CONCORSI DI SCRITTURA CREATIVA
CREAZIONE DI UN FUMETTO
Tanto tempo fa in un piccolo paese dell’Ucraina vivevano felicemente tante famiglie. Al centro di questo paese c’era una bellissima scuola spaziosa, luminosa e colorata.
Nella scuola lavorava un simpatico e giovane maestro di nome Teodoro, però tutti i suoi alunni lo chiamavano Teo.
Agli alunni piaceva molto il maestro Teo perché ogni giorno insegnava loro cose sempre nuove, inventando giochi divertenti.
Una mattina, mentre tutti erano impegnati nelle varie lezioni, arrivò a scuola il postino Peppino che consegnò al segretario una busta rossa con un grosso timbro nero al centro.
Il segretario lesse la lettera e capì subito che da lì a poco sarebbe successo qualcosa di veramente terribile: il generale Brunick, capo dell’esercito russo, stava per bombardare il piccolo paesino, distruggendo così anche quella bella scuola.
Il segretario cercò di rimanere tranquillo e schiacciò il pulsante rosso della campanella d’allarme; alunni e insegnanti sapevano già cosa fare e scesero subito nei bunker sotterranei per mettersi in salvo.
Il maestro Teo carcava di tranquillizzare i suoi alunni che erano molto spaventati a causa del rumore delle bombe.
Al maestro Teo venne un’idea brillante e decise di spiegare loro il gioco della campana, il suo passatempo preferito di quando era bambino.
“Ecco a voi un sasso!” esclamò il maestro, tirando fuori un sassolino dalla sua borsa marron castagna.
Con il suo gessetto bianco disegnò per terra dei numeri fino a dieci e spiegò le regole del gioco.
Così i bambini cominciarono a giocare e pian piano si tranquillizzarono e non pensarono più alle bombe che cadevano sopra le loro teste.
Finiti i bombardamenti, uscirono dal bunker e, purtroppo, trovarono la scuola distrutta tanto che iniziarono tutti a piangere nel vedere quel fumante cumulo di macerie.
Il maestro Teo si accorse che i suoi alunni erano molto tristi e disperati; perciò, cercò di rallegrali con una fantastica proposta: ricostruire insieme la scuola con l’aiuto di tutti i cittadini.
Ognuno fece la sua parte: l’architetto, il geometra, l’idraulico, l’elettricista e il falegname; anche i bambini diedero una mano.
L’ultimo a dare il suo contributo fu un pittore di nome Igor che dipinse all’ingresso della scuola una grandissima bandiera con i colori dell’arcobaleno e con la scritta PACE.
Da lì a qualche mese la scuola era pronta ad accogliere di nuovo tutti gli alunni e gli insegnanti.
Solo grazie all’aiuto dell’intera comunità si era potuto compiere questo miracolo perché, alla fine, l’unione fa la forza e il bene riesce a vincere sempre sul male.
In quel momento, il piccolo Alfonsino, un alunno del maestro Teo, gli chiese: “Maestro, qual è il segreto per vivere tutti un po’ più sereni e in armonia per evitare che accadano fatti dove il male sembra avere la meglio sul bene?”
“Ragazzi miei, può sembrare forse difficile rispondere a questa domanda; si possono fare grandi considerazioni, riflessioni o ipotesi… Eppure, è molto più semplice di quanto si possa pensare. Partiamo dal presupposto, caro Alfonsino, che tutto ciò che tu vorresti cambiare deve partire prima di tutto da te stesso. In questo caso la risposta alla tua domanda è l’AMORE”.
Il maestro accennò un sorriso e con voce entusiasta continuò: “Amate e soprattutto dimostratelo. Fate sapere alle persone che le amate e che ci tenete a loro. Quando dimostriamo il nostro amore, gli altri lo avvertono e ce lo restituiscono… insomma, un circolo virtuoso dell’amore.
L’amore non è unidirezionale ma vicendevole. I gesti d’amore, di rispetto, di gentilezza ritornano sempre indietro più forti di prima.
Per noi è una sciocchezza ma il nostro amore può fare la differenza nei confronti degli altri, conosciuti e sconosciuti, e non possiamo sapere se il nostro gesto gentile, con il tempo, diventerà un regalo, un’amicizia, un favore restituito o un piccolo aiuto nel momento del bisogno.
In questo modo, dal bene nasce il bene e grazie a questa catena si propagheranno nel mondo sentimenti nobili e ogni relazione sarà basata sul rispetto e sulla solidarietà”.
A quel punto il maestro decise di riunire tutta la classe in cortile e di giocare insieme a loro al gioco della campana.