CONCORSI DI SCRITTURA CREATIVA

CREAZIONE DI UN FUMETTO

Asia Bettoni

Quinta A  Scuola Primaria "Suor Vitarosa Zorza"

Palosco (BG)



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LA LEGGENDA DELLE ORIGINI


Voi tutti bambini conoscete Babbo Natale come il vecchio signore dalla folta barba bianca e dalla grossa pancia che la Notte di Natale porta i regali a tutti voi. Ora vi sto per raccontare chi è in realtà l’uomo che voi conoscete come Babbo Natale.
La vicenda ha inizio su Libro, un pianeta color fucsia che si trova a 100.000 km dal vostro pianeta: la Terra.
- Glicinicus, va a chiamare Tribuzio e digli di portare carta e piuma per scrivere il discorso per i Capitoletti!
Oh, sì avete capito bene Capitoletti! Vi state chiedendo chi sono? Non preoccupatevi, ve lo spiego io: i Capitoletti sono gli abitanti di Libro. Possono essercene di diversi tipi:


Capitoletti Fantasy, Gialli, Horror, Avventurosi…, insomma uno per ogni città del pianeta.
Sono tutti alti non più di un metro e venti, solitamente hanno i capelli castano chiaro quasi ruggine e gli occhi azzurri. Ma la cosa più strana in assoluto è che questa storia è ambientata all’epoca del primo Babbo Natale.
Riprendiamo però dalla nostra storia…
Glicinicus, il maggiordomo, recapitò il messaggio a Tribuzio che in cinque minuti si precipitò nella sala del trono con carta e piuma, dove lo zio lo attendeva pronto a scrivere il discorso che lo avrebbe trasformato in un sovrano sempre disponibile e sincero che avrebbe guidato il popolo dei Capitoletti.
- Nipote caro, scriviamo questo discorso in fretta! Abbiamo solo mezz’ora, perché poi dobbiamo recarci a Romanzo, la città più tranquilla, per la Grande Rivelazione che devo farti. Ma, niente domande per favore!
Questo è un pezzo di discorso che mi è rimasto particolarmente impresso:


“… ed è per questo che vi chiedo di accettarmi così come sono, perché nessuno di noi è perfetto e nessuno lo sarà mai, quindi mettiamo fine a tutti i piccoli litigi e viviamo questa vita in pace e serenità con tutti i nostri cari. E ricordate, siamo tutti uguali e non importa se io sarò il re e voi no. Cosa importante, non fate differenze tra voi e vivremo per sempre in pace con il mondo intero. Spero che mi accetterete come sovrano ed io accetterò voi con i vostri difetti!”


Non è meraviglioso? Comunque, dopo aver scritto questo discorso, Terenzio IV salutò il nipote e gli raccomandò di presentarsi all’incontro a Romanzo. All’ora stabilita si trovarono nella cittadina per lo più ricoperta da vegetazione con villette color confetto.
- Ciao zio, cosa volevi dirmi? E soprattutto perché proprio qui? - domandò Tribuzio molto curioso.
- Semplice, ti devo spiegare il motivo del mio abbandono alla carica regale. Il mese scorso mio fratello Pulcinella mi mandò una lettera dal pianeta Terra che diceva:


“Caro fratello, ho bisogno del tuo aiuto; al giorno d’oggi, tutti i bambini sono impegnati solo nello studio e non prestano più attenzione ai giochi, perché vogliono diventare ricchi, specializzandosi in un lavoro da cui possono ricavare molto denaro, così da non vivere in povertà. Se puoi venire ad aiutarmi, te ne sarei molto grato. Firmato: tuo fratello Pulcinella.
P.S: Nella busta c’è anche il disegno di un personaggio. Quando vieni, vestiti come lui, ti spiegherò la mia idea.”.


La settimana scorsa quando l’ho ricevuta ho risposto subito che ci sarei andato e all’ufficio postale ho trovato un’altra sua lettera che diceva:


“Porta con te dieci ragazzi, quattro ragazze che vestirai di colore verde con un cappello a punta. Ah, quasi dimenticavo, porta anche otto renne adulte, tra cui una con il naso rosso e quattro cuccioli, due maschi e due femmine. Un grande saluto da Pulcinella”


Ecco, ora che sai il vero motivo del mio abbandono alla carica regale, devi assolutamente prendere il mio posto o il regno non avrà più un re. Il nipote scioccato rispose:

- Voglio venire anch’io! Non voglio starmene qui ad annoiarmi e a comandare il regno! Io voglio venire con te, ti prego zio, fammi venire con te! 
Terenzio IV, che non era per nulla d’accordo, non cambiò la sua idea e ordinò a Tribuzio di andare alla ricerca dei ragazzi e delle dodici renne, poi aggiunse:
- Vedi, al regno, serve un nuovo sovrano e dopo aver ricevuto quella lettera, ho pensato che l’unico che potesse sostituirmi fossi tu, perché credo che tu solo ce la possa fare. Non ti preoccupare, tornerò in tempo per l’incoronazione. Ora sbrigati, quando avrai trovato tutte le persone di cui ho bisogno, mandami un messaggero che li accompagni. Partirò a
mezzanotte con Glicinicus alla stazione spaziale di Fantascienza, fatti trovare lì! Ora devo andare… ciao!


Quando lo zio se ne andò, Tribuzio si mise alla ricerca dei ragazzi e qui entrai in gioco io con le mie amiche Pong, Mani e Scopa. Vivevamo tutte molto vicine al palazzo reale ed allora fummo le prime a cui Tribuzio venne a far visita.


- Ciao ragazze, avrei bisogno di voi per una missione segreta del re, non sa nemmeno lui di che si tratta, ma dalle lettere mandate da suo fratello Pulcinella sembra molto importante. Vi prego, non ditemi di no! Oltre a voi, mi servono anche alcuni ragazzi. Avete qualche idea su chi potrebbe essere all’altezza di questo compito?


Io risposi a nome di tutte.
- Le uniche persone che ci vengono in mente sono i nostri compagni di classe, la scuola è molto vicina; se vieni, te li possiamo presentare.
Mani aggiunse:

- Ping ha ragione! La scuola è qui vicina e, se partiamo subito, in meno di cinque minuti siamo lì!


Partimmo in direzione della scuola e, quando entrammo, feci strada verso la mia classe, la 5^A. Dopo aver bussato, si presentò alla porta l’insegnante del corso che gli alunni maschi dovevano frequentare dopo la conclusione del normale giorno scolastico frequentato anche da noi alunne femmine:
- Salve signorine, il vostro corso è terminato ben due ore fa!
Sapete nel 1822 è molto difficile trovare una maestra che non sia subito pronta con la sua bacchetta a frustrarvi le mani, nel caso si interrompa una lezione dopo il normale anno scolastico di noi signorine. Ah, a proposito non aspettatevi che l’insegnante mi chiami Ping! Eh no, quello è il mio nome in codice! Anche le mie amiche non si chiamano Mani,
Pong e Scopa, ma questa è un’altra storia che magari vi racconterò…
Tornando alla storia, Scopa si fece avanti e disse:
- Mi scusi, signora maestra, ma ci servono i nostri compagni per un’urgenza. La prego, li faccia uscire dieci minuti prima, li recupereranno stando dieci minuti in più domani!
La maestra poi mi domandò:

- Chi è quel ragazzo dietro di lei signorina? È così gentile da presentarmelo?
Io, che non avrei mai osato disobbedire ad un’insegnante, glielo presentai, ma ovviamente mentendo di sana pianta; lei non poteva sapere che in realtà lui era il futuro re di Libro…
- Lui è… è mio fratello… e frequenta la scuola secondaria che si trova proprio qui accantodissi indicando il piccolo edificio color mattone che si scorgeva da una finestra della mia aula.
L’unica cosa che potevo fare per non farla insospettire era andarmene in fretta.
- Allora, signora maestra, possiamo portarli via? La prego, è urgente!
La maestra annuì poco convinta. La ringraziai e ce ne andammo diretti al palazzo reale con un messaggero del re che ci indicava la strada, perché Tribuzio doveva andare a cercare le dodici renne che ancora non aveva trovato.
Dopo un’ora, siccome di Tribuzio non vi era traccia, il re ci mandò tutti nella sartoria, perché dovevamo indossare i nostri costumi verdi e lui il suo goffo vestito rosso. Uscimmo dai camerini e mentre ci stavamo osservando allo specchio, il re esclamò:
- Devo dire che sono proprio buffo con questo abito di seta rossa scarlatta! E non parliamo di questa pelliccia bianca e di questi stivaloni! Si abbina alla perfezione alla mia lunga barba bianca e devo ammettere che la mia bella panciona risalta molto bene. Beh, anche voi siete un po’ buffi con quei vestiti verdi e con le orecchie a punta! Per non parlare degli
stivali, anche loro a punta! Allora… siete pronti a partire? Glicinicus mi ha appena riferito che Tribuzio ha trovato le dodici renne, quindi possiamo partire… Porto anche la polverina magica per volare, che non si sa mai, può servire in ogni occasione!
Un’ora dopo ci trovammo tutti alla stazione spaziale di Fantascienza, pronti per imbarcarci su un razzo che avrebbe potuto contenere tutti gli abitanti del pianeta. Infatti era il razzo reale che il fratello Pulcinella aveva regalato al re, perché ogni tanto potesse andarlo a trovare, anche se lui non l’aveva mai usato.
Il fatto è che il re non era un Capitoletto come me o come le mie amiche Pong, Mani e Scopa, ma era un essere umano che faceva l’astronauta; a causa di un incidente era caduto sul pianeta Libro e aveva trovato i suoi abitanti malnutriti ed affamati, si era affezionato subito a quel popolo e aveva deciso di rimanerci. Grazie ad un’invenzione fatta
da lui, era riuscito a scrivere al fratello a 100.000 km di distanza.
Un giorno scoprì in un palazzo le foto di tutti i suoi antenati, anch’essi astronauti, che si erano rifugiati su Libro. Tutti gli avevano dato un nome diverso e anche lui lo aveva fatto, chiamandolo Libro, perché era un amante della lettura e chiamando il popolo Capitoletti, perché ogni Libro ha almeno un capitolo. E da quel giorno lui non era più Terenzio, ma
Terenzio IV, quarto re di Libro.
Poco tempo dopo essersi stanziato su Libro, però, il Re scoprì che i suoi antenati erano stati molto cattivi con il popolo; era per quel motivo che al suo arrivo sul pianeta aveva trovato una popolazione molto povera… Il Re, che era molto buono, decise allora di dare loro un po’ di soldi e nessuno ebbe più dubbi che lui sarebbe stato il miglior sovrano e festeggiarono tutta la notte in suo onore. Per non farli vivere in povertà, il re poi piantò un penny (che era la moneta che si usava a quel tempo) e da lì crebbe una pianta robusta, che li rese il popolo ricco, pacifico e felice che noi conosciamo.
Al momento dell’imbarco, ognuno di noi si organizzò in gruppi di quattro e prese posto in una cabina. Dopo un pisolino di tre ore, arrivammo sulla Terra alla stazione spaziale in Lapponia, dove Pulcinella ci stava attendendo per portarci nel suo laboratorio segreto.
Entrando, io e le mie amiche rimanemmo molto stupite da quel laboratorio perché, pur essendo nel 1822, era molto attrezzato.
A quel punto Pulcinella ci salutò:
- Ciao! Benvenuti nel mio laboratorio in Lapponia! Vi rubo un attimo Terenzio, ma non preoccupatevi, ve lo riporto tra mezz’ora!
A quel punto Pulcinella spiegò a suo fratello tutta la storia. Terenzio, dispiaciuto del fatto che i bambini non avessero più voglia di giocare, chiese a suo fratello:
- Capisco il tuo turbamento, ma cosa possiamo fare io e i ragazzi conciati così, con questi strani abiti?
Pulcinella lo accompagnò in una sala enorme, piena di legno e vernice, nella quale vi era un grande progetto appeso alla parete:
- Vedi, mio caro fratello, i tuoi piccoli ragazzi Capitoletti, diventeranno i tuoi aiutanti in questi frenetici giorni. Con l’aiuto della polverina magica, che ci renderà superveloci, dovremo costruire un mezzo di trasporto che, trainato dalle renne, ci aiuterà la Notte di Natale a portare i regali a tutti i bambini del mondo.
Terenzio, dopo un attimo di esitazione, capì tutto e, entusiasta di portare a termine quella missione, ci chiamò, spiegandoci per filo e per segno il piano di Pulcinella. Ci guardammo un momento con uno sguardo stupito, capimmo subito che avremmo tutti accettato il compito e, in un attimo, costruimmo una fantastica slitta rossa scintillante con inserti
dorati, pronta per solcare i cieli del mondo.
L’ultimo problema che incontrammo prima della partenza fu quello dei regali. Sapete, nel 1822 i bambini e le loro famiglie non avevano tante cose come voi nel 2021, perciò per noi non fu difficile costruire giochi per tutti. Anche se con pochi giorni a nostra disposizione, utilizzammo la polverina e… Magia! I giochi furono pronti e caricati nella slitta in tempo breve.
Arrivò la Notte di Natale e tutti uscimmo dal laboratorio e, con gli orsi polari, osservammo il nostro re partire a bordo della slitta costruita da noi.
Voi non lo sapete ma, durante il suo primo viaggio Terenzio incontrò una dolce signora, e volle portarla nel nostro laboratorio, le rivelò la sua provenienza ed il nostro piano.
Per tutta la notte girò in lungo e in largo per consegnare i regali in tutte le case del mondo. I bambini, al loro risveglio, trovarono doni e un piccolo disegno fatti da noi Capitoletti che ci rappresentava con Terenzio. Da quel momento cominciarono a chiamarci Babbo Natale e i suoi piccoli Folletti.
Dopo alcune settimane in Lapponia, ripartimmo a bordo del nostro razzo e con noi venne anche la signora, che si chiamava Margaret. Salutammo con calore Pulcinella e lo invitammo su Libro per le vacanze pasquali.
Arrivati a casa, Terenzio si diede un gran da fare per organizzare la cerimonia dell’incoronazione, che si sarebbe svolta da lì a poco.
Un giorno, mentre noi Capitoletti stavamo dando gli ultimi ritocchi alla sala da ballo, arrivò Terenzio che ci diede un’ottima notizia:
- Ciao a tutti amici! Ho una bellissima notizia per voi. L’altro giorno ho chiesto a Margaret di sposarmi e lei ha accettato! Ci conosciamo da poco più di due mesi, ma questi sono bastati per dirci che siamo fatti l’uno per l’altra e non mi sento molto anziano come credevo prima di conoscerla, ora mi sento al cento per cento un cinquantenne. Che ne dite? Insieme al vostro Babbo Natale, può esserci anche la vostra Mamma Natale?
Noi annuimmo in coro, felici.
Una settimana dopo, arrivò il momento dell’incoronazione:
- Tribuzio dove sei? - domandammo in coro io e i miei amici.
- Tuo zio sta trattenendo a lungo il popolo e tra un po’ se ne andranno tutti molto insoddisfatti e non avranno una buona prima impressione - spiegò Scopa.
A quel punto Tribuzio uscì dalla sua camera e ci spiegò il motivo del suo ritardo:
- Vedete, io ho paura di deludere mio zio e so per certo che diventando il nuovo re rovinerò tutto il lavoro che lui ha fatto in questi vent’anni. Ho paura che il popolo non mi amerà, come ha sempre amato lui. Però, su una cosa avete ragione: devo andare, altrimenti il regno non avrà più un re. Ho scoperto una cosa molto importante quando voi eravate via: ero sulla spiaggia quando ho visto comparire una scritta, ho appena fatto in tempo a leggerla che è sparita. Diceva:


“Se un sovrano per qualche motivo se ne andrà

un altro per forza lo succederà,
altrimenti il regno decadrà
e con lui pure il re via se ne andrà.”


Credevo di dover venire sulla Terra a chiamarvi, ma poi mi sono ricordato della raccomandazione di zio Terenzio e ho deciso di dirvelo non appena ne avrei avuto l’occasione. Ora però vado!
Tribuzio s’incamminò lungo il tappeto rosso con indosso il vestito confezionatogli dalla sarta di corte. Quando fece il suo ingresso sul balconcino reale trovò una grande folla che lo applaudiva, entusiasta di aver visto il nuovo re. A quel punto Terenzio diede la parola al nipote che lesse il suo discorso, pronto per essere incoronato. Terenzio, come suo ultimo
ordine da sovrano del regno, ci ordinò di andare a prendere la corona nella sua stanza.
Quando tornammo, era già pronto con la spada per nominarlo nuovo re:
- Eccoci.
Prese la corona, posò prima la spada su entrambe le spalle del nipote e poi disse:
- Io Terenzio, ormai Re anziano, ti nomino nuovo re di Libro.
Gli posò la corona sulla testa e poi concluse:
- Ecco a voi Tribuzio I, il vostro nuovo re!
Da quel momento partirono i festeggiamenti che durarono tutta la notte fino all’alba. Ci furono banchetti e portate eleganti, gare di ballo, di corsa ed un grande cenone con pollo e tacchino fritto, minestrone alle verdure, insalata e, infine, come dessert, la famosissima torta Biblioteca, dolce tipico di Libro. Fu così che durante il ballo conclusivo dei festeggiamenti, il nostro caro nuovo re conobbe Eleanor, una bellissima ragazza che divenne presto la nostra regina.
Ora che Libro ha finalmente un nuovo giovane re, pronto a dedicare la propria vita al suo popolo, il vecchio Terenzio non poteva far altro che godersi la vita tutto l’anno in tranquillità con la sua amata Margaret, per potersi poi preparare al mese di dicembre, mese in cui Babbo Natale con le sue fedeli renne e con il suo vestito di seta rossa scarlatta e i suoi piccoli Folletti tutti gli anni raggiungono Pulcinella in Lapponia, confezionano per i bambini regali sempre più moderni , portando la magia del Natale nelle case di tutti.

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