CONCORSI DI SCRITTURA CREATIVA

CREAZIONE DI UN FUMETTO

Giuseppe De Cicco


Terza A Scuola Primaria 

Istituto Comprensivo "IGINO PETRONE"

CAMPOBASSO (CB)


INSEGNANTI: COLAGIOVANNI - DURANTE - PIECENTE

                     RUTA - VENDITTI

CATEGORIA C

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Arnold e il suo migliore amico

 

Ieri a scuola il maestro Teo aspettava che Caterina chiedesse ai suoi amici che cosa doveva fare da presidente di Fantasiopoli, ma lei era ferma a guardare un uomo di colore che era andato a visitare la scuola e gli chiese come aveva fatto ad ottenere il suo lavoro.

Dopo rientrò in classe e il maestro Teo le spiegò che un bambino che era stato suo alunno in passato aveva avuto molta difficoltà per la diversità della sua pelle e le disse che “ lui veniva dall’Africa ed era venuto in Italia con una barca enorme però dopo un po’ i suoi genitori morirono e lui andò in un orfanotrofio, lì tutti erano amici e non lo disprezzavano per il suo colore.

Ma poi dopo 2 anni una famiglia lo adottò, i suoi nuovi genitori lo mandarono a scuola ma lui veniva sempre preso in giro e, dato che non era abituato, si mise a piangere.

Qualche giorno dopo iniziò a girare per il suo quartiere in cerca di nuovi amici, poi incontrò un bambino con lo stesso colore della pelle. Diventarono amici e stavano sempre insieme.

Dopo qualche anno loro affrontarono le loro paure insieme.

Però i genitori di Arnold si stancarono di crescere un bambino di colore allora lui e il suo migliore amico andarono in un piccolo quartiere e si misero a giocare con il loro pallone, poi delle persone che li disprezzavano che camminavano sul marciapiede gli lanciarono i palloni addosso.

Dopo un giorno li incontrarono di nuovo e avevano visto che gli si era rotto il pallone allora gli diedero il loro e si misero a giocare tutti insieme.

Il giorno dopo i bulli della scuola li presero in giro però il loro nuovo amico li difese.

Poi il maestro Teo gli disse che tutte le persone possono arrivare ai loro obiettivi se si impegnano  ed anche che tutti i bambini sono uguali nei diritti quindi nessuno deve disprezzare nessuno per vivere serenamente.