CONCORSI DI SCRITTURA CREATIVA

CREAZIONE DI UN FUMETTO

Sofia Elena Lamaddalena


Quinta B  Scuola Primaria

Istituto Comprensivo FRANCESCO CRISPI

RAGUSA (RG)


INSEGNANTE: 

maestra ELENA BONFIGLIO


CATEGORIA D

(incipit concorso)

Erano trascorsi pochi mesi dal matrimonio tra Daniel e Camilla e dalla loro incoronazione. Tutto era ritornato alla normalità nel regno. Ma un giorno, alle prime luci dell’alba, a corte arrivò Giovanni uno dei giovani cavalieri del collegio che volle parlare con il re. Era stanco e molto provato, riuscì solo a dire “Daniel… Diego De Villamar è in pericolo, al collegio abbiamo bisogno di te”. Daniel incrociò lo sguardo spaventato di Camilla che senza indugio gli disse: “Vai!”.

 

Un rapimento inaspettato


Gli anni passavano e mentre nel castello governato da Daniel e Camilla filava tutto liscio come l’olio, nelle carceri spesso i detenuti erano in preda ad una crisi di collera, che scaricavano sui secondini che si presentavano all’ora dei pasti. I carcerieri non potendo più sopportare tutto quel trambusto, andarono dal Re Daniel lamentandosi:

- E’ da una settimana che i detenuti delle carceri continuano a scaricare la loro rabbia su di noi; non riusciamo più a sopportarli ! -
- E’ diventato pesante per noi dar loro anche la colazione.- continuò un’altra guardia.
- Non preoccupatevi andrò in fondo a questa storia. - disse Daniel senza scomporsi. Il giorno seguente Daniel fece visita alle carceri, ma non vi trovò nessuno tranne due detenuti che tentavano la fuga. Le guardie di Daniel li bloccarono mentre i due carcerati sbraitavano:
- Non vi confesseremo nulla ! Sappiate soltanto che ciò che accadde anni fa, sta per ripetersi ! -
- Che dobbiamo fare con loro, sire?- chiesero le guardie.
- Soltanto tenerli a bada finché non diranno la verità.- rispose Daniel. Dopo aver consultato il rettore Diego De Villamar, Daniel decise di fare bere ai due detenuti la pozione della verità, procuratagli dal collegio. Dopo aver fatto bere la pozione della verità ai detenuti, Daniel scoprì finalmente la verità:
- Marcus e Lamberto sono scappati dalle carceri e hanno rapito i figli del Re Daniel che libereranno in cambio del castello appartenuto a Serafin II. Le grida di collera dei detenuti servivano a distrarre le guardie dalla fuga. - disse il detenuto. Propio in quel momento si sentì gridare la Regina Camilla:
- I nostri figli Daniel sono spariti !- Daniel accorse dalla Regina Camilla in preda ad un pianto inconsolabile, così il Re tentò di rassicurarla:
- Non ti preoccupare tesoro, le guardie sono già alla ricerca; i rapitori non andranno lontano.- Ma all’alba della mattina seguente le guardie di Daniel non avevano ancora trovato neanche una minima traccia dei rapitori. Così Daniel e Camilla decisero di partire per andare da Lando. Il loro amico li avrebbe di sicuro aiutati. Appena li vide, Lando si precipitò per abbracciarli forte, felice della visita.
Mentre Daniel raccontava del rapimento dei figli, il sorriso sul volto di Lando sparì.
- Conosco molto bene quel farabutto di mio fratello! Una volta, da piccoli, nascose i miei giocattoli preferiti in una grotta sotto il Monte Arca. Chissà se quel mascalzone non ha portato anche i vostri figli lì. Infondo non è così furbo come crede di essere ! - concluse Lando. Allora Daniel rincuorato disse:
- Per prima cosa occorre un piano! Io e Lando troveremo un diversivo, così che appena Marcus e Lamberto usciranno per controllare, Maria e Camilla si introdurranno nella grotta e metteranno in salvo i bambini fuggendo con loro a cavallo. Solo allora io e Lando sfideremo gli impostori a duello.- Il piano si sarebbe svolto all’alba del giorno seguente nei pressi della roccia Arca. Tutto ciò che avevano programmato funzionò a meraviglia: Daniel e Lando attirarono fuori Marcus e Lambert con rumori di trombe e spade e mentre i due si aggiravano intorno, Maria e Camilla entrarono silenziosamente nella grotta, mettendo in salvo i due bambini che giacevano in un angolo impauriti. Daniel e Lando uscirono dal
nascondiglio.
- Mio fratello lascialo a me! Voglio dargli una lezione una volta per tutte! - gridò Lando.
- Oh guarda chi c’è, il mio fratellino! Che piacere vederti! - sghignazzò Lamberto.
- Tu brutto scarafaggio! Non ti sei stancato delle tue bravate! - disse disgustato Lando.
- Non provate a parlare male del mio signore! - sbraitò Marcus.
- Lasciali parlare pure! E’ l’ultima volta che parlano da re. Tra poco si inchineranno al mio cospetto. - rispose Lamberto.
- Vai a prendere i bambini. - sussurrò Lamberto all’orecchio di Marcus. Ma quando Marcus entrò nella grotta Arca non trovò nessuno. Tornò da Lamberto con la coda tra le gambe. Vedendolo da solo, Lamberto gli urlò contro:
- Che fai sciocco, non hai sentito cosa ti ho appena ordinato! -
- Mio signore i bambini non ci sono e la grotta è vuota. - si giustificò Marcus. Allora il ghigno scomparve dal volto di Lamberto, mentre Daniel e Lando già le spade sguainate bloccavano ogni loro mossa, mentre avanzavano già le guardie di corte. Gli impostori finirono di nuovo sbattuti nelle prigioni dei sotterranei e la collera iniziale fece posto alla rassegnazione e alla tristezza. Ancora una volta il bene
aveva trionfato. Ma la minaccia era davvero finita? Si sarebbero davvero rassegnati quei birbanti? Chissà se altre avventure attendevano i due amici.

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