SINOSSI a cura dell'Editor
Questa storia si svolge in un tempo vicino a ciascuno di noi, quello che ci prepara alla magia della notte di Natale, e viene narrata con i toni delicati e spassosi delle favole che non smetteremmo mai di ascoltare.
Gli ingredienti sono quelli classici dell’avventura e della tradizione legati a un certo immaginario: la casetta in Lapponia, le renne, i folletti laboriosi e il Vecchio signore col pancione e la barba bianca che in poche ore porta doni ai bambini di tutto il mondo. Tuttavia, l’elemento davvero originale è costituito dall’introduzione, in tale scenario, della marionetta Pulcinella, che avrà un ruolo di spicco nella risoluzione di un enigma e nello sventare il diabolico piano di un impostore, il furbo Glicinicus. Quest’ultimo desidera infatti usurpare il trono di un sovrano giusto che lo crede il nipote ritrovato, e conquistare il mondo con l’aiuto di due improbabili scagnozzi.
Ebbene: dopo un viaggio ricco di meraviglie e la permanenza al castello come ‘infiltrato’, Pulcinella riesce a fare in modo che venga recuperata la polverina magica sottratta a Babbo Natale, quella che rende le renne tanto veloci da riuscire ad accontentare i bambini la fatidica notte del 24 dicembre, e che Glicinicus bramava per rendere il suo esercito il più potente al mondo.
L’eroica impresa varrà a Pulcinella – dono generalmente poco ambito – la nomina a ‘folletto speciale’ e gli permetterà, finalmente, di vedere le bellezze a lungo solo immaginate, accompagnando Babbo Natale la notte della Vigilia.
Lo stile di Giorgio La Marca è fiorito quanto basta per adattarsi al meglio alla narrazione che propone, e sa declinarsi ora in un lessico più elevato, ora in un tono più colloquiale e spassoso, a dimostrazione di poter ambire a un pubblico estremamente variegato.