CONCORSI DI SCRITTURA CREATIVA
CREAZIONE DI UN FUMETTO
In una splendida mattinata di primavera, il maestro Teo entrò in classe e, invece di vedere dei volti sereni e gioiosi, vide che i suoi alunni erano molto tristi e pensierosi.
Il maestro chiese quale fosse la ragione del loro cattivo umore e gli alunni risposero che erano tristi per via della guerra e che avrebbero tanto desiderato la pace nel mondo.
Il maestro capì il motivo della loro tristezza ed esclamò: “Facciamo un gioco! Scrivete dei messaggi indirizzati ai capi di Stato che, in questo momento, stanno alimentando la guerra”.
La prima alunna a completare il compito assegnato fu Mariella, la quale lesse a tutti il suo messaggio: “Il tuo comportamento è sbagliato! Che cosa ti hanno fatto di male tutte quelle persone innocenti?”
Poi fu il momento di Tommasino: “Caro capo di stato, hai mai pensato alle terribili conseguenze della guerra?”
Subito dopo intervenne Nunzia dicendo: “La guerra è il peggior errore che l’essere umano abbia mai commesso e tu lo stai commettendo proprio in questo momento. Pensaci, hai ancora la possibilità di rimediare”.
Dopo aver ascoltato i pensieri di tutti i suoi alunni, il maestro disse loro di cercare la parola PACE sul vocabolario e di leggerne il significato.
Mariella prese subito il suo vocabolario, cercò la parola e lesse ad alta voce: “PACE: situazione contraria allo stato di GUERRA. Condizione sociale, relazionale, politica e personale caratterizzata dalla presenza di armonia e contemporanea assenza di tensioni e conflitti”.
“È difficile immaginare quanti brutti ricordi abbiano i bambini che vivono la guerra ogni giorno” disse Mariella.
In quel momento, Arianna, una delle bambine più timide della classe, decise di farsi coraggio ed esprimere la sua opinione: “Bisogna far capire da subito, anche ai più piccoli, che è molto importante educare alla PACE e che si deve sempre rispettare gli altri e i loro pensieri, perché le idee vanno condivise e non imposte”.
Il maestro Teo fu sul punto di commuoversi per la bellezza e la maturità che dimostravano i suoi alunni. Cercò di trattenere le lacrime e con un dolce sorriso salutò la sua amata classe, promettendo loro che il giorno seguente avrebbero imparato tante nuove cose.