CONCORSI DI SCRITTURA CREATIVA
CREAZIONE DI UN FUMETTO
E se fosse tutto un sogno - II Parte
Tutto ebbe inizio qualche giorno prima del Natale di tanti anni fa. Purtroppo, la marionetta Pulcinella, ormai umana, non faceva più compagnia alla marionetta Arlecchino, la sua migliore amica.
Per tanti anni avevano trascorso del tempo insieme nella stanza di Babbo Natale, perché erano giocattoli che non venivano mai richiesti dai bambini e così tutti gli anni osservavano come i folletti preparavano i pacchetti e caricavano la slitta.
In un villaggio vicino Betlemme viveva un’anziana donna di nome Befana che era una grande amica di Babbo Natale ma che continuava a soffrire dalla vergogna di aver dato ai Re Magi solo una calza a Gesù Bambino. Era diventata per lei un’ossessione, un brutto ricordo.
Così diventò sempre più cattiva e non volle più fare i viaggi con Babbo Natale, anzi, diventò la sua peggior nemica…anche lei voleva essere apprezzata dai bambini quanto lui.
Befana, qualche giorno prima di Natale, invitò Babbo Natale a pranzo da lei: era tutto un inganno. Infatti quando arrivò a casa sua, la Befana si trasformò in una strega, e con i suoi poteri magici, lo imprigionò in una cella della sua cantina, in modo tale che, se il giorno di Natale lui non avesse consegnato i regali, i bambini avrebbero odiato anche lui.
Da quel giorno Babbo Natale non fece più ritorno a casa e gli elfi, Pulcinella e la marionetta Arlecchino erano molto preoccupati. Subito Pulcinella disse agli elfi:” Dobbiamo fare in fretta, mancano cinque giorni a Natale!”.
Intanto i piccoli ometti non sapevano neanche dove cercare e dove fosse finito il buon vecchio. Dopo una riunione davanti al fuoco, l’elfo viaggiatore di recò a casa di Befana intrufolandosi dal camino in cerca di notizie: lei sicuramente sapeva dove si trovasse.
Ad un tratto la sentì pronunciare delle parole crudeli verso Babbo Natale e rimase sconvolto. L’elfo viaggiatore capì che il buon vecchio era in grave pericolo e bisognava trovarlo al più presto. Dopo aver perlustrato la sua casa da cima a fondo, notò nella sua cantina una piccola cella non illuminata e non appena si avvicino, vide Babbo Natale piangere su una branda di legno. Decise allora di tornare in Lapponia a raccontare tutto agli elfi, i quali, sbalorditi, non potevano credere a quelle parole. Bisognava preparare un piano…Natale era alle porte.
Tutti i folletti puntarono gli occhi verso Pulcinella che aveva già salvato il Natale una volta ma, lui, disse subito che non avrebbe potuto farcela da solo contro Befana…d’altronde lei aveva i poteri magici.
Gli serviva la mano di una persona molto simile a lui.
Non poteva che essere la marionetta Arlecchino ma, non era umana come lui. Intervenne allora il vecchio saggio elfo che prese la polvere magica dal cassetto della scrivania di Babbo Natale e con una formula, che solo lui conosceva, lo trasformò in un umano.
Arlecchino, ormai in carne ed ossa, era emozionatissimo e rivolgendosi a Pulcinella disse:” E SE FOSSE TUTTO UN SOGNO?”.
Lui lo rassicurò e insieme si diressero nella città di Pio Pio a cercare rinforzi.
Infatti proprio l’anno prima, Pulcinella aveva salvato tutto il popolo dal malvagio traditore Glicinicus e dai fratelli Ping e Pong. Appena arrivati a palazzo, vennero accolti da re Triburzio con molto affetto che non esitò ad aiutarli mandando in loro aiuto un esercito di pastori e contadini.
Quando arrivarono davanti la casa della Befana era ormai notte; dalla sua finestra la videro vicino al camino preparare con i ferri la calza che faceva e appena finita, disfaceva: era molto triste, aveva tanti rimorsi.
Ad un tratto sentì bussare alla sua porta…a quell’ora nessuno aveva mai bussato! Appena la aprì e vide Pulcinella, ricordandosi di lui, disse che Babbo Natale non era lì, che avrebbero dovuto cercare altrove e, molto arrabbiata, li mandò via.
Tutti però rimasero lì dov’erano e il popolo di Pio Pio, insieme a Pulcinella le urlarono:” Vergognati, libera Babbo Natale brutta strega, noi andremo via di qui solo quando lo lascerai andare!”
All’improvviso intervenne Arlecchino che nel frattempo aveva pensato a ciò che avrebbe fatto Babbo Natale in una situazione simile: sicuramente non avrebbe mai urlato contro qualcuno, soprattutto contro la sua cara amica, e disse:” smettetela di comportarvi così, tutti hanno bisogno di una seconda possibilità, persino il più cattivo dei cattivi e poi non dimentichiamo che tra qualche giorno è Natale!”
Sentendo le parole di Arlecchino, Befana aprì subito la porta e accovacciandosi sulla neve, scoppiò in lacrime dicendo:” Come ho potuto fare questo a Babbo Natale!”
Arlecchino non esitò a darle un abbraccio e si fece portare subito da lui il quale, dopo essere stato liberato, disse alla Befana:” Non preoccuparti, ti ho perdonato!” Fece l’occhiolino ad Arlecchino e corse subito in Lapponia a riabbracciare i suoi elfi, mentre Pulcinella accompagnò l’esercito di Pio Pio a casa.
Solo Arlecchino rimase con Befana e le propose un accordo, in cambio del perdono di tutti e per dimenticare il suo grande rimorso di coscienza. Befana ogni anno, il sei gennaio, avrebbe dovuto consegnare a tutti i bambini del mondo le sue calze piene di dolci e delizie, lui le avrebbe anche dato una mano con i preparativi e, se avesse voluto, sarebbe diventato il suo elfo speciale…proprio come il suo amico Pulcinella con Babbo Natale.
Anche questa volta il bene trionfava sul male: Befana e Babbo Natale tornarono ad essere grandi amici, Arlecchino diventò l’elfo speciale della Befana e da quel giorno anche i bambini furono più felici perché, oltre ai regali di Babbo Natale, ogni anno, il 6 gennaio, avrebbero ricevuto anche tante calze dalla Befana.