CONCORSI DI SCRITTURA CREATIVA

CREAZIONE DI UN FUMETTO

Myriam Karol Migliore

Terza E - Scuola Primaria "San Giuseppe" II Circolo

San Cataldo (CL)


Insegnante Giallombardo Clementina

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CATEGORIA C

Babbo  Natale e il desiderio di Tribuzio con tante avventure

Siamo nel castello di pan di zenzero e ricorre l’anno 2040…Babbo Natale, un signore panciuto, vestito tutto di rosso, mentre sta leggendo il giornale, seduto su una poltrona di zucchero filato, riceve una lettera speciale dai suoi aiutanti folletti. In questa lettera è descritto  il desiderio di un bambino di nome Tribuzio che vorrebbe tanto volare per visitare luoghi fantastici e ricchi di colori, non senza colori  come la sua città, la sua casa, i suoi vestiti, i suoi giochi.

Così Babbo Natale dopo aver letto questa lettera decide di compiere, in anticipo, una missione speciale, di andare da lui, di farlo volare sulla sua slitta trainata da tantissime renne colorate e di portarlo nel suo castello di pan di zenzero, per fargli visitare le cose più belle che possiede: poltrone di zucchero filato, tavoli di torta, mobili di cioccolato, appendiabiti di lecca lecca di tanti colori e soprattutto il laboratorio dove i suoi elfi costruiscono tanti doni da portare a tutti i bambini del mondo nella magica notte di Natale in cui nasce Gesù Bambino, e poi pensa di portarlo anche in altri posti meravigliosi che lui conosce dove tutto è colorato e splendente come il sole.

Babbo Natale, prepara la sua slitta e le sue renne e si mette in viaggio e mentre vola, tra i cieli stellati, pensa e ripensa a ciò che deve far fare a Tribuzio per renderlo felice ed esaudire il suo desiderio, ma per fortuna, durante il suo volo,  guarda la mappa e si accorge che si è allontanato tanto dalla città Pio Pio, dove abita Tribuzio, e quindi ritorna indietro.

Dopo un po’ trova la città, era veramente senza colori! Vede la casa di Tribuzio, si avvicina alla porta e suona il campanello, il bambino apre la porta e quando vede Babbo Natale chiama, tanto felice, suo fratello Glicinicus ed entrambi pensano: “Perché Babbo Natale è qui? Siamo così bravi che è arrivato in anticipo? Non è la notte di Natale?”

Tribuzio si ricorda della lettera e chiede a Babbo Natale se ha ricevuto la sua lettera e se l’ha letta. Babbo Natale gli risponde di si, chiede il permesso a mamma Clelia, prende per mano il bambino, che molto curioso e felice lo segue, e lo porta sulla sua slitta.

Il piccolo meravigliato e contento pensa che il suo sogno di volare  si sta avverando! Però chiede di portare con sé anche suo fratello Glicinicus. Così si mettono in volo tra stelle, nuvole, per Tribuzio e Glicinicus è tutto magico. Sembra di volare su tanto gelato con  panna montata.

Dopo un po’ che sono in viaggio i due fratelli arrivano con Babbo Natale nel Castello di pan di zenzero, Tribuzio si avvicina alla porta d’ ingresso e si mangia la maniglia di biscotto con sopra il miele. Non ci poteva credere! –“Una casa fatta di cose buone da mangiare!” Glicinicus mangia le caramelle che abbellivano il portone.

Entrano e con tanta meraviglia e stupore visitano tutto il castello, il laboratorio dei folletti dove Tribuzio e Glicinicus, molto felici, giocano tra tanti giocattoli colorati e la stanza dove Babbo Natale legge tutte le lettere che gli arrivano prima di Natale.

Dopo di nuovo in volo, vanno a visitare il magico mondo delle fate dove Tribuzio, tra tante fate, vede una fata bellissima di nome Greta, con un vestito e ali di tanti colori, che  sta leggendo, però è tutta sola senza amici. Decide di fare amicizia con lei, chiacchierano un po’ e si raccontano storie divertenti che li fa ridere tanto. Tribuzio non si era mai divertito così tanto. Era davvero molto felice e contento, gli sembrava quasi di sognare per tutte le cose bellissime che stava facendo.

Greta chiede poi ai due fratelli: “ Chi è quel signore panciuto?”

Tribuzio e Glicinicus rispondono che è Babbo Natale e che loro sono lì proprio grazie a lui che li sta facendo volare in posti meravigliosi.

Dopo aver visitato il mondo delle fate, salgono sulla slitta e si mettono ancora in volo, con Babbo Natale, per andare in un altro posto incantevole.

Questa volta sono arrivati nel villaggio dai mille colori dove tutto è colorato, le case sono di tanti colori, ci sono prati pieni di fiori coloratissimi e tanti alberi di frutti di ogni colore: arance, mele, mandarini, banane. Tutto sembra un arcobaleno!

In questo villaggio Tribuzio e Glicinicus incontrano tanti bambini Ping, Pong, Camilla, Carlotta, Geltrude, Ludmilla, Concetta, Susetta e Mafalda, fanno amicizia e giocano con loro in tanti modi divertenti come: il tiro alla corda, il salto alla corda, a nascondino e a palla avvelenata.

Poi fanno una cosa bellissima, si siedono  sul prato verde brillante, e sempre con tanti colori iniziano a disegnare una lettera e a dipingere le meraviglie di quel posto incantevole e meraviglioso. Dipingono un quadro che Tribuzio decide di regalare a Babbo Natale per metterlo nella stanza dove legge tutte le sue lettere in modo da ricordarsi di lui, di quel bambino di nome Tribuzio e della sua lettera con un desiderio speciale.

Nel villaggio dei colori c’è pure un bambino, che come il suo villaggio, ha un vestito di tanti colori…Sapete come si chiama? Arlecchino!

Arlecchino è seduto su una roccia ad aspettare un suo compagno di nome Pulcinella che ritorni dal negozio che vende  tao tao, dolci salati al gusto di pizza.

Sì, proprio così, perché Pulcinella adora i tao tao, è molto goloso e molto spesso li offre a tutti perché gli piace tanto stare in compagnia.

Tribuzio e Glicinicus vanno a conoscere Arlecchino. Tribuzio è molto curioso e chiede ad Arlecchino perché solo lui ha un vestito di tanti colori.

Arlecchino gli racconta che il suo vestito è stato cucito dalla sua mamma, quando era piccolo, con tante stoffe colorate che ogni compagno gli aveva regalato. Tribuzio voleva anche lui un vestito così visto che i suoi vestiti erano tutti senza colori.

Finalmente arriva Pulcinella con suo nonno Terenzio IV.

Pulcinella tanto goloso ha l’acquolina in bocca  con quel profumo invitante che usciva dalla scatola. Come un fulmine prende i tao tao ed invita Babbo Natale e tutti i suoi amici a mangiarli con loro.

Babbo Natale ad un certo punto si accorge che ha perso il cappello e diventa triste perché senza il suo cappello non può consegnare i regali a tutti i bambini del mondo nella notte di Natale.

Tutti i suoi amici si mettono a cercare il cappello in mezzo all’erba del prato, ma non lo trovano e Babbo Natale si preoccupa tantissimo perché si stava avvicinando la notte di Natale.

Così decide di andare a guardare nella slitta, ma non c’è…vede però che la sua renna Matilde ha in bocca una stella cadente, così esprime un desiderio… il suo desiderio è quello di ritrovare il suo cappello.

Cominciano a piovere dal cielo tante stelle cadenti e tra queste, a grande sorpresa, c’è pure il suo cappello rosso.

Ora Babbo Natale è felice,  può nella notte di Natale consegnare i suoi regali.

Babbo Natale, Tribuzio e Glicinicus salutano tutti e ritornano al castello di pan di zenzero.

Per Tribuzio e Glicinicus  è arrivata l’ora di ritornare a casa…ma Tribuzio vuole ringraziare tanto Babbo Natale per aver esaudito il suo desiderio, per avergli fatto vivere tante avventure colorate, fantastiche e divertenti.

Così, insieme a suo fratello Glicinicus, organizzano una festa a sorpresa per lui dove invitano tutti i  folletti, le fate, Greta, mamma Clelia, Ping, Pong, tutti i bambini del villaggio dai tanti colori, Arlecchino, Pulcinella e suo nonno Terenzio IV.

Quando arriva sera tutti si recano al castello  e si mettono fuori dal portone  e aspettano il segnale di Tribuzio e Glicinicus per entrare e fare festa a Babbo Natale.

A segnale fatto tutti entrano con canti, balli, danze e Babbo Natale si emoziona, è sorpreso e contento del gesto di Tribuzio, il bambino che voleva tanto volare per visitare luoghi fantastici e colorati…Così festeggiano tutti insieme in armonia ed allegria.

Ora è proprio giunta l’ora di andare...Tribuzio e Glicinicus  tornano a casa e cosa trovano? Sorpresa! La loro città colorata, la loro casa colorata, i loro vestiti colorati, i loro giochi colorati.

“Ora si che sono felice”! dice Tribuzio “ Tutto è colorato!”