CONCORSI DI SCRITTURA CREATIVA

CREAZIONE DI UN FUMETTO

Tiberio Samuel


TERZA A - Scuola Primaria 

Istituto Comprensivo "IGINO PETRONE"

CAMPOBASSO (CB)


CATEGORIA C

Clicca MI PIACE alla nostra pagina per conoscere tutti gli aggiornamenti

Il gioco come diritto alla gioia


La classe quinta A era ormai arrivata alla fine dell’anno. Le vacanze erano vicine ma si avvicinava anche il tempo per ogni bambino di prendere una strada diversa e di separarsi dagli altri compagni.

Il maestro Teo, vedendo che tutti gli alunni erano tristi per la fine della scuola e per la loro divisione in classi diverse nell’anno successivo, per rallegrarli decise di fare un gioco: ruba bandiera. Divise la classe in due squadre, i rossi e i blu. Fecero tre partite. La prima fu vinta dai blu, la seconda dai rossi e la terza, la decisiva, ancora dai rossi. I blu, delusi dalla sconfitta, erano ancora più tristi di prima. Il maestro disse alla squadra perdente: - Ragazzi, l’importante non è vincere ma partecipare. Vi siete divertiti?-  I bimbi in coro: - Siii, molto!-

Il maestro disse all’intera classe:- Pensate che ci sono dei bambini che non possono giocare come quelli dell’Ucraina e dell’Afghanistan. A loro non è dato modo di divertirsi liberamente. Per tutti i bimbi giocare è un diritto-.

Giovannino disse ad alta voce:- A me è stato detto che non è importante giocare ma che è solo una perdita di tempo!- Il maestro Teo, sorpreso dall’affermazione, non esitò a dire: -Per nulla affatto! Giocare vuol dire libertà, gioco vuol dire gioia, vita ed è un modo per esprimere le proprie emozioni, emozioni autentiche!! Il gioco fa vivere il presente con gioia e speranza e fa ben guardare al futuro! Il gioco fa acquistare fiducia in se stessi e fa venire voglia di migliorarsi! Bimbi, anche se l’anno prossimo andrete in classi diverse, cercate il modo di incontrarvi per giocare nel vostro tempo libero. Il gioco è anche socializzazione, un modo di stare assieme-.

Mariella intervenne dicendo: -Maestro, tu ci hai fatto giocare tanto e ci hai così educati al gioco e alla gioia-. Il maestro rispose:- Grazie Mariella e ricordatevi sempre anche questo che sto per dirvi, nel gioco siete tutti uguali, nessuno è diverso. Non solo nel gioco, ma anche nella vita sociale deve esserci uguaglianza-.

Alla fine della lezione la tristezza scomparve dal volto dei bambini e fece posto alla gioia. La loro amicizia sarebbe durata perché liberi di giocare per sempre.