosa il rettore fosse stato avvelenato: era un veleno molto potente, a base di una polvere rarissima contenuta nelle ali di una farfalla estinta ormai da centinaia di anni.

Mentre Daniel veniva a conoscenza di questi dettagli, era in preda al massimo sconforto. In quel mentre passò di lì una vecchia signora che, vedendolo in quello stato, si avvicinò e gli chiese il motivo. Il re le spiegò la situazione quindi lei gli confidò di aver visto, nei giorni precedenti, un uomo di nome Rodolfo trasportare in quella casetta il corpo del rettore. Spiegò inoltre che, in quel momento, quell'uomo si trovava nella locanda del paese a vantarsi del fatto che, a breve, sarebbe diventato il nuovo capo del collegio e di tutte le terre limitrofe.

Dopo aver ascoltato queste parole, Daniel non ci pensò due volte e si recò presso l’osteria dove trovò Rodolfo.

Tra i due scoppiò un violento duello.

Consapevole di non aver altre vie di scampo e vedendo la determinazione del re, il malfattore si lanciò da una finestra per fuggire.

Contemporaneamente Daniel provò a fermarlo con la sua spada ma riuscì solo a colpire e a sfilare la collana che lui portava al collo.

Amareggiato Daniel la raccolse e vide che, sul ciondolo a forma di farfalla, oltre al nome di Rodolfo era inciso il nome di Marcus.

Non capendo il collegamento tra i due, Daniel corse in prigione per chiedere spiegazioni a Marcus.

Il re esordì dicendo:

“Com’è possibile che ogni volta che succede qualcosa di brutto, tu sia coinvolto?” e gli mostrò la collana. Poi continuò disperato:

“Il mio amico Diego non ha più speranze di essere salvato; Rodolfo, probabilmente per prendere il suo posto e arricchirsi, lo ha avvelenato con una polvere ormai introvabile che era custodita in questo ciondolo vuoto .”

Marcus allora capì e spiegò :

“Rodolfo è mio fratello gemello e da sempre è invidioso dei miei successi; questa volta però ha esagerato!” e continuò: “Non tutto è perduto Daniel, ho già sbagliato troppe volte e ora voglio rimediare ai miei errori”.

A questo punto  Marcus mostrò la sua collana che era la metà di quella strappata a Rodolfo e spiegò: “La polvere contenuta nel mio ciondolo ti basterà per creare l’antidoto che salverà Diego”.

Daniel lo ringraziò incredulo, prese la collana e corse alla casetta nel bosco dove immediatamente i due amici francesi prepararono l’antidoto che risvegliò il rettore.

Sicuri ormai che Rodolfo non sarebbe mai più tornato, partirono tutti per il castello dove Camilla li stava aspettando trepidante.

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