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Un Natale di tanto tempo fa, al Polo Nord Babbo Natale e i folletti avevano lavorato tanto per costruire due marionette, Pulcinella e Arlecchino, ordinate dal re di Pio Pio, Terenzio IV, per suo nipote Tribuzio, figlio di sua sorella Greta e Ivan, e Glicinicus, il suo più caro amico.

La notte di Natale, il re, non vedendo arrivare nessun regalo, mandò due servitori al Polo Nord per indagare. Anche Babbo Natale si era accorto, guardando nella sfera magica della Befana, che mancavano le due marionette e che i colpevoli erano stati Ping e Pong, due gemelli, che non avevano mai ricevuto in tutta la vita i regali di Babbo Natale perché erano due criminali.

Babbo Natale diede ai servitori la scopa e la sfera magica della Befana, una renna e le Mani Magiche per andare a cercare i due gemelli e recuperare le marionette.

I due servitori andarono a chiedere ad una compagnia circense se avessero visto due ragazzi scappare con due marionette grandi come un bambino. Tutti insieme guardarono la sfera magica e videro la casa dove si trovavano Ping e Pong.

Allora con l’aiuto delle Mani Magiche, della scopa e della renna, riuscirono ad entrare nella casa dei gemelli e a recuperare le due marionette, caricarle nella slitta e a dirigersi velocemente al Polo Nord da Babbo Natale.

Babbo Natale potè così partire in fretta e furia per portare i regali ai bambini e consegnare anche le marionette a Terenzio IV, con l’aiuto della polvere magica.

Tribuzio e Glicinicus ricevettero finalmente le marionette di Pulcinella e Arlecchino e furono molto contenti visto che le avevano aspettate per tanto tempo. Decisero che un giorno sarebbero diventati folletti speciali di Babbo Natale.

Babbo Natale quando finì di consegnare i regali, decise di andare a casa di Ping e Pong e dare loro una bella lezione: non avrebbero mai più ricevuto regali nei prossimi Natale, la Befana non gli avrebbe consegnato nemmeno il carbone e avrebbero passato il resto della loro vita nella prigione di Terenzio IV.

Tutti vissero felici e contenti, tranne Ping e Pong.