CONCORSI DI SCRITTURA CREATIVA

CREAZIONE DI UN FUMETTO

Caterina Mazzotta 

Quinta B  Scuola Primaria "N.Fiorentino"

Montalbano Jonico (MT)


Insegnante Anna Lombardi

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CATEGORIA G

E se fosse tutto un sogno?

 

Mancavano pochi giorni alla notte di Natale, i folletti si affrettavano a finire la produzione dei giocattoli, Babbo Natale controllava la slitta per verificare che tutto funzionasse e le renne si allenavano a saltare sui palazzi più alti delle città. Tutti si stavano preparando alla notte più emozionante dell’anno, per bambini e adulti: la notte della vigilia di Natale

“Stai tranquillo Babbo Natale, andrà tutto bene” gli diceva un elfo.

“Ogni anno è sempre come la prima volta, sono sempre super emozionato perchè voglio che nessun bambino rimanga deluso”, rispose Babbo Natale.

Nel frattempo un uomo malvagio Glicinicus, stava tramando un piano malvagio per conquistare il potere su tutto il mondo.

Aveva scoperto per caso che il Re della città di Pio Pio, Terenzio IV, oramai anziano, aveva chiesto ai suoi sudditi di cercare suo nipote Tribuzio, che non vedeva da anni, perché si recasse al castello.

Voleva che fosse pronto  ad ereditare il trono una volta che lui fosse venuto a mancare.

Tribuzio era il figlio della sua unica sorella Greta che non vedeva da anni perché i genitori non condivisero la sua scelta di sposare un circense e per questo costrinsero la figlia a scappare e a vivere lontano. Anche Tribuzio era diventato un bravo acrobata e lavorava con il Circo delle Stelle.

Allora Glicinicus rubò a Tribuzio l’anello che gli aveva lasciato la madre in punto di morte e si presentò al castello fingendosi il nipote del re.

Quest’ultimo lo accolse nel suo castello, lo presentò a tutta la servitù e anche alla città come suo successore al trono.

Il re gli parlò del suo regno e gli confidò che per essere un re potente bisogna avere un esercito forte, che sia in grado di proteggere una città nel caso di attacco dei nemici e che per questo avrebbe dovuto addestrare bene i suoi soldati.

Un giorno Glicinicus, visitando il castello scese nelle prigioni e conobbe due fratelli Ping e Pong, arrestati dal sovrano per dei furti.

 Glicinicus capì che avrebbe potuto contare solo sul loro aiuto per realizzare il suo piano, poiché i piopponesi  erano contadini pacifici.

All’improvviso scese nelle prigioni re Terenzio IV che ascoltò la loro conversazione e capì che Glicinicus non era il suo vero nipote ma solo un impostore. Ma purtroppo Glicinicus riuscì, con  l’aiuto dei due malfattori, a imprigionare il re.

La sera stessa annunciò a tutti che Terenzio IV era morto e riuscì a realizzare i suo piano: diventare il nuovo re della città.

Essendo un impostore però incontrò delle difficoltà nel comandare, soprattutto non conosceva assolutamente le regole dell’addestramento dell’esercito. Era molto preoccupato perché , come gli aveva detto il re, un esercito debole avrebbe messo a rischio il suo trono perché sarebbe stato facile per i nemici attaccare e impadronirsi delle città.

A quel punto uno dei suoi scagnozzi, Pong, ebbe una idea geniale: “Mio signore so come rendere il Vostro esercito potente e invincibile: io e Ping andremo in Lapponia e ruberemo la polvere magica a Babbo Natale. Se la polvere ha la magia di rendere le renne veloci la notte di Natale allora sarà magica anche con i soldati”. “Ottima idea”,  disse Glicinicus, “Qualche volta dici anche tu qualcosa di intelligente! Allora stanotte tu e Ping andrete al Polo Nord e ruberete la polvere magica. Mi raccomando non accetterò scuse. Se non riuscirete a prendere la polvere, Vi consiglio di non farvi più vedere!!!” Ordinò Glicinicus.

I due malviventi partirono di notte, e con gran fatica, nonostante il freddo e il ghiaccio, riuscirono ad arrivare alla casa di Babbo Natale. Approfittando del fatto che erano tutti impegnati ad impacchettare gli ultimi regali, i  due malfattori riuscirono ad andare nella stanza di Babbo Natale e a rubare la polvere magica nella scrivania.

Subito dopo scapparono per ritornare al castello, felici nel poter dimostrare al re di essere riusciti ad eseguire l’ordine. “Ecco mio signore, ora hai in mano il segreto per essere invincibile!”

“Bravi, siete degni di stare in questo castello, al mio fianco”, rispose Glicinicus.

Subito dopo Babbo Natale e i folletti entrarono nella stanza e rimasero sconvolti nel vedere la confusione che i due malfattori avevano creato. Poi Babbo Natale si avvicinò alla scrivania e scoprì che qualcuno aveva rubato la polverina magica.

“Come faremo senza la polvere magica, le renne non riusciranno a raggiungere tutte le città, non riusciremo a consegnare in tempo tutti i regali” disse Babbo Natale disperato.

All’improvviso intervenne la marionetta di Pulcinella: “Ti aiuterò io, sono l’unico che ha visto quei due malfattori e solo io posso aiutarti a riprendere la polvere magica”.

Babbo Natale allora pronunciò una formula magica e trasformò Pulcinella in un uomo. Poi gli disse: “Ti do due cose che sicuramente ti aiuteranno: la Sopa della Befana che ti porterà subito a destinazione e due Mani che eseguiranno ogni tuo volere”.

“Lascia fare a me!” Esclamò Pulcinella e si allontanò velocemente.

A bordo della sua scopa Pulcinella arrivò subito a Pio Pio e, fingendosi un cameriere in cerca di lavoro, si presentò al castello. Grazie all’aiuto dei suoi aiutanti, Scopa e Mani, riuscì ad essere assunto. In questo modo aveva la possibilità di cercare nel castello la polvere magica.

Dopo qualche giorno Pulcinella iniziò a scoraggiarsi perché non riusciva a capire dove  Glicinicus aveva potuto nascondere la polverina.

All’improvviso pensò alle prigioni di cui gli aveva parlato Glicinicus e con l’aiuto della Scopa riuscì subito a trovarle. Non sapeva che stava per scoprire qualcosa di inimmaginabile: trovò rinchiuso il povero Terenzio IV che tutti credevano morto. Il re gli raccontò tutto su Glicinicus e del suo malefico piano.

“L’unico modo per fermare quell’impostore e trovare Tribuzio. Solo lui può aiutarci a sconfiggere per sempre Glicinicus e  a salvare il regno di Pio Pio”, disse Pulcinella.

Allora si diresse a Tao Tao per cercare il Circo delle Stelle. Trovò Terenzio a cui raccontò tutto quello che era accaduto.

I due partirono a bordo della Scopa verso Pio Pio. “E se fosse tutto un sogno”,  esclamò Tribuzio. “Non è  un sogno, è la realtà, ma dobbiamo fare in modo di impedire che si realizzi il piano di Glicinicus”, rispose Pulcinella.

Arrivarono al castello, liberarono Terenzio IV e si diressero nel salone dove Glicinicus era pronto per affacciarsi al balcone per spargere la polvere magica sul suo esercito.

“Non riuscirai ad impadronirti di qualcosa che appartiene a me” disse Tribuzio.

“Non riuscirete a fermarmi, ho vinto io” rispose Glicinicus.

“Ti fermeremo noi” dissero gli artisti del Circo.

Mentre Glicinicus stava per aprire il contenitore con la polverina, Scopa e Mani riuscirono a strapparglielo dalle mani e lo consegnarono a Pulcinella.

I circensi arrestarono Glicinicus e lo portarono nelle prigioni.

Con grande sorpresa per tutti i pioppesi, al balcone si affacciò Terenzio IV con suo nipote. Spiegò tutta la storia e presentò a tutti il suo successore Tribuzio I.

Terminata la sua missione, Pulcinella tornò in Lapponia.

“Ce l’ho fatta”  disse soddisfatto.

“Non ci posso credere” esclamò Babbo Natale commosso.

“Per ringraziarti per il prezioso aiuto che ci hai dato, ti nomino “Folletto Speciale” e ti annuncio che quest’anno verrai con me a consegnare tutti i regali”.

In un batter d’occhio la slitta ripartì.

Anche questa volta tutti i bambini avrebbero trovato sotto l’albero il loro desiderato regalo di Natale!