CONCORSI DI SCRITTURA CREATIVA

CREAZIONE DI UN FUMETTO

- gruppo 3 - 

Classe Seconda 


SECONDA A - Scuola Secondaria di Primo Grado

Istituto Comprensivo "Gianfranco Maretti Tregiardini"

SERMIDE (MN)


Insegnante: Prof.ssa CATIA BARBIERI

CATEGORIA E

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Non è tutto oro ciò che luccica

 

Passarono gli anni e Marco diventò maggiorenne.

Nel corso dell’estate gli erano tornati in mente tutti i ricordi di quando ancora era dodicenne e  Roccatonda aveva raggiunto il suo massimo splendore grazie al suo lavoro di primo cittadino.

Spinto dal desiderio di avverare il suo sogno si candidò nuovamente come sindaco del paese, e, grazie al successo che aveva ottenuto in passato, Marco venne rieletto.

Corse da Giovanni e lo abbracciò; ai due vennero gli occhi lucidi e sembrava che stessero per piangere da un momento all’altro.

Iniziò così la nuova avventura di Marco.

Erano passati mesi da quando il giovane ragazzo era diventato primo cittadino.

All’inizio sembrava che andasse tutto per il meglio, Marco organizzava feste, giochi, e tanto altro.

Un giorno però ci fu un imprevisto.

In occasione di una gara d’appalto, Marco venne sorpreso mentre accettava dei soldi da una persona che voleva garantire alla sua ditta la vincita. Chi avrebbe costruito l’edificio migliore avrebbe vinto un'ulteriore somma di denaro.

Marco si era lasciato corrompere.

Nessuno si sarebbe mai aspettato una scorrettezza simile e la notizia finì su tutti i giornali.

La detenzione per  Marco fu di un anno e in prigione conobbe tanti criminali che influenzarono negativamente il suo pensiero.

Quando venne rilasciato tornò nel suo paese. Venne accolto con freddezza e disprezzo, decise così di andare all’estero per un periodo, con lo scopo di calmare le acque e ripensare agli errori della sua vita.

Marco decise così che avrebbe continuato gli studi. Dopo aver pensato giorno e notte ad una meta possibile, scelse Amsterdam. Nel giro di una settimana decise di partire.

Camilla però non era d'accordo con questa decisione e cercò in tutti i modi di convincere il ragazzo a restare a Roccatonda, di non fermarsi al primo ostacolo e di continuare per la propria strada. Doveva trovare una soluzione a ciò che era accaduto.

Ormai, però, era tutto organizzato.

 Marco non voleva restare a Roccatonda e i suoi genitori appoggiarono la sua decisione.

Così, Marco, al compimento di ventun' anni, partì per Amsterdam.

Il volo durò circa due ore e finalmente il ragazzo arrivò nei Paesi Bassi per iniziare una nuova vita.

Erano passati un po’ di mesi, il ragazzo stava per sostenere il suo primo esame di Economia, era prontissimo, aveva studiato tutto il mese, ma dentro di lui c’era un vuoto, non era più felice come prima, qualcosa gli mancava.

 Non riusciva a capirne il motivo.

 Superò l’esame con trenta, ma  dentro di lui c’era  ancora un vuoto che non riusciva a colmare.

Una mattina, i genitori di Marco gli fecero una videochiamata, e appena il ragazzo vide il sorriso di mamma e papà si riempì di felicità.

Dopo quella chiamata il ragazzo aveva capito cosa gli mancava di più: il suo paese natale.

Aveva nostalgia del luogo dove era nato, dove era cresciuto e dove aveva conosciuto la sua ragazza, Camilla.

Proprio in quel momento i suoi pensieri si interruppero.

Camilla... non se la ricordava più.

Gli mancavano il suo profumo di lavanda, i suoi abbracci e i lunghi capelli ricci e biondi.

Non aveva più sue notizie, non sapeva né cosa stesse facendo né come si sentisse: davvero le mancava terribilmente.

Così Marco decise di chiamarla.

La ragazza non rispondeva, Marco provò a inviarle qualche messaggio, ma nulla da fare. Era come se Camilla fosse scomparsa, proprio come un fantasma, come se si fosse completamente dimenticata di lui.

Il ragazzo, affranto, tornò nel suo piccolo appartamento.

 

Marco, al corso di Economia, era il più bravo, ma questo non gli bastava: come sempre era triste, e adesso ne conosceva il motivo.

Testardo com'era, decise di portare a termine gli studi che aveva iniziato e solamente alla fine del corso sarebbe tornato al suo paese.

Così fu: Marco si laureò col massimo dei voti e all’inizio dell'autunno tornò a Roccatonda.

Arrivato all’aeroporto andó a casa dei suoi genitori e suonò il campanello: appena il padre Piero aprì la porta, lo abbracciò.

Piero  non si aspettava  questa sorpresa, rimase pietrificato. Si commosse e una lacrima gli rigò il viso.

Il giovane si meravigliò perché suo padre era un tipo molto chiuso e distaccato, soprattutto da quando Marco era stato arrestato.

Il ragazzo non perse tempo e gli chiese di Camilla.

Il padre abbassò la testa e Marco incalzò ulteriormente: “Dov’è Camilla, papà?”.

Piero, con un filo di voce, gli spiegò: ”Nei mesi scorsi le è stato diagnosticato un tumore molto grave, ormai è  troppo tardi figliolo, è deceduta due giorni fa in ospedale”.

Marco, sconvolto dalla terribile notizia, si accasciò a terra e pianse tutto il giorno. 

Dopo il funerale,  Piero  consegnò a Marco una lettera che Camilla gli aveva scritto qualche mese prima di morire.

In questa lettera la ragazza confessava al fidanzato la sua malattia e quale sarebbe stato il tragico epilogo di tutta questa vicenda.

Gli aveva anche giurato il suo amore eterno, raccomandandogli di portare ancora una volta Roccatonda a vivere come un tempo.

Quello sarebbe stato l’unico desiderio e volere di Camilla. 

Marco promise a se stesso di migliorare il suo paese una  volta per tutte, quello era il sogno di Camilla e dunque anche il suo.