CONCORSI DI SCRITTURA CREATIVA

CREAZIONE DI UN FUMETTO

Tommaso Francesco Controne


Seconda F  Scuola Secondaria di Primo Grado

Istituto Comprensivo "MARCONI"

BATTIPAGLIA (SA)


Insegnante: Prof.ssa MARGHERITA FARABELLA

CATEGORIA E

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UN AMICO IN COMUNE... il mio finale!


Era il giorno che attendevo da quel fatidico agosto, quando era il mio tredicesimo compleanno. Da quel giorno erano passati cinque lunghi anzi lunghissimi anni di riflessione.

Nella sala parlamentare faceva caldo, molto caldo o forse era la mia impressione. Io cominciai a riflettere, avevo progettato tutto da quel giorno e individuato una miriade di cose per migliorare il mio piccolo paese Roccarotonda .

Ad un certo punto uno strano suono mi invase era una specie di bip, tutto rallento’ fino  a zittire tutto e tutti.

Non so perché , io mi paralizzai, avevo una sensazione di ansia che mi divorava dall’interno, come un piccolo demone che come una nuvola si espande nello stomaco. Questo misto di ansia e paura non mi lasciava e mi faceva sentire solo anche se ero in compagnia, volevo urlare ma la mia bocca non osava muoversi , un brivido mi rincorse lungo la schiena come un piccolo maratoneta che compie i 300 metri. Io,l’eterno ragazzino, sicuro di sé con una perfetta stabilità mentale, carattere da leader, stava avendo un crollo emotivo? Non era possibile !

Stavo realizzando il sogno della mia vita, migliorare il mondo!

Eppure in questo momento mi sentivo così piccolo, insignificante, insicuro.

Ripensai a tutto quello che avevo fatto.

La gioia nel far realizzare il museo del gioco e del giocattolo e la soddisfazione nel vedere le centinaia di persone che lo visitavano ogni giorno;

L’entusiasmo durante la fondazione  del “Consiglio dei bambini e degli anziani”. Tutto ciò che avevo realizzato mi sembrava fantastico, ma cominciai ad avere dei dubbi su quello che avevo programmato per la mia eventuale prossima elezione, cominciai a pensare che non sarebbero state cose utili alla popolazione. Invece dell’adrenalina cominciò a salirmi l’ansia e sentivo un nodo in gola e tutto si sfogava   nel continuo movimento stressato della mia gamba e nel fastidioso bacchettare delle mie dita che per me era normale ma che notò Giovanni. Proprio Giovanni con  una scherzosa battuta mi  chiese se fossi agitato, aveva un sorriso quasi paterno, ma non come quanto i miei genitori Pietro e Sara che si erano messi in tiro e facevano il tifo per me. Non parliamo poi di Camilla che aveva letteralmente un cartellone  con su scritto “Forza Marco Di Prisco!” con un cuore. Insomma io mi chiedevo se ero pronto per questo ruolo, ero grande o ero piccolo, ero ancora quel ragazzo ricco di euforia che frequentava la terza media ?

Adesso avevo molte incertezze. Ecco che con un risultato inaspettato il vecchio signore annunciò il risultato delle elezioni “:il nuovo sindaco a vita è Marco de Prisco!”

Si alzò una folla di urla, tutta la sala parlamentare fremeva dalla gioia e tutti urlavano “Viva Marco, Viva Marco!”

Io non sapevo come reagire. Potevo urlare dalla gioia  ma c'era qualcosa che mi bloccava , un mal di stomaco lacerante e sono stato costretto a scappare dalla sala parlamentare. Mia madre, mio padre e Camilla cercarono di fermarmi, ma io li guardai fissi negli occhi e con una mano davanti alla bocca per trattenere la nausea, comunicai con lo sguardo che dovevo andare. Giovanni però capì e mi accompagnò in bagno, mi diede qualche medicina e mi parlò. Mi disse che era normale avere paura, che anche lui da giovane aveva avuto un collasso psicologico, ma ora era il momento di prendere in mano le redini del paese.

Gli chiesi di parlarmene e lui mi raccontò di sua moglie.

Aveva perso sua moglie in un incidente, lui l'aveva aspettata per molto tempo, aveva provato a chiamarla inutilmente, fino a quando non era arrivata quella terribile telefonata. Da quel giorno e per molto tempo non fu lo stesso, non uscì per giorni, neanche per il funerale della moglie. Andò a visitare la sua lapide solo quando tutto era finito e non c'era più un'anima viva. Per tanti anni si era sentito solo e perso, senza un senso nella sua vita, senza uno scopo né un sogno. Poteva restare a rimurginare per ore ed ore, al buio da solo.

Poi mi confessò che solo dopo avermi incontrato si era sentito un nonno felice, che io ero il suo bastone della vecchiaia e che oltre me non aveva più nessuno. Lui sentiva che solo io gli sarei stato vicino per il resto della sua vita.

Mi abbracciò e io in quel momento mi chiesi se era il caso di piangermi addosso o dovevo correre fuori dove c'era la mia fidanzata e la mia splendida famiglia che mi aspettava.

Adesso lo sapevo . Mi aggiustai la cravatta e uscii per andare a migliorare il mondo, ora sapevo che potevo farlo.

Mi voltai e vidi Giovanni, senza parlarmi io capii che mi sarebbe stato sempre accanto. Mi sentivo motivato ed entusiasta.  Uscii e mi accolsero i miei genitori, senza dare spiegazioni ma solo sorridendo mi avviai verso il palco per fare il mio primo discorso da sindaco.

Nel mentre mi schiarivo la voce e avvicinavo la bocca al microfono sentii un mormorio dal fondo della sala e vidi un impiegato avvicinarsi a me. Mi sussurrò qualcosa all'orecchio. Incredibile avevo perso le elezioni per un solo punto! C'era stato un errore nel conteggio dei punti ed il nuovo sindaco era quello vecchio, quello che mi aveva insegnato tutto da ragazzino facendomi diventare prima il suo aiutante  e poi il sindaco dei bambini,poi il sindaco vero e proprio.

Io ero furioso  proprio lui appena uscito di galera aveva vinto le elezioni!

Passai giorni e giorni a chiedermi come avevo potuto perdere le elezioni contro quell'avanzo di galera, chi aveva corrotto per farsi assegnare quell'ultimo voto!

Decisi di andare in fondo a quella storia....non sapevo ancora come l'avrei smascherato ma una cosa era certa:

il sindaco sarei stato io...non avevo più dubbi , non avevo più paure e ormai sapevo che quella sarebbe stata la mia strada. Io ero nato per cambiare il mondo e anche senza essere sindaco potevo farlo. Infondo forse  era meglio cosi  e se mi chiedeste oggi, se un ragazzo di soli 18 anni possa cambiare tutto, io vi risponderei di si. Infatti  quella che pensai fosse una sconfitta in realtà si rivelò solo una grande vittoria perché un guerriero che ha vinto 1000 battaglie è meno forte di un guerriero che ha vinto sé stesso.