CONCORSI DI SCRITTURA CREATIVA

CREAZIONE DI UN FUMETTO

DERIU ANNA FIAMMETTA

MELCHIORRI ALESSANDRO

MARTINI LORENZO

PATACCHIOLA LUDOVICA

SABURRI LORENZO

SPADONI SERENA


Prima E  Scuola Secondaria di Primo Grado

Istituto Comprensivo "A.M. RICCI"

RIETI (RI)


Insegnante: Prof.ssa NICOLETTA NOBILI

CATEGORIA E

Clicca MI PIACE alla nostra pagina per conoscere tutti gli aggiornamenti

UN AMICO IN COMUNE


Capitolo 17

Il Fallimento


Marco, purtroppo, perse le elezioni per un mandato di 5 anni. Dopo il fallimento si ricandidò per il mandato successivo e vinse per soli 5 voti, a casa trovò una sorpresa: Camilla era incinta.

Marco era incredulo e per festeggiare le belle notizie andarono a cena fuori, dove le avrebbe fatto la proposta di matrimonio.

Marco si inginocchiò e disse:- Io, Marco Di Prisco, nuovo sindaco di Roccatonda chiedo a te, Camilla , mi vorresti sposare?

Camilla si mise a piangere per la gioia e senza esitare accettò.

Tutto il locale scoppiò in un caloroso applauso e Marco per l’emozione diventò rosso come la prima volta.


Capitolo 18

Nuovi arrivi in famiglia!!!!


Marco, ancora stupito, decise di cercare casa nel quartiere di Giovanni per fargli compagnia.

Fortunatamente riuscì a comprare una casa nei paraggi.

Finito il trasloco, Camilla, avvertì dei forti dolori alla pancia, Marco capì subito la situazione e la portò in ospedale. Una volta arrivati corsero in sala parto, e dopo poche ore nacque Alfredo Di Prisco. La notizia spopolò in tutto il paese, e appena accesero la tv già si parlava del nuovo arrivato a Roccatonda.

 

 Capitolo 19

Nonno Giovanni

Durante i preparativi delle nozze, Alfredo passava quasi tutto il giorno con Giovanni, così tanto tempo da chiamarlo nonno.

Undici anni fa si celebrava l’elezione del dodicenne che oggi si sposava.

Camilla e Marco quando andarono in luna di miele il piccolo bambino rimase con nonno Giovanni.

Dodici anni erano ormai passati e i due diventarono amici inseparabili.

L’anziano si divertiva molto con il giovanissimo nipote: giocavano a calcio, andavano al parco, compravano il gelato…

              

Capitolo 20

Un figlio in comune

Mentre papà Marco era impegnato con i preparativi per la festa di primavera, Alfredo, si faceva consigliare da nonno Giovanni il discorso per essere eletto come sindaco dei bambini della città di Roccatonda.

Marco, come tradizione, andò a trovare suo padre per chiedergli se era disposto a occupare il banco delle salsicce.

Papà Piero accettò subito la richiesta del figlio e iniziò a tirar fuori il Barbecue. Chiese la stessa cosa anche alla madre Sara, ma per distribuire volantini pubblicitari, anche lei accettò. Arrivò il tanto atteso momento della festa.

A Roccatonda arrivarono turisti da tutta Italia, per visitare e assaporare i sapori tradizionali del paese. La festa andò benissimo, e si arrivò al momento più atteso da Alfredo e da Marco.

Iniziarono i discorsi dei bambini, Alfredo si esibì per ultimo, gli altri ragazzi furono molto apprezzati dal pubblico con dei calorosi applausi.

Arrivò il turno di Alfredo, che era molto ansioso , impaurito e insicuro; prese coraggio e salì sul palco.

Iniziò il suo discorso balbettando, però si riprese seguendo i consigli di nonno Giovanni e fece un bellissimo discorso. Alfredo, sceso dal palco, chiese a Marco come fosse andato il discorso, il padre rispose che era andato molto bene ed era uno dei candidati alla vittoria. Iniziarono le votazioni, il risultato sembrava ovvio,

un ragazzo di nome Ermenegildo aveva vinto di 23 voti su Alfredo. Il figlio del sindaco ci rimase molto male, ma il giorno dopo.


Capitolo 21

Il colpo di scena

Ma Alfredo affacciandosi alla finestra vide che il padre di Ermenegildo stava pagando il vicesindaco, lo zio del ragazzo barone, allora Alfredo chiamò Marco, che in veste di sindaco, licenziò il vicesindaco e chiamò la polizia. Si venne a sapere che il vicesindaco era, in realtà, l’ex sindaco arrestato molto tempo fa, quando Marco fu eletto sindaco dei bambini di Roccatonda.  Ma tornando alla sua storia del ex sindaco, sembrava che anni fa fosse stato aiutato da una persona e fosse evaso dal carcere, da lì in poi non si ebbero più notizie, da lì scaturì una indagine, il primo a essere sottoposto ad un interrogatorio. Giovanni, in passato, disse a Marco di non aprire per nessun motivo al mondo i cassetti del vicesindaco, però Marco molto curioso, mentre Giovanni era impegnato con l’interrogatorio, curiosò nella casa di Giovanni sperando di trovare le chiavi del cassetto, Marco cercò dappertutto ma non trovò nulla e arrabbiato tirò un pugno sul tavolo della cucina e da sotto il tavolo cadde una chiave.

Marco sconsolato, tornò in comune nell’ ufficio del vicesindaco, e tentò di aprire il cassetto, era riuscito nell’ impresa ma quello che trovò erano solo fogli bianchi, Marco frustrato prese tutti i fogli e li scaraventò a terra ma notò uno strano rialzamento in cartongesso, lo ruppe e il contenuto era sconcertante, c’erano dei fogli molto sospetti, Marco senza toccarli con le proprie mani si infilò i guanti “per non lasciare le impronte digitali”

Si avventò dalla polizia. Gli agenti trovarono molti documenti nascosti dove venivano messi in causa tutti i peggiori criminali di Roccatonda…


Capitolo 22

Giovanni cosa ci nascondi?

... La polizia, sfogliando i fascicoli,  trovò anche i documenti di Giovanni, e Marco stupito,  svenne.  I poliziotti preoccupati aiutarono Marco a riprendere i sensi ma senza successo, così decisero di chiamare  l’ambulanza. Alfredo , non sapeva ancora della situazione del padre quindi lo chiamò per sapere di più sul caso dell’ ex sindaco , ma Marco non rispose . Il ragazzo pensò che fosse occupato nella faccenda, anche se non era così. Camilla fu avvisata da una chiamata della polizia per dirle di dirigersi verso l’ospedale più vicino (perché a Roccatonda non c’è un ospedale) allora Camilla, insieme ad Alfredo, partì per l’ ospedale che distava circa 30 minuti da lì. Appena arrivò la situazione era migliorata perché, fortunatamente, Marco aveva recuperato i sensi, ma comunque doveva rimanere in ospedale per altri 2 giorni.  Una volta uscito, Marco fece ritorno nella stazione della polizia e purtroppo venne avvisato che il suo caro amico Giovanni era stato condannato ai domiciliari in attesa di processo, in poche parole non poteva uscire di casa. Allora Marco incredulo decise di chiamare il suo amicone Giovanni e gli promise che avrebbe risolto il problema parlando con gli agenti della polizia . Il ragazzo  parlò  con la polizia. La polizia gli disse che la situazione non era facile, perché Giovanni era stato condannato ai domiciliari insieme ad un altro uomo, lo zio di Ermenegildo.

Però le prove erano a sfavore di Giovanni. I mesi passarono e le cose non tornavano alla normalità, ma la polizia indagando ancor di più sulla vicenda scopri che il colpevole non era Giovanni ma il secondo sospettato, perciò Giovanni venne liberato e lo zio di Ermenegildo fu messo in carcere e da quel momento Ermenegildo non fu più il piccolo sindaco dei bambini ma Alfredo, figlio di Marco, sindaco di Roccatonda