CONCORSI DI SCRITTURA CREATIVA

CREAZIONE DI UN FUMETTO

LAVORO DI CLASSE

CLASSE TERZA


TERZA A - Scuola Primaria 

Istituto Comprensivo "IGINO PETRONE"

CAMPOBASSO



CATEGORIA C

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ANCHE LA FANTASIA E’ GIOCO


Caro maestro Teo tu mi hai assegnato il compito di scrivere su quello che ai bambini viene più naturale: giocare.

Tu ci hai insegnato che oltre che naturale, per noi è un diritto, come per noi è un dovere, per il nostro stesso interesse, imparare.

La mattina mi sveglio, mi preparo e vado a scuola dove con i compagni tu e gli altri insegnanti ci mostrate come è bello il mondo in cui viviamo.

Poi mamma o papà mi riportano a casa per pranzare.

Mi fermo un po’ di tempo davanti alla televisione per vedere i cartoni animati che mi piacciono.

Quando voi maestri ci consigliate di esercitarci su qualcosa che abbiamo imparato durante la mattinata provvedo a fare i compiti.

A seconda del tempo e quando non piove i miei mi portano in un campetto dove se sono fortunato trovo qualche bambino con cui giocare a palla, con le figurine, con i pupazzi o altri giochi. Ma quando il tempo è brutto o non trovo nessuno gioco al computer.

Il mio papà mi ha raccontato che abitava in periferia a Campobasso, e che ai suoi tempi c’erano sicuramente meno traffico di oggi e più spazi per giocare. Lui giocava nel cortile sotto casa dove ogni pomeriggio si riunivano tanti bambini e organizzavano chiassose partite di pallone. Tanto chiassose che un signore del condominio gli buttò una secchiata d’acqua addosso.

Per cambiare e per coinvolgere anche le bambine si giocava a nascondino, o si andava tutti in bicicletta per le strade di campagna.

Mio padre mi ha raccontato che non c’era giorno che non tornava a casa senza graffi o sbucciature alle ginocchia e sempre sudato come una spugna.

Io sono triste perché sono in compagnia di amici solo la mattina mentre il pomeriggio sto solo o siamo al massimo in tre o quattro compagni.

Sogno un giorno di diventare un grande politico che in compagnia di Giulia che diventerà un bravo architetto e di Marco che sarà un autorevole poliziotto di progettare una città a dimensione di noi bambini con tanto verde, campetti di calcio, parchi con altalene, scivoli e tanti altri giochi. E così spesso nel pomeriggio immaginiamo di essere a capo dei politici e utilizzando i blocchetti lego costruiamo palazzi dove ci sono spazi per noi bambini.

Il bravo presidente di Fantastilandia aveva presentato un programma molto dettagliato e molto rispondente alle esigenze dei bambini elettori.

Infatti non ebbe problemi a farsi eleggere.

In sella alla bicicletta lui e i suoi più stretti collaboratori girarono per la città tra tanti applausi.

Gli piaceva fermarsi e parlare con tutti e prendere spunto da tutte le proposte che potevano essere utili a migliorare ogni aspetto della città. C’erano bambini che si lamentavano che d’estate anche nei parchi faceva troppo caldo perché non c’era nessuna cura per il verde cittadino. In un quartiere della città le automobili venivano parcheggiate anche in doppia e tripla fila e i bambini dovevano sempre stare molto attenti al traffico indisciplinato degli automobilisti.

Il presidente prendeva appunti, si confrontava con Marco e Giulia per individuare le soluzioni più adatte. Dispose così che la gente dovesse utilizzare tram e autobus e ridurre al massimo l’uso delle auto. Giulia decise che i parcheggi dovessero essere ricavati in prossimità delle stazioni metropolitane sotto terra. I palazzi non dovevano essere troppo alti e le tante zone pedonali dovevano godere della frescura degli alberi. Stabilì che tutti i bambini potessero giocare liberamente, mise al bando prepotenza, cattiverie e aggressività. E tutti i bimbi della sua e delle successive generazioni vissero felici e contenti.