CONCORSI DI SCRITTURA CREATIVA

CREAZIONE DI UN FUMETTO

Valentina Mirtella


Seconda A  Scuola Secondaria di Primo Grado "T.MARZUTTINI"

Istituto Comprensivo di Gonars

GONARS (UD)


CATEGORIA F

(incipit concorso)

Erano trascorsi pochi mesi dal matrimonio tra Daniel e Camilla e dalla loro incoronazione. Tutto era ritornato alla normalità nel regno. Ma un giorno, alle prime luci dell’alba, a corte arrivò Giovanni uno dei giovani cavalieri del collegio che volle parlare con il re. Era stanco e molto provato, riuscì solo a dire “Daniel… Diego De Villamar è in pericolo, al collegio abbiamo bisogno di te”. Daniel incrociò lo sguardo spaventato di Camilla che senza indugio gli disse: “Vai!”.

 

Un accordo in pericolo


Subito andò a prepararsi, si cambiò mettendosi il suo vecchio abito da cavaliere e prese il minimo indispensabile per il viaggio. Per un momento riflettè sul portarsi anche Massimo ed Alessandro, ma poi ci ripensò, non sapeva ancora in cosa si sarebbe imbattuto e non voleva mettere in pericolo i suoi due amici. Prima dell’ora di pranzo era già partito per il collegio. Durante il tragitto provò a chiedere a Giovanni maggiori informazioni sulle condizioni di Diego De Villamar e su che cosa stava succedendo, ma lui non rispose, continuava solo a ripetere la stessa frase: ”Scoprirai tutto appena arrivati”, senza aggiungere altro. Raggiunsero il collegio alle prime luci dell’alba, c’era voluto quasi un giorno per compiere il tragitto; i due uomini erano stanchissimi, quella notte non avevano dormito per continuare i loro percorso e peraltro a differenza di Daniel, Giovanni non aveva dormito neanche la notte prima, per raggiungere al più presto la corte. Arrivarono al portone nel quale una guardia riconoscendoli non indugiò ad aprirgli il cancello, erano stremati e senza forze. Giovanni cadde a terra svenuto prima di varcare la soglia e subito fu portato all’interno dell’edificio nell'area infermeria, nella quale fu posato su uno dei lettini e lasciato a riposare fino al suo risveglio. Invece Daniel fu portato da una delle guardie dal rettore del collegio per discutere della questione. Alla guardia fu fatto cenno di andarsene, la storia di Diego de Villamar era conosciuta solo da re, regina e rettore, neppure Giovanni sapeva chi era, per questo non sapeva rispondere alle domande di Daniel: lui era solo stato mandato a riferirgli il messaggio. I due iniziarono a discutere: “Che cosa gli è successo?” chiese agitato il re; “Due giorni fa hanno aggredito sua moglie e hanno lasciato nella sua tasca un biglietto con scritto: tu sarai il prossimo se non lascerai immediatamente il trono dietro era firmato: per Diego de Villamar.” Rispose il rettore.
“Qui la faccenda si fa seria” esclamò con tono severo il re. “Sì, ed è per questo che ti ho chiamato. Dobbiamo escogitare un piano.” Passarono tutto il resto della giornata a pensare a come poter proteggere Diego e allo stesso tempo arrestare i colpevoli che di certo non erano sprovveduti, visto che erano riusciti ad aggredire la moglie. Arrivò presto sera e sia il re che l’amico andarono a dormire. Mentre si preparava, a Daniel tornò in mente il momento in cui aveva sentito per la prima volta il nome di Diego e nella quale aveva scoperto chi era. Era successo anni e anni prima e lui non era ancora un cavaliere, frequentava già il collegio San Giorgio; in quel periodo re Serafin incontrava spesso il direttore, più spesso del solito, ma Daniel non si era fatto domande sul perché. Quel giorno Serafin doveva riunirsi col rettore per discutere delle questioni private e con loro c’era anche un’altra persona che non aveva mai visto prima; avevano chiesto a lui di fare da guardia alla porta della sala nella quale si sarebbero riuniti, per evitare che qualcuno entrasse. Daniel era posizionato affianco alla porta, nel lato esterno alla stanza in silenzio; lui purtroppo aveva un enorme difetto: adorava curiosare dove non doveva e anche se gli avevano detto di non ascoltare quello che si stavano dicendo lui lo fece; sentì qualcosa a proposito di un accordo che si tramandava da generazioni e che avrebbe salvato il collegio. Non ne capì molto, ma capì che si trattava di qualcosa di importante. La sera stessa chiese spiegazioni al rettore, con cui andava d’accordo; ovviamente lui si arrabbiò perché aveva origliato e anche se non avrebbe voluto, fu costretto a raccontargli tutto, consapevole che non sarebbe riuscito a mantenere il segreto per molto. Diego De Villamar era il re di un regno molto lontano ma anche molto potente; anni e anni prima aveva dichiarato guerra al collegio San Giorgio, perché si era rifiutato di addestrare i cavalieri per il suo esercito. Fortunatamente il loro re aveva accettato l’accordo che il vecchio rettore aveva proposto, consapevole che l’esercito avrebbe distrutto il suo amato collegio. L’accordo prevedeva che il suo regno non avrebbe attaccato a patto che l’istituto avesse continuato a fornirgli “pozioni” e intrugli che solo lì si potevano trovare. Era ormai da decenni che l’accordo andava avanti, di re in re. Era appena morto il re e Diego De Villamar, suo erede, era lì per onorare l’accordo fatto dai suoi antenati. Quella sera il rettore però gli disse anche un’altra cosa: di stare molto attento, perchè molto probabilmente quella sarebbe stata l’ultima generazione nella quale l’accordo sarebbe esistito; il figlio infatti, aveva sempre espresso la sua contrarietà sull’argomento. 
Immediatamente a Daniel venne un lampo di genio; era tornato al presente, immediatamente si alzò dal letto e si accorse che era già mattina; il Sole già splendeva e gli allievi avevano già iniziato la dose di esercizi giornalieri.
Immediatamente corse fino alla stanza del rettore per illustrare la sua idea. Lo trovò seduto alla scrivania, intento a firmare dei documenti; immediatamente Daniel si mise a parlare :”Forse ho capito chi è il colpevole,.. è il figlio, Antonio De Villamar!!”. Il rettore lo guardò un po’ confuso, così il re disse :” Ora ti spiego: Antonio è sempre stato contrario a questo accordo, ma per eliminarlo deve essere re. E’ sempre stato molto violento anche nei confronti dei genitori e per di più essendo principe avrebbe potuto tranquillamente entrare in camera di sua madre ed aggredirla, per poi, una volta svenuta, lasciarle il biglietto. Magari non era una vera minaccia al padre, ma voleva solo farlo impaurire in modo che gli avrebbe lasciato il trono.” Dopo aver ascoltato con attenzione le sue parole l’altro rispose:” In effetti questo quadra, lui avrebbe fatto di tutto per avere il trono e così avrebbe anche potuto distruggere il nostro accordo, insomma, prendeva due piccioni con una fava”. Subito i due partirono e in meno di una settimana raggiunsero il regno di Diego e dopo avergli raccontato tutto fecero arrestare Antonio, il quale fortunatamente confessò tutto subito. In otto giorni Daniel fu di ritorno al castello, era sera e lui era stanchissimo. Camilla gli chiese come era andata e Daniel rispose:”Ti basti sapere che tutto è andato per il meglio” contento di avere risolto anche questo problema, senza che nessuna goccia di sangue fosse versata.

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