CONCORSI DI SCRITTURA CREATIVA

CREAZIONE DI UN FUMETTO

Francesco Zambrano


Seconda F  Scuola Secondaria di Primo Grado

Istituto Comprensivo "MARCONI"

BATTIPAGLIA (SA)


Insegnante: Prof.ssa MARGHERITA FARABELLA

CATEGORIA E

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UN AMICO IN COMUNE... il mio finale!


Il tempo sembrava non finire mai sembravano passate ore, ore mentre riflettevo sull’importanza dell’incarico che probabilmente stavo per ricevere. Riflettevo su varie possibilità, se avessi vinto avrei fatto festa con le persone che voglio bene e molti uomini si sarebbero avvicinati cercando di attaccare bottone cosi secondo loro, avrebbero ricevuto favoritismi. Al contrario se avessi perso, nessuno si sarebbe avvicinato a me e sarei rimasto solo con le persone che mi vogliono bene e che saranno sempre al mio fianco. Questo mio pensiero fu spezzato da un uomo che vestino in giacca e cravatta stava per annunciare la carica di sindaco. << Con più del 70% dei voti a vincere le elezioni da Sindaco della città di Roccatonda è…  Marco Di Prisco!!!>> Non potevo crederci, era la seconda volta, si, ma è stata una grandissima emozione perché so che i miei concittadini si fidano ancora di me. La mattina seguente alle elezioni e ai festeggiamenti rientrai al municipio dopo ben 5 anni e mi resi conto che era cambiato di parecchio. La vecchia scrivania in legno di ciliegio lunga 160cm era stata cambiata con una nuova scrivania in vetro con i supporti in acciaio, su, appesa al muro una grande stampa colori della faccia del vecchio sindaco a colori con la scritta: <<Con me si porterà Roccatonda allo splendore>>. Notai anche che il vecchio sindaco rimosse tutti i ricordi e tutte le memorie dei sindaci che lo hanno preceduto, <<Bhe! Questo sindaco ha combinato un vero e proprio disastro>>. Pensai tra me e me. Però non c’era più tempo da perdere ed era arrivato il momento di iniziare a controllare e a sistemare tutte le varie scartoffie che di prima mattina mi sono ritrovato sulla scrivania. Preso dal lavoro non mi resi conto che mancava qualcosa, o forse qualcuno… non feci in tempo a pensarci che una mano si poggiò sulla mia spalla come se volesse attirare la mia attenzione, mi girai e vidi Giovanni che con un grande sorriso mi fissava dritto negli occhi con uno sguardo rassicurante. Appena lo vidi non mi trattenni dalla gioia, mi alzai dalla sedia e lo abbracciai subito, mi fece di nuovo i complimenti e iniziammo a parlare subito della cerimonia per far diventare Giovanni vicesindaco di Roccatonda. Decidemmo il giorno il luogo e l’orario andava soltanto detto all’ufficio stampa che lo avrebbe comunicato a tutti. Ora però dovevo tornare a lavoro perché quella pila di documenti da controllare era molto alta. Erano ormai passate tre ore nelle quali mi presi una piccola pausa di circa trenta minuti per pranzare. Ero ormai arrivato agli ultimi documenti quando mi saltò all’occhio qualcosa di strano… Era un documento che registrava tutti i rifiuti procurati durante lo scorso mandato. Vidi che furono smaltite tonnellate di plastica in modo errato. Alcuni furono bruciati in una discarica poco fuori città, altri invece furono gettati nel mare a 5 km dalla costa per non far allontanare i turisti al fine di mostrargli quel mare apparentemente pulito perché in realtà non lo era. Lessi anche che, nel tentativo di distruggere il “Museo del gioco e del giocattolo”, furono bruciati circa trecento giocattoli su cinquecentosettantatre, mentre altri settanta giocattoli circa, vintage, furono venduti e il ricavato di circa 1400 euro, fu diviso tra i componenti dell’amministrazione comunale. Mi resi conto che la colpa non era solo del sindaco, ma in piccola parte era anche dei cittadini che non conoscevano assolutamente le regole della raccolta differenziata. Chiesi subito di vedere Giovanni e un poliziotto addetto all’ufficio “smarrimento documenti e oggetti personali”, che con tono di rimprovero mi rispose: “Giovane ricordati che Giovanni è in pensione e può entrare nella casa comunale soltanto come visitatore e quindi solo un’ora al giorno, così come previsto dal regolamento di questo comune. Decisi, quindi, di mettere in pausa l’argomento rifiuti e di dedicarmi all’organizzazione della cerimonia che avrebbe visto la nomina di Giovanni quale vice sindaco. Lasciai, così, gli ultimi tre documenti da controllare sulla scrivania e incominciai a pensare cosa fare per organizzare la cerimonia. La mattina seguente era già tutto pronto e con l’aiuto di alcune persone molto amiche di Giovanni e di tecnici specializzati, allestimmo un gazebo di metallo con festoni verdi bianchi e rossi. Vista la grandezza della piazza, abbiamo disposto circa duecento sedie per permettere a quante più persone di potersi sedere e assistere alla cerimonia. Mancava solo un’ultima cosa da fare, forse la più importante, chiamare Giovanni che era ignaro di tutta questa organizzazione. Giovanni non è uno a cui piacciono tanto le sorprese, quindi convincerlo a venire in piazza, non fu per niente facile, però dopo varie promesse, tra cui un nuovo cappello, accettò. Lo facemmo salire su una macchina con i vetri oscurati, così da non fargli vedere tutte le persone che erano arrivate in piazza per lui. Nel frattempo che noi eravamo in macchina diretti alla cerimonia, in piazza c’erano esperti e amici di Giovanni che si preoccupavano che tutto fosse perfetto e organizzato. Ad accompagnare Giovanni ci fu un enorme applauso da parte di tutti e, dal suo sguardo, si comprendeva che avesse capito cosa stesse succedendo. La cerimonia andò a buon fine e al termine Giovanni, o dovrei dire il vicesindaco, con le lacrime agli occhi, fece un discorso, si improvvisato, però molto significativo. In esso ringraziava tutte le persone a lui care, ringraziò tutti coloro che avessero organizzato questa cerimonia e ringraziò personalmente anche me, per essergli stato sempre vicino anche nei momenti più difficili. Il giorno successivo verso le 8:30 mi recai al municipio per parlare della questione rifiuti con Giovanni. Arrivai ancora un po' assonnato e vidi che il vicesindaco mi stava già aspettando. Lo salutai e ci dirigemmo verso l’ufficio subito a lavoro. Ricontrollando le carte, capimmo che la situazione era davvero seria e dovevamo subito organizzare qualche attività per i più piccoli, per educarli sin da bambini, ma anche corsi per adulti così da spiegargli bene questo tema. Ma la cosa più importante era introdurre in città la raccolta differenziata. Dovevamo decidere i giorni in cui si buttava l’immondizia per esempio carta, vetro ecc. mentre decidevamo i giorni Giovanni si ricordò di un vecchio archivio che decise lui con il vecchio sindaco che quando ero giovane fu arrestato. Dopo circa dieci minuti di ricerche tra gli scaffali Giovanni esclamò: <<Finalmente ho trovato quello che cercavamo!!>>. Mi fermai con le ricerche e mi avvicinai a lui, per vedere cosa avesse trovato. Era una bozza scritta a penna dove a ogni giorno corrispondeva un rifiuto da gettare. Senza pensarci troppo decisi di rendere il prima possibile pubblica questa cosa dando il documento a chi si occupa del sito del comune per l’farglielo pubblicare. Risolsi anche il problema di chi doveva raccogliere immondizia.                                                      

Erano passate ormai diverse settimane durante le quali attendemmo il riscontro di questa attività e devo dire che i risultati arrivarono. Portammo molti rifiuti smistati all’isola ecologica mentre altri che si potevano riutilizzare come giocattoli e cosi via li raccogliemmo e li sistemammo così da poterli donare alle famiglie più bisognose. In questa settimana organizzammo diverse attività riguardante la raccolta differenziata da poter promuovere nelle nostre scuole. Chiedemmo, infatti, se ogni classe era disponibile a darci un’ora del suo tempo e tutti i ragazzi fecero firmare questa informativa. Riuscimmo a chiamare esperti che avrebbero spiegato ai ragazzi questo argomento e che lo avrebbero fatto grazie a dei giochi. Un altro gruppo di esperti invece si occupò di insegnare tramite dei corsi mensili a tutti gli adulti della città che volessero partecipare per spiegare loro i cambiamenti della terra se tutti facessimo la raccolta differenziata e se nessuno la facesse. Quello che spiegarono ai ragazzi e quello che spiegarono ai genitori più o meno erano le stesse cose:

  1. Il tempo che impiega un certo oggetto a decomporsi. Ad esempio una bottiglia d’acqua impiega fino a 500 anni.
  2. Cosa è la biodegradabilità. La biodegradabilità è la potenzialità dei materiali organici di trasformarsi, attraverso l’azione di microrganismi presenti nell’ambiente, in humus, acqua, anidride carbonica ed eventualmente ossigeno e idrogeno.
  3. La differenza tra bioplastiche e biodegradabile. Infatti non tutte le bioplastiche sono biodegradabili.
  4. Come si decompone la plastica. La bottiglia compie un processo di decomposizione che inizia dalla frammentazione per proseguire alla microplastica e la nanoplastica, che vista al microscopio ci fa capire la composizione della plastica se in polimeri o in monomeri.

Abbiamo fatto un ottimo lavoro, tutti si sono mostrati interessatissimi e questo ci ha fatto molto piacere perché è valso il tempo che abbiamo impiegato. Dopo circa un anno si iniziarono a vedere i primi risultati, le strade erano più pulite e riuscimmo a riciclare ben due tonnellate di plastica che altrimenti sarebbero state gettate nel mare. Grazie a questi enormi progressi riuscimmo, piano piano a riaprire tutte le varie attività come il museo del gioco e del giocattolo ma soprattutto il fine settimana del gusto. I corsi però non si fermarono e anzi molte persone vennero anche dalle città più vicine per imparare qualcosa in più. Tra le attività che furono fatte fare ai ragazzi delle nostre scuole ci fu anche la costruzione di giocattoli con materiale da riciclo e il più bello fu esposto nel museo del gioco e del giocattolo con tanto di nome, istruzioni d’uso, storia e nome dell’inventore. A votare gli elaborati furono gli stessi alunni che votarono un orsetto costruito con bottiglie di platica e imbottito di lana che se gli premi la mano parla visto che all’interno è stato riposto un registratore preso da un altro orsetto che purtroppo si era tutto rovinato. Sono passati oramai quasi cinque anni da quando sono diventato sindaco e ora sto per compiere un grande passo avanti nel cammino della mia vita, ho deciso di sposarmi con Camilla, la ragazza che amo da quando avevo dodici anni. Tra le tante persone che potevamo scegliere come testimone di nozze abbiamo scelto Giovanni perché molto probabilmente se non fosse stato per lui noi due non ci saremmo mai incontrati.