CONCORSI DI SCRITTURA CREATIVA
CREAZIONE DI UN FUMETTO
Giulio, calciatore speciale
Ciao, mi chiamo Giulio.
Io sono nato con un problema che non mi permette di utilizzare le gambe ma questo a me non importa. Sono come tutti gli altri, anche se molti non la pensano come me.
I miei compagni di classe, invece, mi hanno accettato dal primo giorno che mi hanno conosciuto. Loro sono stati dolcissimi con me, in ogni momento della giornata. Ho vissuto i tre anni più belli della mia vita insieme a loro. Siamo stati una classe inseparabile e ci supportavamo nel momento del bisogno.
I ricordi divertenti della giornata che mi sono rimasti più impressi sono le merende sempre in compagnia e ricordo anche che ogni giorno io ed i miei amici percorrevamo il corridoio e, arrivati al distributore, prendevamo il caffè per il maestro Teo. Lui è stato per noi come un padre perché era molto dolce e gentile di carattere . Ci proponeva sempre attività interessanti e divertenti. Quelli, agli altri possono sembrare piccoli ricordi ma per me sono stati importantissimi. Mi hanno fatto stare bene perché in quel momento dimenticavo di avere un problema.
Un giorno qualunque in quarta elementare, però, arrivò, da un’altra scuola nella nostra classe, un alunno di nome Edoardo che era stato espulso per atti di bullismo. Durante i giorni successivi, cominciammo a conoscerlo. Edoardo era un bravo giocatore di calcio, per questo i miei compagni lo seguivano per imparare da lui. Anche le mie compagne lo ammiravano perché era bello e attraente. Così iniziai a sentirmi messo da parte.
Passato un po’ di tempo, mi accorsi che Edoardo mi fissava intensamente. Questa cosa cominciò a preoccuparmi. Infatti, a merenda, lui venne al mio banco e mi disse:‟Dove devi andare conciato così? Tu non puoi giocare con noi a calcio”. Le sue parole mi colpirono profondamente e iniziai a piangere. Vedendomi, il maestro Teo capì immediatamente quello che era successo e ci chiamò. Lui spiegò al nuovo alunno che, nella nostra classe non c’erano differenze e che io ne ero parte integrante.
Gli propose di farmi provare a giocare con loro e disse che sarebbe venuto a vederci durante la ricreazione.
Il giorno della partita raccolsi tutte le mie forze e detti il meglio di me. Edoardo finalmente si convinse e mi fece entrare in squadra. Diventammo così migliori amici perché imparò che siamo tutti diversi ma che è proprio nella diversità che si trova l’amicizia.