CONCORSI DI SCRITTURA CREATIVA
CREAZIONE DI UN FUMETTO
Fabio e Mara
Un giorno Mara e Fabio si svegliarono sepolti dalla neve. Mara era una ragazza affettuosa, gentile, carina che si vestiva sempre con un cappotto antineve, una maglia sporca, dei pantaloni felpati e dei doposci. Aveva i capelli rossi e li teneva sciolti d’inverno, legati d’estate. Fabio era bello, bravo, generoso e onesto; i suoi capelli erano corti e indossava un giaccone, una tuta e degli scarponi. Lì era scomodo dormire e stavano stretti stretti ma si abituarono presto. Vi chiederete:” Perché erano sepolti dalla neve?”. Beh, ora ve lo dico: vivevano come barboni e avevano speso tutti i soldi per comperare i farmaci ai genitori malati di malaria. Quando il padre e la madre guarirono, i due fratelli, per mantenersi ed aiutare i propri cari ormai anziani, andarono a vivere sopra una scalinata. Si svegliavano alle sei di mattina, facevano colazione e poi si incamminavano alla ricerca di un lavoro. Tutte le sere cantavano sperando di guadagnare qualche soldino mentre le bambine dei vicini zompettavano come renne. Tra il pubblico c’era un signore alto, magro, vestito con giacca e cravatta: tutti lo soprannominavano Glicinicus (visto che coltivava piante di glicine) ma il suo vero nome era Sabatino. Posò in terra uno strano oggetto nero con sei ricami colorati, che si trasformò in tanti soldi appena i due “artisti” lo toccarono. Felicissimi andarono ad acquistare la casa sopra la scalinata dove vivevano e misero all’ingresso due folletti sorridenti. Dopo sei mesi Mara si fidanzò con Ivan, scrittore di libri horror. Fabio diventò l’autista del pulmino dell’asilo e i bambini lo chiamavano Babbo Natale perché riusciva a trovare il luogo natale di ciascuno di loro anche a chilometri di distanza. Mara, invece, fu denominata Befana sia perché il giorno dell’Epifania portava dolci a tutti sia perché più invecchiava più s’imbruttiva. Un triste giorno morì e Ivan si uccise raggiungerla in Paradiso. Fabio pianse tanto per la scomparsa della sorella e dedicò il resto della sua vita ad aiutare gli altri. Il giorno di carnevale accompagnò Clelia e Greta, due arzille vecchiette, a trovare il fratello Terenzio che viveva nella casa di riposo “Ping-Pong” (così chiamata in memoria di due campioni olimpici di tennis da tavolo). Ci fu una grande festa animata da Pulcinella, un fisioterapista travestito che si era recato al lavoro con febbre e tosse. Due giorni dopo il fisioterapista morì e gran parte degli anziani si sentì soffocare: aveva iniziato a diffondersi il COVID-19. Fabio continuò a soccorrere tutti fin quando si risvegliò nel letto di un ospedale. “Pulcinè, carnevale è finito da un pezzo!” Il dottor. Tribuzio sorrise sotto la maschera e la visiera, strinse la mano al malato e gli disse:”Stai tranquillo, Pulcinella è da un’altra parte”.