CONCORSI DI SCRITTURA CREATIVA
CREAZIONE DI UN FUMETTO
A. A. A. CERCASI POLVERE DI STELLE
Correva l'anno 2020. Un anno che, dalle parole preoccupate di mia nonna Margherita, avrebbe portato qualche disavventura.
Infatti, sin dai primi giorni di gennaio continuava a ripetere :" Sarà un anno bisestile. Sicuramente FUNESTO!".
L'ascoltavo mentre continuavo a fare il mio cruciverba. Quella parolina nuova continuava a girarmi nella testa… "Cosa vuol dire FUNESTO?".
Mi feci coraggio e le chiesi il significato di quella parola e lei, senza troppi giri di parole, mi disse che avrebbe portato tanto dolore e cambiato le nostre vite.
I giorni passarono, fino a quando tutti i telegiornali iniziarono a parlare di un nuovo virus che stava causando tante morti.
"Cavolo! Le previsioni di nonna si stanno avverando!!".
Da un giorno all'altro le mie abitudini ed impegni quotidiani cambiarono drasticamente. Niente scuola, niente basket, niente inglese… niente di niente!
I giorni, i mesi passarono più o meno nello stesso modo. Finché una sera di ottobre, mentre ero nel mio letto pronto a lasciarmi andare tra le braccia di Morfeo, sentii bussare alla finestra della mia stanza.
Mi alzai senza fare troppo rumore e… un Elfo era proprio davanti ai miei occhi.
Con grande stupore aprii la finestra e lui, senza bisogno di inviti, entrò dentro.
Ancor prima che aprissi bocca mi disse :" Pietro tu sei qui tranquillo nella tua bella cameretta e non ti rendi conto che quest'anno rischiamo di non festeggiare il Natale!".
Non mi facevo capace di cosa stesse succedendo, forse era tutto un sogno!
Presi coraggio e riuscii a pronunciare qualche parola :" Mi scusi signor Elfo, ma io cosa potrei fare?".
Neanche il tempo di finire la domanda che, con un salto, me lo trovai con il viso appiccicato al mio e… :" Mi chiamo Gino e sono l'Elfo capo di Babbo Natale.".
Prendendo sempre più coraggio chiesi in che modo avrei potuto aiutare Babbo Natale a salvare il Natale e portare gioia e felicità a tutti i bambini del mondo. Del resto questo 2020 aveva recato già tanta sofferenza.
Gino era veramente preoccupato. Non riusciva a star fermo, camminava su e giù sul davanzale.
Continuò :" Dobbiamo trovare altri bambini disposti ad aiutarci.
Babbo Natale non ha abbastanza polvere di stelle per potersi muovere in giro per il mondo. Questa estate, a causa del virus, non è potuto andare sull'isola Polvere di Stelle a prendere le scorte necessarie! ".
Del resto non c'era da meravigliarsi, tra lockdown, dpcm e divieti vari come potrebbe, Babbo Natale, fare il giro del mondo?
Certo, pensai io, reclutare un esercito di volontari non sarebbe stato difficile… chi non avrebbe voluto aiutare Babbo e Gino?
Il problema era un altro :" Come potremmo sorvolare le città, le regioni, le nazioni senza violare i dpcm ed incorrere in sanzioni?".
Dopo averci pensato un po' dissi a Gino che conoscevo chi avrebbe fatto al caso nostro. Infatti, durante uno dei miei viaggi all'estero, mia madre aveva portato me e mia sorella a Londra. Lì avevo conosciuto un bambino, più o meno della mia età, che si chiamava proprio come me Peter. Tutti lo conoscevano come Peter Pan.
Un tempo aveva vissuto su un'isola SPECIALE insieme ad altri bambini… L'ISOLA CHE NON C'È.
Poi, dopo aver conosciuto dei fratelli di Londra, aveva deciso che voleva tornare ad essere un bambino ed era andato a vivere con i suoi nuovi amici.
Però, prima di abbandonare la sua vecchia vita, aveva recuperato e portato con sé la polverina magica che gli permetteva di volare.
Gino mi ascoltava molto interessato e incuriosito. Con occhi ansiosi mi chiese :"Andiamo a Londra?".
Senza farmelo ripetere due volte gli dissi che ero pronto. Aprii la finestra, Gino mi prese per mano e… partimmo in volo alla volta di Londra.
Il viaggio fu piuttosto veloce ma molto molto divertente. Volare sulle città, sulle montagne, sull'oceano non era noioso come quando lo fai con un aereo. Era pazzesco SCHIANTARSI contro le nuvole e non farsi male.
Ma, subito, tornammo in noi. Una missione importante ci attendeva… salvare il Natale.
Arrivammo a Londra in poco meno di un'ora.
La città dormiva già ed anche il mio amico Peter. Ci mettemmo un po' per trovare la finestra della sua camera, bussammo ma nessuno aprì. Stavamo pensando a cosa fare quando finalmente si aprì la finestra e… Peter era proprio davanti a noi.
Appena mi vide, tra il sorpreso e il felice, subito mi chiese :" Dobbiamo svolgere una missione importante vero?".
È sempre stato un bambino molto perspicace il mio amico!
Dopo avergli spiegato cosa fosse accaduto a causa del virus e in che modo avremmo potuto aiutare Babbo Natale, senza farselo ripetere due volte, aprì l'armadio e prese un baule che aveva ben nascosto. Si girò verso di noi e disse :" Prima di lasciare l'Isola che non c'è la mia amica Trilli mi regalò questa Polvere di Stelle, forse nella speranza che un giorno sarei tornato. Ma ormai la mia vita è qui e sono felice di andare a scuola, di avere amici e dei genitori che mi amano. Quindi prendetela pure tutta. Servirà a portare un po' di gioia ai bambini di tutto il mondo. ".
Io e Gino ci guardammo soddisfatti e felici.
Dopo aver ringraziato Peter, preso il baule, volammo veloci alla volta di Rovaniemi, in Lapponia, per portare il BOTTINO a Babbo Natale.
Fummo accolti dagli Elfi e dalle renne. Poi arrivò Mamma Natale. Era molto preoccupata, Babbo era in uno stato di depressione. Sapeva che non avrebbe regalato sorrisi e, da giorni, non si alzava più dal letto. Chiedemmo a Mamma Natale di portarci da lui. Gli mostrammo il baule ed il contenuto… subito saltò in piedi.
Non era tutto perso. Il Natale si poteva salvare e noi lo avremmo fatto.
Accese le luci e le macchine del laboratorio. Gli Elfi presero i loro posti e la catena di montaggio partì.
Era ora di tornare a casa.
Salutai Babbo e Mamma Natale e gli Elfi.
Prima di alzarmi in volo chiesi a Gino di realizzare un mio grande desiderio… conoscere Rudolph e fare un giro su di lui. EMOZIONANTE!!
Ero così felice. Adesso potevo veramente tornare a casa.