CONCORSI DI SCRITTURA CREATIVA

CREAZIONE DI UN FUMETTO

Alessio Buggea

Giulia Bertolino


Classe TERZA A - Scuola Secondaria di Primo Grado

IC "Rallo" di Favignana



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CATEGORIA O

Passò un anno dalla cerimonia di investitura del Cavalier Daniel e la brutta vicenda che aveva vissuto il regno di Serafin II, oramai era solo un brutto ricordo. C’era tanta felicità al castello, si avvicinava il giorno delle nozze che avrebbero visto coronare il sogno d’amore tra il giovane Cavaliere e la bella principessa Camilla. Ma le insidie erano nascoste dietro l’angolo. Eludendo la sorveglianza Marcus riuscì a scappare dalla sua prigione lasciando un messaggio inquietante “ Tornerò e per voi sarà la fine.”

 

 

 IL MATRIMONIO CONTRASTATO


CAPITOLO 1

I giorni passarono ed il regno di Serafin II vide il suo massimo splendore con il cavaliere Daniel spensierato e, allo stesso tempo, occupato nel programmare insieme alla sua futura sposa Camilla i preparativi del loro matrimonio. Il regno era molto accogliente e tutti svolgevano le loro attività quotidiane. Le donne cucinavano, tessevano e, a volte, trascorrevano il loro tempo in compagnia di altre dame; infine, i bambini studiavano e imparavano ad andare a cavallo, a tirare con l’arco e ad usare la spada così da affrontare le numerose guerre che scoppiavano in quel periodo. Pochi giorni prima della celebrazione del matrimonio, il re venne a conoscenza di una notizia che ebbe un peso notevole all’interno del castello, soprattutto nelle vite della sua cara Camilla e del Cavaliere Daniel. Giuseppe, una delle guardie che sorvegliava le prigioni, si affrettò ad entrare nella stanza del re in quanto voleva avvisarlo di ciò che era successo. Egli aveva i capelli accuratamente tagliati e indossava una camicia lunga fino a metà polpaccio con il colletto ricamato e con le maniche strette ai polsi infilata in un paio di pantaloni aderenti lunghi fino alle ginocchia e sui quali indossava una tunica comoda fermata alla vita da una cintura dalla quale pendevano un mazzo di chiavi, che servivano per aprire le segrete del castello. Indossava una calzamaglia aderente con bande trasversali e un paio di guanti, che si allargavano verso i polsi e coprivano buona parte del suo avambraccio. La guardia si inchinò davanti al suo re e iniziò a raccontare ciò che era successo: <<Vostra signoria, oggi è accaduto un evento molto grave che sua maestà deve assolutamente conoscere. Non so come sia successo, ma il prigioniero Marcus è fuggito dalla sua prigione lasciando un biglietto sulla soglia in cui vi è scritto: <<Tornerò e per voi sarà la fine>>.

Il re Serafin II di fronte a quella minaccia fu molto preoccupato in quanto aveva paura che Marcus potesse rovinare la felicità della sua cara figliola.

Il re, con la voce un po’ smorzata, rispose alla guardia in questo modo: <<Grazie Giuseppe per avermi avvisato di tale fuga. Non riesco a capire come Marcus sia potuto fuggire in quanto le porte sono ben rinforzate ed è impossibile distruggerle e, all’infuori di esse, non vi è altra via d’uscita. Così credo che non sia fuggito da solo bensì grazie all’aiuto di un complice che, probabilmente, si trova ancora all’interno del nostro castello. Non conosco i rapporti che Marcus possa aver instaurato qui all’interno del castello, però ritengo impossibile una fuga dalla prigione senza alcun aiuto>>.

La guardia rimase perplessa, ma capì che ciò che aveva affermato il suo re rispecchiava la realtà. Giuseppe si sentiva in colpa perché quella notte era di guardia alla prigione di Marcus.

Così con un’espressione triste e preoccupata disse:  <<Vostra signoria, io condivido pienamente il vostro pensiero. Dubito anch’io che egli possa esser fuggito da solo da questa prigione. Non penso che sia stato uno sbaglio delle guardie poiché prestiamo sempre molta attenzione nel sorvegliare i prigionieri>>.

Il re, preso dai suoi pensieri e da tutti i suoi dubbi, rispose: << Giuseppe, ascoltami molto bene, non devi mai dubitare del tuo lavoro. So che sei una persona davvero molto leale e onesta nei miei confronti. Ti conosco da quando eravamo dei giovani fanciulli che si divertivano per le strade giocando con bastoni ed armi finte e trascorrevamo le nostre giornate tra risate e divertimento. Adesso capisci bene che dobbiamo scoprire come Marcus possa esser fuggito. Io sono convinto che quest’ultimo abbia avuto un complice, il quale si trova tutt’ora nel nostro castello. Quindi ordino a te, Giuseppe, e a tutte le guardie di stare ben attenti e di avvisarmi immediatamente quando riconoscete qualche comportamento strano da parte di chiunque. Chi ha tradito la mia fiducia sarà condannato a morte. Inoltre ordino, a voi guardie, di posizionarvi davanti a tutte le entrate del castello così da evitare una eventuale entrata del prigioniero>>.

La guardia, molto sollevata dalle parole del re Serafin II, rispose: << Vostra signoria, la ringrazio per la fiducia che prova nei miei confronti e giuro sulla mia vita che non la deluderò mai>>. Si inchinò al re e ritornò ad eseguire il suo lavoro.

La notizia si diffuse presto in tutto il regno e tutti si preoccuparono in quanto avevano paura della minaccia di Marcus ma, allo stesso tempo, non dubitavano che Serafin II li avrebbe protetti a costo della sua vita.

 

CAPITOLO 2

Dopo che la notizia si diffuse tutti non riuscivano a pensare ad altro che non fosse la minaccia di Marcus. La mattina seguente la principessa Camilla decise di intraprendere una delle sue solite passeggiate. Ella indossava una lunga veste manicata di lana con scollatura verticale e frontale i cui bordi ed orli erano riccamente decorati da ricami. Sotto alla veste indossava una sottoveste e delle calze. Ma, durante la sua passeggiata, venne a conoscenza della notizia che le stravolse la giornata. Un gruppo di dame molto eleganti dai lunghi abiti di stoffa preziosa e colorata e con la chioma raccolta in due trecce lunghe fino al petto, chiaccheravano esponendo la loro preoccupazione per la notizia ricevuta il giorno prima. Camilla, dopo aver udito l’evento grave accaduto, si diresse nella stanza del re Serafin II.

Quandò arrivò, suo padre la vide molto preoccupata e le chiese: << Buongiorno principessa Camilla, come stai? Ti vedo un po’ preoccupata. E’ accaduto qualcosa di cui tu vuoi discutere?>>.

La principessa con voce tremante rispose: <<Buongiorno padre. Questa mattina, durante una delle mie solite passeggiate, ho udito delle dame che discutevano su una faccenda molto seria che io credo assurda. Sicuramente è una notizia che non presenta delle fondamenta vere, però ritengo necessario avvisarti>>.

Il re, di fronte a ciò, pensò di aver capito di cosa si trattasse, però decise di essere sicuro prima di coinvolgere la figlia in situazioni che, molto probabilmente, l’avrebbero preoccupata. Così chiese a Camilla: <<Cara figliola, mi stai spaventando. Che cosa hai udito?>>.

La principessa non riusciva neppure a stare in piedi e con le mani che le tremavano cercò di trovare la forza nelle sue parole: <<Padre, ho udito che Marcus è fuggito dalla prigione. Non so se credere a tale assurdità, ma se è la verità ho davvero paura e soprattutto ho il terrore che egli possa ritornare al castello e distruggere ciò che ho costruito con tanto amore e felicità con il mio caro Daniel. Non voglio che egli possa rovinare il mio matrimonio in quanto desidero che arrivi questo giorno da molto tempo oramai>>.Il re decise, quindi, di rivelare la verità alla figlia raccontandole tutto ciò che era successo e il dialogo che aveva avuto con Giuseppe, una delle guardie più leali che avesse mai avuto. Poi aggiunse: << Figlia mia, non preoccuparti perché sono io il re e ho affrontato migliaia di battaglie e di guerre. Sicuramente riuscirò ad affrontare anche questa, perché il coraggio non mi manca e per il mio regno sono disposto a sacrificare la mia vita. Tu, cara mia figliola, devi solamente tenerti occupata con i tuoi preparativi perché tra un mese diventerai la donna più felice di questo regno con accanto un uomo che non desidera altro se non averti accanto>>.

La principessa per un attimo si tranquillizzò e realizzò, in verità, la felicità che dopo tanti ostacoli avrebbe ottenuto, ma in cuor suo non era tranquilla perché non riusciva a dimenticare la notizia che aveva ricevuto da poco. Così chiuse la porta e corse verso la sua stanza con gli occhi gonfi e rossi; sentiva il bisogno di sfogarsi e di piangere a dirotto. Ma mentre correva verso la sua stanza, incrociò Daniel, che l’aveva vista uscire dalla stanza del re Serafin II. Daniel cercò di fermarla, ma Camilla continuò a correre verso la sua stanza. Daniel indossava una cotta di  maglia, una tunica costituita da piccoli anelli legati fra loro. Sotto l’elmo portava una cuffia imbottita  mentre il suo collo era protetto da un cappuccio di maglia metallica.

Così Daniel entrò nella stanza del re molto preoccupato e gli chiese: << Vostra maestà, ho visto la principessa Camilla uscire da qui e correre per il corridoio con gli occhi gonfi e pieni di lacrime. Ho provato a fermarla ma lei correva e non si è voluta fermare fino a quando è entrata nella sua stanza e ha chiuso la porta. Cosa è successo? Vostra signoria può aiutarmi a capire?>>.

Il re era ancora molto scosso dalla conversazione avuta con la figlia, ma decise di raccontare tutto al suo futuro genero. Di fronte a quella terribile notizia anche Daniel restò molto turbato. Le uniche parole che riuscì a dire furono: <<Vostra maestà, io giuro sulla mia vita che riuscirò a sconfiggere definitivamente Marcus>>. Si inchinò al re e uscì dalla sala. Ritornato nella sua stanza, Daniel non riusciva a dimenticare l’espressione angosciata e preoccupata della sua giovane principessa. Così decise di recarsi nella stanza della principessa Camilla. Quando arrivò, bussò alla sua porta e la principessa non esitò ad aprire. In un primo momento si incrociarono i loro sguardi e nessuno di loro aveva voglia di parlare perché sapevano che essi valevano più di mille parole. Ma il silenzio venne interrotto dalla principessa che gli chiese: <<Cavaliere Daniel, come mai sei venuto a trovarmi?>>.

Daniel ebbe un momento di esitazione, ma rispose: <<Principessa, ho saputo la notizia. Ho giurato davanti al re, tuo padre, di sconfiggere Marcus definitivamente. Non devi preoccuparti di lui perché non continuerà ancora per molto a minacciare le nostre vite. Io non sono mai riuscito a dirti direttamente tutto quello che provo per te. Io ti amo davvero molto principessa Camilla. Ogni giorno il mio amore cresce sempre di più e aumenta il desiderio di averti accanto a me per tutta la vita>>.

La principessa Camilla non si aspettava ciò, ma sollevata dalle sue amorevoli parole gli confessò: <<Cavaliere Daniel, ti ringrazio davvero per queste belle parole. Condivido molto i tuoi sentimenti perché anch’io provo le tue stesse sensazioni. Quando ti vedo, in ogni singolo momento della mia giornata, sento i battiti del mio cuore aumentare, come se il cuore mi stesse scoppiando nel petto. Io ti amo molto, Cavaliere Daniel, e aspetto con molta pazienza il nostro giorno, che ci renderà davvero felici e, nello stesso tempo, per sempre uniti. So di certo che riusciremo ad affrontare anche questa disavventura e penso che non sarà l’ultima, ma una delle migliaia che dovremo affrontare. Ma, se tu sei al mio fianco e saremo uniti, riusciremo ad affrontare ogni situazione, perché il nostro amore supererà ogni ostacolo che ci presenterà la vita>>.

CAPITOLO 3

La vita nel regno proseguiva nonostante la minaccia di Marcus. Tutti erano impegnati ad organizzare il matrimonio della principessa Camilla e del Cavaliere Daniel. Camilla, oramai tranquillizzata dalle parole del Cavaliere Daniel, si fidava ciecamente di una serva. Il suo nome era Elizabeth. Ella era stata per la principessa una madre perché, a differenza delle altre serve, lei era l’unica che le stava accanto nei momenti più difficili e conosceva i sui segreti più intimi.  Camilla aveva affidato ad Elizabeth il compito di dirigere tutta l’organizzazione del matrimonio poiché contava molto su di lei e la serva ne era non solo molto soddisfatta bensì felice e voleva organizzarle un matrimonio da favola.

Elizabeth si diresse verso la stanza di Camilla per fare le sue faccende domestiche. Ella indossava un abito umile il cui tessuto era stato filato da un gruppo di donne del castello. Ma, quando entrò, Camilla si trovava ancora all’interno della stanza e guardava malinconica dalla finestra la pioggia e il cielo grigio che si incupiva sempre più.

Elizabeth le si avvicinò e le chiese: << Principessa, posso fare qualcosa per lei?>>.

Camilla si voltò con viso stanco e disinvolto: <<Oh mia cara Elizabeth, tu stai facendo più del necessario. So che ti stai occupando dei preparativi per il mio matrimonio e so che li stai dirigendo nel migliore dei modi. E tu pensi di dover fare ancora qualcosa per me? Tu per me sei la madre che io non ho potuto avere, tu sei la sorella che avrei voluto avere. Sei tu la forza di cui io ho bisogno poiché sei sempre pronta a sostenermi in tutti i miei momenti di debolezza. Cosa potrei desiderare di meglio al mondo?>>.

Elizabeth arrossì: <<Principessa Camilla, per me è un dovere fare tutto quello che voi desiderate. Io sono qui per servirvi e per cercare qualunque modo che vi possa rendere felice>>.

Camilla aveva bisogno di ascoltare quelle parole e continuò: << Come stanno procedendo i preparativi?>>. Elizabeth non poteva rivelare ogni particolare, perché voleva che tutto si rivelasse una sorpresa.

<< Mia principessa, tutto sta procedendo secondo i piani. Io, insieme a tutta la servitù, realizzeremo una grande festa degna del vostro nome e del vostro futuro marito. Meritate tanto perchè grande è l’amore che vi unisce. Inoltre voglio aggiungere che vi ringrazio per la fiducia che avete nei miei confronti>>.

Camilla accennò un sorriso e uscì dalla sua stanza lasciando che Elizabeth continuasse i suoi lavori domestici.                 

CAPITOLO 4

Daniel si dedicò alla caccia nei boschi, per allontanarsi dall’aria tesa che si respirava nel castello, sia per i preparativi sia per la notizia che si era sparsa poco prima. Egli ripensò frequentemente alle parole che aveva detto al re ed era molto deciso nella realizzazione di ciò che aveva promesso. Ma nonostante ciò non gli venne in mente nessun piano. Così pensò di rientrare nel castello e di andare nella sala del re per sapere se c’erano delle novità. Quando entrò, vide il re seduto sul trono con un’espressione spenta e angosciata.

Il cavaliere si inchinò: << Vostra maestà, cosa ha deciso di fare in merito alla fuga di Marcus?>>.

Il re non fece trasparire le sue emozioni in quanto voleva che il cavaliere non dubitasse della sua autorità, così rispose: << Cavaliere Daniel, non preoccuparti. Ho ordinato a tutte le guardie di bloccare le entrate così da evitare una eventuale entrata nel castello da parte di Marcus. Tu pensa ai tuoi doveri e al tuo lavoro, non preoccuparti di questo perché se avessi un piano, tu saresti il primo a conoscerlo>>. Daniel si inchinò e nel momento in cui aprì la porta per uscire, entrò una serva che diede una lettera al re. Egli la ringraziò e la serva abbandonò la sala. Daniel guardò incuriosito il re, che iniziò a leggere la lettera:

<< Vostra signoria, ho il piacere di invitare voi e la principessa Camilla ad una festa che si terrà domani nel mio castello. Mia moglie, la regina Caterina I, vuole conoscere vostra figlia, la principessa Camilla”

Re Filippo III

P.S Non accetto rifiuti.

Il re tacque per un po’, ma quel silenzio fu interrotto dalla voce di Daniel che disse: <<Vostra signoria, è successo qualcosa? Vi vedo molto turbato da quando avete letto la lettera>>.

<<Daniel, devi farmi un favore – disse il re-. Io mi assenterò per un giorno e tu dovrai sostituirmi perché sei una delle poche persone che in questo castello ha meritato la mia fiducia. Ti confesso che il re Filippo ha invitato me e la principessa Camilla ad una festa nel suo castello>>.

Daniel, preoccupato per la sua principessa, rispose: <<Vostra maestà può stare tranquillo, al regno ci penso io. Ma voglio chiedervi un favore: non perdete d’occhio la principessa perché con Marcus fuori dalla prigione è necessario essere prudenti>>. Il re acconsentì e Daniel, dopo essersi inchinato al re, abbandonò la sala.

Il re sentì subito il bisogno di avvertire la principessa. Così uscì dalla sala e vide Elizabeth, la fermò e le disse: <<Elizabeth, potresti dire alla principessa Camilla che ho bisogno di parlarle?>>.

<<Certo maestà>> rispose la serva.

Dopo qualche minuto la principessa Camilla entrò nella sala ed il re le disse che il re Filippo III li aveva invitati nel suo castello. La principessa non avrebbe voluto accettare a causa della paura suscitata dalla minaccia di Marcus, ma sapeva che non poteva rifiutare quell’invito. Quindi rispose: <<Certo caro padre. Quando si parte?>>.

Il re ancora non aveva deciso l’orario della partenza e le disse: <<Ordino ad una guardia di preparare la carrozza e partiamo subito>>.

Camilla rimase un po’ turbata dalla fretta di partire che aveva il padre, ma capì che in parte aveva ragione in quanto il regno di Filippo III era un po’ lontano rispetto al loro regno. Così si diresse verso la sua stanza e chiamò Elizabeth per aiutarla a prepararsi.

Quando arrivò il momento, il re e Camilla uscirono e si diressero verso la carrozza. Ma Daniel la fermò per un istante e le disse: <<Principessa Camilla, vi consiglio di stare molto attenta e di non fidarvi di nessuno>>.

Camilla lo tranquillizzò e gli diede un bacio sulla guancia. Si voltò e salì insieme al padre sulla carrozza.

 

CAPITOLO 5

Durante il viaggio, il re Serafin II e la principessa Camilla non parlarono molto poiché il re voleva evitare che si ritornasse a parlare di Marcus. Il re indossava una delle sue solite tuniche decorate con passamaneria ed un cappotto di velluto; mentre la principessa, con la sua chioma raccolta in due trecce, indossava un abito lungo celeste.

Camilla era molto stanca. Aveva già trascorso un paio di ore sulla carrozza reale.

<< Padre - chiese - ma quanto tempo pensi che dovremmo trascorrere qui prima di arrivare nel regno di re Filippo III?>>.

Il re si voltò verso di lei e con un’espressione stanca le rispose: <<Oh figliola mia, manca ancora un po’ di tempo prima di…>>.

Le parole del re furono interrotte da un brusco colpo e la carrozza si fermò. Il re pensava che si trattasse di una sosta, ma all’improvviso comparvero due banditi che assaltarono la carrozza. I due indossavano un paio di pantaloni neri di lino, una camicia nera ed un cappuccio nero che, insieme alla maschera, coprivano il loro viso. Il re Serafin II rimase terrorizzato da quella scena e non riusciva a proferire una sola parola. I due banditi, con l’uso della violenza, li costrinsero a scendere dalla carrozza ed il re urlò a Camilla “Scappa!”. Il bandito, che aveva già legato le braccia di Serafin II esclamò: <<Non provarci neanche oppure tuo padre verrà ucciso! Che peccato sarebbe non poter vedere tuo padre nel giorno del tuo matrimonio!>>.

Camilla non sapeva cosa fare. Era combattuta se rimanere lì oppure correre verso Daniel per avvisarlo di ciò che stava accadendo. Il re si sentiva sempre più indebolito e con aria stanca esclamò: << Camilla, fuggi!>>.

Camilla non voleva sfidare i due banditi perché sapeva che, se lei fosse scappata, avrebbero ucciso suo padre senza esitazione. Così decise di non fuggire e di restare con suo padre. I due banditi li rapirono e li nascosero in una buca sotterranea che avevano scavato precedentemente.

Dopo aver rinchiuso il re e la principessa nella buca, uno dei banditi chiese al suo complice: <<Salvatore, adesso che facciamo? Li uccidiamo?>>. L’altro bandito gli rispose: <<Davide, non preoccuparti. Adesso dobbiamo avvisare solo il nostro capo e ci dirà lui cosa dobbiamo fare>>. Poi si rivolsero ai due e Salvatore disse loro: <<Godetevi i vostri ultimi momenti di vita>>. E se ne andarono sghignazzando.

I banditi non avevano notato che dietro il fitto bosco che delimitava la strada vi era un convento. Non si erano accorti nemmeno che uno dei frati del convento, che si era recato nel vicino paesino per la questua, si trovava nascosto dietro un albero e aveva visto tutta la scena. Egli indossava il saio cinto in vita da una corda ed un paio di sandali. Quando vide che i banditi si furono allontanati, il frate volle avvicinarsi per liberarli ma, ad un tratto, comparvero degli uomini che diedero il cambio ai due banditi nel sorvegliare la buca. Così decise di dirigersi al castello per chiedere l’aiuto del cavaliere Daniel.

 

 

 

 

CAPITOLO 6

Dopo aver rapito il re e la principessa, i banditi erano soddisfatti di essere riusciti nell’impresa e sapevano che ciò avrebbe comportato il riscatto di un bottino molto prezioso.

Essi abbandonarono molto rapidamente la foresta e mentre si dirigevano nella tenda del loro capo, uno dei banditi di nome Davide chiese al suo complice: <<Salvatore, aspetta prima di entrare. Io mi sento un po’ responsabile di ciò che abbiamo fatto. Rapire il re è una cosa, ma rapire una giovane fanciulla è un’altra cosa. So che il re ha commesso molti errori nei confronti del nostro capo. Ma sicuramente non è colpa della principessa, una fanciulla che non è a conoscenza di ciò che attua suo padre, il re Serafin II>>.

Salvatore conosceva molto bene Davide. Erano fratelli di avventura da una vita, ma non l’aveva mai visto così legato alla sua preda. Di solito essi obbedivano al loro capo e, con successo, ottenevano il bottino che meritavano. Ma questa volta non capiva come mai Davide fosse così dubbioso. Forse la fanciulla gli stava rapendo il cuore.

Dopo un paio di minuti Salvatore gli rispose: <<Davide, io ti conosco da molto tempo oramai. So che mi stai nascondendo qualcosa. Dimmi cosa sta succedendo. L’ultima volta che hai reagito così è stato quando ti sei innamorato di quella fanciulla che rubava oro e tesori molto preziosi nei vari regni. Ti stai innamorando della principessa?>>.

Davide rimase perplesso dinanzi a quella affermazione e si voltò verso la tenda, continuando a camminare.

Salvatore gli afferrò il braccio e gli disse: <<Davide, fermati. Non puoi innamorarti di quella fanciulla. Ti porterà solo guai. E’ una donna che non è adatta a te e al tuo stile di vita. E’ abituata a vivere in un regno molto ricco; è abituata a vestirsi con corsetti e abiti lunghi di seta ed, infine, è cresciuta tra pietre preziose e tesori così immensi che noi non riusciamo neanche ad immaginare. Tu sei un uomo che non potrà mai darle la felicità che lei desidera>>.

Davide annuì e, con un’aria un po’ nervosa, aprì la tenda ed entrarono.

La tenda non era molto grande e quando entrarono videro tre uomini; uno di loro era il loro capo. Quando quest’ultimo li vide disse queste parole: <<Vi aspettavo. Avete ritardato parecchio e devo ammettere che ero convinto che non eravate riusciti nell’impresa che io vi avevo ordinato. Ma, ditemi, siete riusciti a catturare il re Serafin II e la principessa Camilla?>>.

I due banditi si tolsero la maschera ed il cappuccio che coprivano il loro viso e Salvatore rispose al loro capo:<<Oh nostro signore, noi siamo riusciti nella nostra impresa. Con vostra immensa felicità abbiamo catturato il re Serafin II e la principessa Camilla e li abbiamo rinchiusi in una buca sotterranea che si trova nella foresta un po’ lontana dal regno. Sicuramente nessuno riuscirà a trovarl>>.

Il capo rimase molto soddisfatto, prese un sacchettino con dentro una ricca ricompensa e lo consegnò ai due.

Mentre i due banditi uscivano soddisfatti da quella tenda, incrociarono lo sguardo di un uomo che stava entrando. La sua chioma era accuratamente tagliata ed indossava una tunica nascosta da una mantellina e un paio di guanti neri.

Il capo lo fissò e lo riconobbe senza alcun dubbio e rivolgendo la parola a tutti gli altri uomini esclamò: <<Lasciateci soli!>>. Così tutti abbandonarono la tenda senza alcuna obiezione.

Il capo lo fece accomodare e gli disse: <<Principe Peter, a cosa devo la vostra visita? Posso esservi d’aiuto?>>.

Il principe Peter con un’espressione molto divertita rispose: << Caro Marcus, quanto tempo è passato dall’ultima volta che ci siamo visti. Ricordi? Eravamo solo due giovani fanciulli che si divertivano a realizzare esperimenti di chimica nei vari corsi che frequentavamo. Eravamo diversi da tutti gli altri bambini che, invece, si annoiavano. E guarda adesso. Siamo diventati due complici anche da adulti. Che mi racconti? Come procede il nostro piano?>>.

Marcus era felice nel ricordare quei bei momenti trascorsi durante l’adolescenza e gli rispose: <<Principe Peter, per me è sempre un onore avervi al mio fianco. Siete sempre stato il più maturo tra noi due>>.

Marcus continuò: << Principe Peter, il piano sta seguendo tutti i passi che vi avevo scritto nella lettera poco tempo fa. Il re e la principessa sono stati rapiti. Quindi il castello è libero e noi possiamo entrare per liberare mia sorella>>.

Il principe Peter fu molto contento nel sentire ciò e gli spiegò che, da parte sua, tutto era andato come previsto, in quanto suo padre, il re Filippo III aveva inviato una lettera al re per invitarli alla festa nel suo palazzo affermando che non accettava rifiuti.

E il principe aggiunse: << Come sai non è stato difficile coinvolgere mio padre perché lui odia il re Serafin II ed il suo regno da molto tempo, e non vede l’ora di  distruggerlo>>.

Marcus si sentì sollevato dinanzi a queste parole e gli disse che aveva già mandato una lettera all’infiltrato del castello per poterli aiutare ad entrare per liberare sua sorella Romunda.

Così si salutarono ed il principe Peter esclamò: << Ci vedremo presto amico mio!>>.

 

CAPITOLO 7

Il frate continuava a correre senza fermarsi per raggiungere al più presto il castello perché la vita del re Serafin II e della principessa Camilla era in gioco.

Quando raggiunse, finalmente, il castello era sfinito e non riusciva più a reggersi in piedi. Così entrò ed incrociò molti sguardi di dame, servi e guardie. Una delle guardie di nome Francesco lo fermò e gli chiese se aveva bisogno di qualcosa. Il frate, con molta fermezza, gli rispose che voleva incontrare il cavaliere Daniel. La guardia acconsentì e lo portò nella stanza del re. Quando Daniel sentì il rumore della porta che si apriva, si voltò e Francesco entrò avvisandolo che c’era qualcuno che voleva parlare con lui. Il cavaliere accettò la visita ed il frate entrò. Il cavaliere vide che si trattava di un frate. Daniel non riusciva a capire cosa ci facesse un frate nel suo castello.

Così chiese al frate: << A cosa devo la vostra visita?>>.

Il frate rispose: <<Cavaliere Daniel, mi chiamo Domenico e sono un frate che vive in un convento vicino al regno. Devo darvi una notizia che non vi piacerà affatto. Il re Serafin II e la principessa Camilla sono stati rapiti>>.

Il cavaliere Daniel rimase esterrefatto dinanzi a quelle parole. Non sapeva come gestire quella situazione. Non poteva abbandonare il castello, ma capì che vi erano in gioco le vite del re e della principessa ed era disposto a sacrificare la sua vita pur di salvarli.

Il frate continuò: << Stavo ritornando al mio convento dopo aver fatto la questua in un paesino vicino quando ho visto due banditi che gettavano il re in una buca sotterranea. Così mi sono nascosto dietro un albero e, senza farmi vedere, ho visto tutta la scena e soprattutto ho ascoltato tutte le parole che hanno detto. Ho scoperto che non sono dei fuorilegge qualunque, ma sono guidati da un capo molto potente>>.

Daniel iniziò a progettare un piano per cercare di salvarli e gli chiese: << Frate Domenico, voi sapreste condurmi nel luogo esatto in cui il re e la principessa si trovano?>>.

Il frate acconsentì e rispose: <<Certamente, ma il cammino è lungo e avremo bisogno di una carrozza>>.

Daniel gli rispose: << Non preoccuparti, la carrozza è l’ultimo dei nostri problemi>>.

Daniel iniziò a riflettere e continuò: <<Ho in mente un piano. Il luogo in cui sono imprigionati il re e la principessa lo conosciamo e possiamo arrivarci grazie al vostro aiuto. Abbiamo un unico problema: la buca sotterranea sarà sorvegliata da un paio di uomini. Quindi dobbiamo portare con noi altri cavalieri che ci aiutino nell’impresa>>.

Sorgeva, però, un unico problema, bisognava trovare qualcuno molto leale che avrebbe sostituito il cavaliere Daniel. Così decise di chiamare la guardia più leale del re, ossia Giuseppe, il quale accettò con molta soddisfazione quel compito.

Così il cavaliere Daniel, il frate Domenico e i cavalieri lasciarono il castello iniziando una nuova avventura.

CAPITOLO 8

Il castello era protetto da Giuseppe, il quale cercava di tenere sotto controllo la situazione. Inoltre si respirava un’aria di tensione in quanto la notizia del rapimento del re e della principessa si diffuse in poco tempo in tutto il regno.

Nel frattempo Marcus decise di attuare il suo piano. Prima di lasciare la tenda, però, aspettò ancora un po’ per rivedere il piano insieme a tutti gli altri suoi compagni. Terminato ciò Marcus, Davide, Salvatore ed altri tre uomini partirono per raggiungere il castello.

Durante il viaggio Marcus era in preda all’ansia perché attendeva quel momento più di qualunque altra cosa al mondo. Voleva rivedere sua sorella, voleva liberarla da quella prigione così angosciante e così terribile.

Quando giunse al castello, sapeva bene come entrare in quanto l’infiltrato, attraverso una lettera, lo aveva avvisato di tutti i pericoli e di tutti i segreti che circondavano il regno.

Marcus, insieme a i suoi compagni, entrò nel castello grazie ad un passaggio sotterraneo che li portò direttamente nelle segrete. Egli notò che le guardie erano distratte da ciò che stava succedendo e, camminando silenziosamente, cercò la cella della sorella. Quando la trovò, era così contento che delle piccole lacrime gli rigarono il volto. La sorella gli disse di sbrigarsi perché le guardie sarebbero ritornate dopo qualche minuto.  Marcus si sbrigò a recuperare le chiavi che l’infiltrato aveva nascosto lì vicino. Mentre le cercava, entrò una guardia. Quando vide Marcus prese velocemente la sua spada per ucciderlo, ma non fece in tempo perché arrivò alle sue spalle Giuseppe, che lo colpì in testa. La guardia svenne e Marcus fu salvo.

Giuseppe si rivolse a Marcus e gli disse: << Amico mio, avrei voglia di raccontarvi tante cose ma questo non è il momento adatto. Dovete sbrigarvi perché tra poco arriveranno le altre guardie. Prendete le chiavi e liberate vostra sorella>>. Marcus, così liberò sua sorella e, insieme, fuggirono.

Quando uscirono la sorella chiese come mai Marcus fosse venuto da solo a salvarla, ma quest’ultimo gli rispose: << Cara sorellina mia, tu mi conosci più di chiunque altro. Secondo te, è mai possibile che io sia venuto da solo, qui al castello quando tutti mi cercano?>>. La sorella non ebbe il tempo di rispondere perché arrivarono i compagni di Marcus. Uno di loro gli disse: << Capo, abbiamo eseguito tutto ciò che voi ci avete ordinato. Abbiamo trovato il tesoro e lo abbiamo con noi>>. Allora tutti, soddisfatti della buona riuscita dell’impresa, si diressero verso la loro tenda.

CAPITOLO 9

Durante il viaggio Daniel era molto preoccupato per il rapimento del re Serafin II e della principessa Camilla e sperava di ritrovarli vivi. Il frate li portò nel luogo dove erano rinchiusi.

Quando giunsero sul posto, il cavaliere Daniel esclamò: << Vostra maestà, siamo qui e presto vi salveremo>>. Il re stava per rispondere, ma arrivarono il principe Peter e due suoi uomini.

Il Principe Peter, appena vide Daniel, gli disse:<<Finalmente li hai trovati, ormai non ci speravo più>>. Il cavaliere rispose: << Vi siete divertito fin troppo, ma adesso il gioco è finito. Consegnatemi il re e la principessa o sarò costretto a combattere>>.

 Il principe Peter sorrise dinanzi a quella minaccia e gli rispose: << Oh Caro Daniel, non avrò sicuramente paura di uno come voi. Ho affrontato centinaia di battaglie durante la mia vita, ed io assieme ai miei cavalieri vi affronteremo se sarà necessario, ma non avrete mai ciò che desiderate>>.

Il frate si mise da parte ed il cavaliere Daniel e gli altri cavalieri impugnarono le loro spada pronti per combattere.

Il principe Peter e i suoi cavalieri fecero la stessa cosa e così iniziò il combattimento.    Daniel vide che il principe non stava combattendo; ciò lo intimorì. Mentre Daniel combatteva raggiunse Peter. I due impugnarono le loro spade e iniziarono lo scontro. Nel frattempo, però, Camilla si sedette sul pavimento ed iniziò a singhiozzare. Il padre cercava di consolarla, ma invano. Daniel continuava a combattere quando, ad un tratto, il principe Peter lo fece cadere per terra facendogli scivolare la spada, esattamente dove si trovava il frate. Il principe Peter gli puntò la spada sulla gola e, con la vittoria nelle sue mani, gli disse: << Cavaliere Daniel questa è la tua fine; morirai di fronte alla principessa.>> Dopo aver ascoltato ciò, Daniel guardò il frate che gli lanciò la spada. Il cavaliere la afferrò e riuscì a difendersi e ad uccidere il principe Peter.

Daniel era contento di aver ottenuto la sua vittoria e, con molta felicità, tirò fuori il re e la principessa Camilla. Quest’ultima, quando lo vide, lo abbracciò e gli sussurrò: << Avevo paura di avervi perso>>. Daniel la strinse sempre di più a sé e gli disse: <<Non mi perderai mai>>.

Così salutarono il frate ringraziandolo di ciò che aveva fatto per loro e, insieme ad i cavalieri sopravvisuti, ritornarono nel loro castello.

 

CAPITOLO 10

Quando giunsero al castello, le dame ed i servi furono molto allegri nel rivedere il re Serafin II e la principessa Camilla sani e salvi. Così raggiunsero la sala del re in cui videro Giuseppe. Egli si inchinò e disse al re: << Vostra maestà, finalmente siete ritornato>>. Il re gli rispose: << Sono contento di vedervi anch’io, Giuseppe. Cosa è accaduto durante la mia assenza?>>. Giuseppe gli rispose: << Vostra maestà, devo darvi una notizia che non vi piacerà. La sorella di Marcus è scappata dalla prigione. Non ne conosco i dettagli perché non mi trovavo a sorvegliare la prigione in quel momento>>. Il re fu scosso da quella notizia. Chiese, così, di riunire tutte le guardie.

 Dopo qualche ora, tutte le guardie del castello erano nella sala del re. << Sapete già cosa è successo -disse il re-. Sono certo che tra di voi vi è un infiltrato che ha aiutato Marcus nella sua impresa. So che il mio rapimento è stato uno stratagemma per lasciare il castello scoperto. Ma come ha fatto Marcus ad arrivare nella prigione della sorella se tutte le entrate sono bloccate? Adesso voglio sapere chi è colui che sta tradendo la mia fiducia>>.

Le guardie si guardarono l’un l’altro, ma nessuno parlò. Il re, dinanzi a tale situazione, affermò: <<Potete ritornare al vostro lavoro e sappiate che vi terrò sotto controllo>>.

I giorni passarono e finalmente il giorno tanto atteso arrivò. Elizabeth era riuscita a realizzare un matrimonio da favola per la sua principessa.

All’interno della sala centrale del castello vi erano già alcuni ospiti ed il cavaliere Daniel aspettava con tanta ansietà la sua futura moglie. Egli indossava l’armatura di cavaliere che gli aveva regalato qualche giorno prima il re come ringraziamento per averli salvati. Ad un tratto entrò Camilla e Daniel la guardò come se fosse stata la prima volta. Ella indossava un vestito da sposa con una gonna che scendeva svasata e con un ampio strascico. I suoi capelli erano lunghi, sciolti e coperti da un velo.

La principessa percorse tutta la sala e giunse dal suo cavaliere. La cerimonia iniziò, ma quando l’ostia venne spezzata, si sentirono delle urla fuori dalla sala del castello. Tutti si voltarono, la porta si spalancò ed entrarono Marcus e sua sorella. Il re si alzò e Daniel estrasse la sua spada e la impugnò.

 Marcus e la sorella si guardarono intorno e sorrisero. Daniel non aveva paura di affrontare nuovamente Marcus, in quanto lo aveva già sconfitto in altre occasioni. Così impugnò con più forza la sua spada e iniziò a combattere contro di esso. Dopo vari colpi Daniel riuscì a far perdere il controllo della spada a Marcus. La sorella di Marcus, presa dal timore che Daniel non avrebbe esitato ad ucciderlo, cercò senza farsi notare di avvicinarsi alla principessa con ottimo risultato e, raggiungendola alle sue spalle, la prese tra le sue braccia e le puntò la sua spada nella gola. La principessa urlò e Daniel si voltò e notò cosa stava accadendo. Così Marcus approfittò della distrazione di Daniel per raggiungere la sua spada, lanciata lontano da Daniel. Quest ultimo se ne accorse e, senza esitazione, gli trafisse la sua nel petto.

Romunda lasciò la principessa e corse verso suo fratello. Lo prese tra le sue braccia e iniziò a singhiozzare e a piangere a dirotto.

Nel mentre Daniel corse subito verso la sua principessa, la strinse forte a sé e le sussurrò: << Stai bene?>>. Camilla annuì e gli rispose: << Grazie per avermi salvata>>.

Nel frattempo Romunda appoggiò il corpo di Marcus al suolo e disse: << Voi non dovevate ucciderlo. Era mio fratello, era la mia casa, era ciò di cui io avevo realmente bisogno. Voi avete eliminato l’ultima mia ragione per vivere. Vi prego, uccidetemi; potrò, così, raggiungere mio fratello>>.

Il cavaliere Daniel non provò nessun rimorso per ciò che aveva fatto, perché Marcus aveva minacciato tutto il regno e ciò che si meritava era sicuramente la morte. Il re non compatì la morte di Marcus e non provava neppure pietà per sua sorella. Così le rispose: << Io non ordinerò mai di uccidervi, duchessa Romunda. Meritate di vivere ogni giorno con il rimorso di ciò che avete fatto in passato>>.

Il re continuò: << Io vi ordino di allontanarvi dal dal nostro regno. Non dovrete mai più ritornare o per voi sarà la fine. Se mai vi rivedrò, vi farò patire le pene dell’Inferno all’interno della mia prigione>>.

La duchessa Romunda era molto addolorata per la morte di suo fratello, ma per paura di ritornare ancora una volta in quell’angosciante prigione, decise di fuggire e di allontanarsi per sempre dal regno. Giuseppe, per amore, la seguì fuggendo anch’egli dal castello. Il re capì di essere stato tradito ancora una volta dalla persona che credeva più leale ed onesta, e se ne rammaricò molto.

Nonostante tutto quello che era successo, il matrimonio continuò. Alla fine della cerimonia tutti si diressero verso la sala in cui vi era il banchetto. La principessa Camilla rimase stupefatta da come Elizabeth aveva organizzato la cerimonia e il banchetto. Vi erano molti cibi prelibati: tacchino, vitello, salmone, formaggi, zucca alla brace, noci, frutta fresca, ostriche al vapore con latte di mandorla, pane aromatizzato alla birra, stufato di cavolo, crostate, crema pasticcera e vino aromatizzato. La carne fu rigorosamente servita con ricche salse accompagnate da pane di ogni tipo e aroma. Inoltre furono serviti vari tipi di insalate fatte con cipolle, lattuga, rape, olive, aceto e olio. Per quanto riguarda la frutta, vi erano mele,  fragole e lamponi.

La festa si concluse con le danze, che durarono per ore e che videro le dame ed i cavalieri cantare e ballare in cerchio.

Dopo tante avventure, il cavaliere Daniel e la principessa Camilla riuscirono a coronare il loro sogno e vissero una vita lunga e felice.

 

 

 

 

AUTORI:

Buggea Alessio

Bertolino Giulia

Classe 3°A

I.C. A. Rallo Favignana

Scuola secondaria di 1° grado